“Prima di fare colazione penso a sei cose impossibili… Contale Alice
Alcuni anni fa, a Positano, ho avuto il piacere di assistere ad uno spettacolo della coreografa Alessandra Sorrentino, “I Paesaggi interiori di Alice”, in quell’occasione la giovane danzatrice ci propose, prendendo spunto dagli scritti di Lewis Carroll, una riflessione sulla figura di una donna “indipendente e slegata da ogni forma di stereotipo legato alla vanità o alla repressione”. Nella sua narrazione coreografica è sempre stata presente l’idea marcusiana che esalta la forza dell’immaginazione, proprio come ci propone Alice: Coltivare la propria immaginazione diviene un atto fortemente terapeutico che può: creare un ponte con la realtà esterna. permettere di costruire la propria esistenza, trasformando la realtà secondo le proprie esigenze. Danzatrice classica e contemporanea professionista, autrice e regista di Performance Art sperimentale, Alessandra Sorrentino ha fatto parte della celeberrima compagnia di danza Momix. Prima ancora che all’interno del MANN, questo ottobre 2024, grazie alla collaborazione del Körper, Centro Nazionale di Produzione della Danza dell’indimenticabile direttore artistico Gennaro Cimmino, Alessandra aveva presentato TUFO con lo stesso successo di critica alla Biennale Architettura di Venezia, prendendo parte al progetto Ecologia (A)sociale, inserito nel palinsesto Parco Aperto 2023 di Biennale Sessions. Un progetto, il suo TUFO, nato e presentato a Pompei nel 2021 e riproposto nel 2022 al Teatro Aequa di Vico Equense. Nel mezzo un’altra esperienza internazionale di “scoperta e indagine del corpo abitato”, “del peso della vita”, del “rapporto dell’individuo contemporaneo e la costruzione di se stesso, in senso psicologico, e del proprio cantiere abitabile in senso antropologico”, quello alla Bienalsur, rassegna internazionale ideata da Aníbal Jozami e Diana Wechsler in Argentina, in quell’occasione lei, con Anna Bocchino, portò in scena al Museo Emilio Caraffa di Cordoba la performance “Know Not To Be”, di Antonio Della Guardia: fu “una ricerca sulla compenetrazione tra teatro e mondo aziendale, una sperimentazione sul Business theatre come pratica formativa all’interno delle aziende”. “Prima di fare colazione penso a sei cose impossibili… Contale Alice!”, beh tra le cose “impossibili” che quella “Alice” incontrata anni fa a Positano ha reso invece “possibili” è stato sollevare e spostare “danzando” una tonnellata di mattoni, fare della danza un’arte visiva, momento di riflessione toccante e profonda. Di fronte alla sua casa di mattoni di tufo, a quella polvere che si libra nell’aria, a quel corpo minuto di donna, affaticato e nervoso, che raccoglie il peso di una vita e lo sposta senza sosta e con determinazione, come a suggerirti che costruire se stessi è faticoso ma non impossibile, a patto di farlo da solo, accettando la sfida senza se e senza ma, si finisce per dire, citando Marina Abramović: “Cosa è successo? È successa l’arte”.
di Luigi De Rosa