Abbiamo chiesto a Secondo Amalfitano, geologo e già Sindaco di Ravello, un suo intervento sulla querelle che si è sviluppata in questi giorni sulla triste vicenda che un anno e mezzo fa causò la morte del giovane Nicola Fusco, precipitato alla guida del suo pullman nel famigerato curvone in località “Mulino” sulla Ravello-Castiglione.
Ecco quanto ci scrive:
Egregio Direttore, caro Michele,
accolgo la tua richiesta con un doveroso incipit: Come geologo non mi interessano le querelle, perché un tecnico si limita ai fatti e alle considerazioni oggettive e scientifiche; come ex Sindaco le querelle mi intrigano ancor meno perché ho imparato sulla mia pelle che un Sindaco è bravo se risolve i problemi, se non li risolve non ci sono motivi, giustifiche e sproloqui che lo salvano.
Credo che per entrambe le figure servano i twitter e non i romanzi.
Detto questo provo a fare sintesi partendo dai protagonisti della vicenda: una persona purtroppo deceduta sul colpo; un mezzo meccanico; una strada.
Sul primo credo che l’esame autoptico e le testimonianze utili (immagini e persone) siano state immediatamente e completamente acquisite a ridosso dell’evento; idem per il mezzo meccanico; residua la strada. Concentrandomi sul tratto stradale coinvolto, possiamo dividere in due blocchi la massa di dati da acquisire e valutare: il blocco degli “atti”, e il blocco delle caratteristiche stradali fisico/tecniche. Il blocco degli “atti” è giacente presso Uffici ed Enti vari e può essere agevolmente e velocemente trasferito in copia presso un’unica sede nella disponibilità di chi deve valutare e decidere; il blocco delle caratteristiche fisiche e tecniche del tratto stradale in questione è costituito, a sua volta, da ulteriori due blocchi: quello delle indagini “irripetibili”, e quelle “ripetibili”. Tralasciando le indagini che per definizione stessa non richiedono procedure particolarmente lente e complicate proprio per la ripetibilità delle stesse nel pieno rispetto degli interessi in gioco, a volte contrastanti e/o diversi, faccio notare che le indagini “irripetibili”, per le caratteristiche intrinseche delle stesse e per la particolare delicatezza delle modalità anche giuridico/procedurali del loro svolgimento, richiedono tempi necessariamente veloci; un esempio su tutti per esplicitare meglio il concetto: le caratteristiche dell’asfalto al momento dell’incidente (Attrito radente – Fessurazioni – Deformazioni superficiali – Difetti superficiali – Permeabiltà – Granulometria – etc), è del tutto ovvio che vanno rilevate unicamente a ridosso dell’evento e a circolazione stradale inibita; qualsiasi dato accertato dopo alcuni giorni dall’evento e a circolazione attiva, sarebbe alterato e poco veritiero proprio per le variazioni intervenute nel tempo e che rendono irripetibile il rilievo.
Credo che siano sufficienti queste poche e quasi semplicistiche riflessioni per evidenziare che non ravviso giustificazioni OGGETTIVE per 18 mesi di stasi. Ricordo a me stesso che il blocco totale della strada per Positano, con la frana verificatasi ad Amalfi nel febbraio 2021, durò meno di tre mesi, con l’esecuzione di lavori imponenti di oltre 1 milione di euro.
Ho scritto sopra che i protagonisti di questa vicenda sono tre, per completezza devo evidenziare che le vittime di questa vicenda, oltre al compianto Nicola, sono purtroppo molte: i cittadini di Ravello, i cittadini del mondo, gli studenti, i lavoratori, la fiducia nelle Istituzioni, il turismo, l’economia del territorio, il buon senso, la politica.
Sicuramente ci saranno motivazioni SOGGETTIVE a me ignote, che abili romanzieri non hanno ancora pubblicato forse distratti dalla frenesia di presidiare il gioco dello “scaricabarile”, quello che so con certezza, e lo dico da semplice cittadino senza scomodare Geologi e Sindaci, RAVELLO NON MERITA TUTTO QUESTO.