Il Rotary Club Sorrento e tante associazioni locali si uniscono per realizzare il sogno di padre Lucien: una casa per i bambini del Burundi.
La Penisola sorrentina da qualche anno ha “adottato” il Burundi, facendo propri i sogni di un prete africano, Don Lucien Niyonzima, che con umiltà e gentilezza ha chiesto carità per la sua gente disperata. Con lo slogan “Un mattone per il Burundi” da anni associazioni del territorio, privati e attività commerciali si spendono per far arrivare in Burundi, tramite padre Lucien, la solidarietà della Penisola per la costruzione della “Casa dei Bambini di Nyabitare”. Ultimo di tanti eventi, sabato 16 novembre 2024, lo spettacolo presso il teatro parrocchiale Don Luigi Verde della Chiesa di Nostra Signora di Lourdes a Sorrento, “Ancora un mattone per la casa dei bambini del Burundi”, promosso dal Rotary Club Sorrento presieduto dalla dolcissima Bruna Piscopo, in collaborazione con il mensile Sireon diretto da Liborio Denaro e varie associazioni locali: FIDAPA Penisola Sorrentina, Inner Wheel Sorrento, CIF e UNITRE di Piano di Sorrento e con la partecipazione straordinaria dell’artista Francesca Maresca.
Il sogno di padre Lucien che i Sorrentini stanno aiutando a concretizzare è la costruzione nel poverissimo villaggio di Nyabitare, in Burundi, di una casa famiglia per accogliere i bambini che hanno bisogno di un luogo sicuro e dignitoso dove essere cresciuti con amore, protetti dall’abbandono e dalla disperazione e accompagnati a ricevere educazione, cure e servizi finora negati. Nel Burundi è molto comune per le donne morire di parto e ai neonati rimasti orfani, se sopravvivono, tocca una vita di estrema precarietà e bisogno. Inoltre, è molto difficile per un bambino del villaggio avere accesso allo studio, ma anche a servizi basilari come acqua pulita ed energia elettrica. Il Burundi è uno dei Paesi più poveri dell’Africa. La maggior parte delle famiglie nei villaggi vivono in rudimentali capanne fatiscenti costruite con arbusti intrecciati con fango e paglia, soffrono la mancanza di cibo, sono vittima di eventi climatici estremi quando non piove e muoiono di siccità e infezioni o piove troppo violentemente e l’acqua penetra nelle dimore inzuppando tutte le loro povere cose facendo crollare le misere abitazioni in cumuli di fango, non hanno vestiti adeguati, possibilità di ricevere farmaci o cure se si ammalano.
Nella Nazione il reddito medio pro-capite non raggiunge i 30 euro al mese. La Repubblica del Burundi è sita nella fascia subequatoriale e confina con il Ruanda a Nord, con la Repubblica Democratica del Congo a Ovest, separato dal lago Tanganica, fra i più grandi laghi africani, e con la Tanzania a Sud e a Est. Si trova nella regione geografica dei Grandi Laghi ed è uno Stato senza sbocco al mare. Il territorio è costituito da un unico grande altipiano, su cui si sviluppano molte zone collinose.
Il clima è tropicale. La sua capitale, dal 24 dicembre 2018, è Gitega, mentre precedentemente fu Bujumbura. Colonia prima tedesca, poi belga, ottenne l’indipendenza nel 1962. Il Paese è devastato dai violenti conflitti etnici tra i gruppi dei Tutsi (i famosi Vatussi, 15%), Hutu (85%) e Batwa (1%, pigmei). Nel 1972 vi fu un gravissimo genocidio del governo contro gli Hutu, con il massacro di circa 500.000 persone. Seguì il cosiddetto “genocidio intellettuale”: agli studenti Hutu venne impedito l’accesso alle scuole superiori. Continui colpi di stato, attentati, assassini, violenze e disordini costellano la martoriata storia politica di un Paese dalla fragile democrazia. Purtroppo la crisi del Paese è aggravata da un tasso di corruzione molto alto che esaspera la povertà estrema del popolo.
L’elevata densità della popolazioneè in parte spiegata dalla posizione del Paese, lontano dal mare e dalle tradizionali rotte della tratta degli schiavi che ha spopolato altre zone del Continente. Data l’alta mortalità in giovane età, l’età media è di circa 17 anni. Il tasso di fertilità è di 6.55 nati/donna, ma la mortalità infantile è molto alta. La mortalità tra i bambini al di sotto dei 5 anni è stimata infatti al 169/1.000 contro una media per l’Africa del 114/1.000. La mortalità materna è di 970 per 100.000, doppia della pur grave media per l’Africa.
Tra le maggiori cause di morbilità e di mortalità, la severa malnutrizione, le scarse condizioni igieniche, la mancanza di fognature, i fumi tossici di combustione dei bracieri sprovvisti di canne fumarie, la situazione sanitaria critica con l’imperversare di malaria, febbre gialla, colera, meningite, tubercolosi, HIV.
Gran parte della popolazione rurale del Burundi risiede in piccoli insediamenti dispersi costituiti da pochi nuclei familiari chiamati “rugo”. Solo una percentuale minima della popolazione risiede in nuclei urbani. Solo la metà della popolazione è alfabetizzata. Scontri, incendi e devastazioni hanno depauperato l’inestimabile patrimonio faunistico-ambientale e molti animali sono oramai estinti.
Per chi volesse fare una donazione, IBAN: IT39C0760103200001065966218- Intestato a Lucien Niyonzima -Causale: Orfanotrofio del Burundi. Ogni piccolo gesto di solidarietà è un ulteriore “mattone” che contribuirà a creare muri e fondamenta laddove ora c’è solo nulla e disperazione.
Carlo Alfaro