Tragedia ad Ercolano: chi erano Samuel, Sara e Aurora. Caccia al proprietario del laboratorio abusivo
Giovani vite spezzate nel loro primo giorno di lavoro: le storie di Samuel Tacifu e delle gemelle Sara e Aurora Esposito, vittime di un’esplosione in una fabbrica clandestina a Ercolano.
Ad Ercolano, in un’abitazione di via Patacca trasformata illegalmente in laboratorio di fuochi d’artificio, una violenta esplosione ha spezzato ieri le vite di tre giovani al loro primo giorno di lavoro. La casa, situata al confine con San Giorgio a Cremano, era stata adibita a fabbrica abusiva per produrre botti in vista del Capodanno.
Vite spezzate troppo presto
I tre giovani avevano accettato l’impiego per necessità economica, ma quel lavoro si è trasformato in un incubo. Tra le vittime c’è Samuele Tacifu, un ragazzo di 18 anni, originario dell’Albania e residente a Ponticelli. Samuele era padre di una bambina di appena quattro mesi, nata dalla relazione con la sua compagna diciassettenne. A raccontare il suo dramma è Anna Campagna, suocera del giovane: «Era un lavoratore instancabile, un ragazzo straordinario. Si dava da fare per mantenere la sua famiglia. Aveva già avuto problemi con datori di lavoro che non lo pagavano e aveva persino avviato una vertenza. Ora, invece, è morto bruciato vivo, al suo primo giorno in questa fabbrica abusiva».
Le altre due vittime sono le sorelle gemelle Sara e Aurora Esposito, di 26 anni, originarie di Marigliano. Anche loro madri di bambini piccoli, lavoravano per garantire un futuro migliore ai propri figli. Una scelta che, purtroppo, si è rivelata fatale.
Dolore inconsolabile delle famiglie
Scene strazianti si sono consumate sul luogo della tragedia. La madre delle gemelle, disperata, ha gridato i nomi delle figlie per ore: «Sara, Aurora, dove siete? Come posso andare avanti senza di voi?». Tra i familiari accorsi c’era anche la giovane moglie di Samuele, accompagnata da una sorella delle gemelle. La rabbia ha presto preso il sopravvento: alcuni parenti si sono scagliati verbalmente contro un uomo, probabilmente il proprietario della casa-laboratorio, accusandolo di essere responsabile della tragedia: «Dovevi essere tu a morire».
Indagini in corso
Il proprietario dell’immobile, al momento irreperibile, è al centro delle indagini. Le autorità stanno cercando di chiarire se fosse a conoscenza dell’attività illecita svolta nella sua proprietà. Nel frattempo, la Procura di Torre Annunziata ha aperto un’inchiesta per accertare le cause dell’esplosione e valutare eventuali responsabilità penali. Sul luogo sono ancora al lavoro gli artificieri per mettere in sicurezza l’area, mentre i carabinieri proseguono con i rilievi.
Il sindaco: “Si potevano evitare queste morti?”
Il sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto, ha espresso il suo dolore e indignazione per l’accaduto. Durante un’intervista, ha dichiarato che il Comune era già a conoscenza di sospetti sull’abitazione: «Stavamo attendendo l’autorizzazione della Procura per un’ispezione forzata, poiché il proprietario aveva bloccato l’accesso ai vigili urbani. È davvero possibile che nessuno dei vicini si fosse accorto di quanto accadeva in quella casa? Se ci fossero state segnalazioni, forse avremmo potuto evitare questa tragedia.»
L’esplosione ha devastato non solo l’edificio, ma anche le vite di tre famiglie e di un’intera comunità, lasciando aperte dolorose domande. Come è possibile che un’attività così pericolosa fosse portata avanti senza che nessuno intervenisse? E quante altre situazioni simili potrebbero essere nascoste dietro le pareti di edifici apparentemente normali?