Tragedia di Ercolano: per pochi euro, vite spezzate in una fabbrica della morte

20 novembre 2024 | 08:53
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Tragedia di Ercolano: per pochi euro, vite spezzate in una fabbrica della morte

Tragedia di Ercolano: per pochi euro, vite spezzate in una fabbrica della morte
Venti o venticinque euro al giorno. Una miseria per rischiare la vita in una fabbrica clandestina di fuochi d’artificio, dove tre giovani lavoratori sono stati letteralmente polverizzati da un’esplosione. Un dramma annunciato, una strage evitabile, come emerge dalle prime indagini dei carabinieri.

Le vittime: Samuel Tafciu, 18enne albanese, e le gemelle Sara e Aurora Esposito, 26 anni. Tre giovani vitestroncate da un’esplosione in un capannone fatiscente, trasformato in una bomba pronta a scoppiare. A pochi giorni dalla tragedia, un quadro agghiacciante si delinea.

Il proprietario di fatto dell’immobile, Pasquale Punzo, è finito nel mirino degli inquirenti. L’edificio, come riporta Leandro Del Gaudio de “Il Mattino”, intestato fittiziamente a una bambina di 13 anni, era un covo di morte. Non un’abitazione, come risultava dai registri, ma un laboratorio clandestino dove si producevano fuochi d’artificio in condizioni di massima illegalità e pericolosità.

La vedova di Samuel, straziata dal dolore, ha denunciato lo sfruttamento e l’indifferenza che hanno portato alla morte del marito. “Mio marito è morto per una manciata di spiccioli“, ha dichiarato, sottolineando la disperazione di chi accetta lavori in nero pur di portare a casa uno stipendio.

Anche Lucia Occhibelli, madre delle gemelle, ha espresso tutto il suo dolore sui social media, definendo la tragedia “un cuore spezzato in mille pezzi“.

L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Napoli, procede a pieno ritmo. Gli inquirenti stanno indagando per esplosione, disastro e omicidi plurimi. L’obiettivo è far luce sulle responsabilità di questa tragedia e assicurare alla giustizia i colpevoli.