La straordinaria storia di Angelo Aiello |
Cronaca
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Orgoglio di Vico Equense: Angelo Aiello dalla paralisi a campione paralimpico e maestro del presepe

10 dicembre 2024 | 16:26
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Orgoglio di Vico Equense: Angelo Aiello dalla paralisi a campione paralimpico e maestro del presepe

Un uomo che ha trasformato la sofferenza in arte e sport, diventando simbolo di speranza per la sua città natale.

Angelo Gabriele Aiello è un uomo che ha trasformato la sofferenza in arte e la solitudine in forza. A 46 anni, originario di Vico Equense, è un campione paralimpico di canoa, ma anche un maestro di presepi. La sua storia è un percorso di resilienza e rinascita che affonda le radici in un grave incidente, ma trova la sua vera forza nell’incontro con l’arte presepiale e nello sport. Un racconto di speranza che fa capire come ogni difficoltà possa essere affrontata, passo dopo passo, e come l’amore per le proprie passioni possa restituire la gioia di vivere.

Ogni figura del presepe di Angelo Gabriele Aiello è un frammento della sua vita, una storia intagliata con pazienza e dedizione. C’è la vita, la sofferenza, ma anche la speranza che riaffiora tra le sue mani. “Creare presepi per me è molto più che un semplice hobby; è il mio modo per ricostruire una vita che sembrava perduta”, racconta Angelo con voce ferma, mentre gli occhi brillano di passione.

La sua vita è cambiata in modo irreversibile nel 2010, quando un tragico incidente sul lavoro lo ha costretto alla paralisi. Un evento che avrebbe potuto segnare la fine di tutto, ma che invece è diventato l’inizio di una nuova esistenza. A peggiorare la situazione, una complicazione post-operatoria che lo ha ridotto a uno stato di grande sofferenza fisica e psicologica. “Mi sentivo imprigionato, non solo nel corpo ma anche nella mente. Ero arrivato a pensare che non ci fosse più nulla per me”, confessa Angelo, ricordando quei momenti bui.

La svolta arriva quasi per caso, durante un pellegrinaggio a Lourdes, dove un amico lo incita a riscoprire la sua passione per i presepi, suggerendo che quella potrebbe essere la chiave per il suo futuro. Le parole di quell’amico, semplici ma profonde, risvegliano qualcosa dentro di lui. “Quel momento è stato fondamentale. Da quel giorno, non ho più guardato indietro. Ho messo tutto me stesso nella costruzione dei miei presepi”, spiega.

Una delle sue opere più significative è una barca-presepe, un pezzo unico che Angelo non venderà mai. È il tributo a un amico speciale, Enzo Runca, un medico che ha dedicato la sua vita alla solidarietà e che purtroppo ha perso in un tragico incidente. “Enzo mi aveva promesso che un giorno mi avrebbe portato in barca a vela. Quando è morto, ho voluto rendere omaggio alla nostra amicizia creando questa barca di sughero, che è diventata il simbolo di quel legame indissolubile”, ricorda Angelo con un sorriso nostalgico.

La rinascita di Angelo non si è limitata solo all’arte. Dopo l’incidente, il suo peso era aumentato vertiginosamente, arrivando a 140 kg. I medici gli avevano dato pochi anni di vita, ma Angelo ha deciso di combattere. Con un programma di recupero promosso dall’INAIL, e grazie a una dieta rigorosa, ha perso 60 kg in soli due anni. Non solo ha ritrovato la salute, ma ha anche scoperto la canoa paralimpica, conquistando ben cinque titoli italiani. “L’arte e lo sport mi hanno insegnato che i limiti esistono solo nella mente. Ogni traguardo, anche il più piccolo, è una vittoria”, dice Angelo, orgoglioso dei suoi successi.

Oggi, i suoi presepi sono esposti ai mercatini di Natale in tutta la Campania, da Salerno a Sorrento. Ma Angelo non si ferma qui. Con l’associazione Amami di Napoli, partecipa attivamente a iniziative di solidarietà, donando parte del ricavato delle sue vendite per finanziare pellegrinaggi a Lourdes per chi, come lui, ha bisogno di ritrovare la speranza. “Ogni presepe che faccio è un messaggio. Non bisogna mai arrendersi, anche quando sembra che la vita ti abbia tolto tutto”, conclude Angelo con determinazione.

La sua storia non è solo quella di un uomo che ha affrontato una grande tragedia, ma è un inno alla vita, alla resilienza e alla capacità di trasformare la sofferenza in bellezza. Una lezione che tutti noi dovremmo imparare: con passione e determinazione, ogni difficoltà può diventare un’opportunità di rinascita.