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Piano di Sorrento, Don Antonino D’Esposito: “Natale è dialogo”

25 dicembre 2024 | 18:04
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Piano di Sorrento. In questa solennità del Santo Natale siamo portati a riflettere sulle parole pronunciata da Don Antonino durante l’omelia della messa mattutina: «La porta che si apre in quest’anno giubilare è il segno di un cuore che si apre, una vita che si apre. Dio apre le porte, Dio non chiude le porte. Quando si chiude una porta a volte è il segno che c’è una chiusura, che c’è un rapporto che si interrompe. Il Signore è venuto perché si possa spalancare la porta. Gesù ha detto: “Io sono la porta delle pecore, chi entrerà attraverso di me, chi uscirà, troverà salvezza, troverà alimento”. Gesù per noi è la porta aperta. Il segnale dalla Porta Santa di Roma è il segno che Cristo è lui la porta della salvezza, è lui che porta la salvezza. Ed è una porta spalancata per noi.
Oggi nella messa del giorno abbiamo ascoltato il prologo di San Giovanni, a mezzanotte abbiamo ascoltato il racconto dei pastori che vanno a vedere il bimbo avvolto in fasce, l’annuncio degli angeli. Il prologo di San Giovanni è la pagina iniziale del Vangelo, è come un grande inno poetico e teologico. E’ un canto che riassume già tutto il Vangelo. Se guardiamo con attenzione il prologo è già tutto il Vangelo annunciato. La parola iniziale di questo prologo di Giovanni: “In principio era il Verbo”. Questo verbo che per noi può suonare un po’ astratto, ma è bello ricordarci in greco la parola è “Logos”. “Logos” significa parola, significato, senso, sapienza. Ha tantissimi significati e tra questi c’è un significato che mi sembra per noi oggi particolarmente importante, significa dialogo, discorso. Gesù e il dialogo fatto carne. Il profeta Isaia dice. “Come sono belli sui monti i piedi di chi annuncia un lieto annuncio”. Sono belli i piedi di chi porta una bella notizia. Questa notizia che il Signore è vicino.
E poi nella seconda lettura, dalla Lettera agli Ebrei, c’è un dialogo tra padre e figlio. L’autore dice che Dio aveva già parlato in tanti modi ma adesso finalmente in pienezza e con chiarezza ci ha parlato in Gesù. E’ lui la parola fatta carne. Il padre, introducendo il figlio nel mondo, gli dice: “Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato”. E poi dice: “Lo adorino tutti”. C’è un dialogo tra il padre e il figlio, è un dialogo d’amore, è un dialogo di grazia.
Gesù ci invita a questo dialogo di grazia. Dio non è solitudine, come anche noi non siamo fatti per la solitudine. Siamo fatti per il dialogo, l’incontro, la relazione. Dio è relazione, Dio è dialogo e ci invita in questo dialogo di grazia e di amore. allora
Noi spesso facciamo troppi soliloqui. E’ importante parlare con se stessi, ma a volte ragioniamo troppo con noi stessi, con i nostri pensieri e poi ci incartiamo perché poi i nostri pensieri comunque ci portano a alimentare a volte sentimenti non sempre belli, a volte crescono le ansie e le preoccupazioni.
Nel dialogo con il Signore noi ci apriamo alla grazia e lui vuole parlarci, ci invita a questa relazione. Dio è dialogo. Il dialogo si è fatto carne per noi. Gesù ci vuole parlare. Noi esistiamo nella misura in cui parliamo con lui.
Questo Natale sia un Natale di dialogo, meno soliloqui, meno video e immagini e più dialogo, dialogo con Dio.
Dio non li incontri solamente nel silenzio ma lo incontri soprattutto nell’incontro del dialogo. Allora non chiudiamoci nei nostri sterili soliloqui, non chiudiamoci nei nostri pensieri che a volte tolgono speranze, tolgono gioia. Apriamoci al dialogo con gli altri e al dialogo con Dio. Natale e dialogo. Natale è un Dio che ha scelto di dialogare con noi, di parlarci e vuole che noi parliamo a lui. Dio ha aperto una relazione, un dialogo che lui non chiuderà più».