Piano di Sorrento, il degrado della Scuola Elementare di Via Carlo Amalfi
Piano di Sorrento. Si continua a parlare della Scuola Elementare di Via Carlo Amalfi, chiusa nel 2008 a seguito di una perizia che ne dichiarava l’inagibilità e a oggi in stato di totale abbandono. Un luogo simbolo della città che ha visto crescere e formarsi diverse generazioni di carottesi. Un edificio ricco di memoria e di ricordi che da troppo tempo si è trasformato in un ricettacolo di immondizia e di incuria mentre potrebbe essere ridonato alla città in tutto il suo antico splendore.
E’ un pugno nello stomaco passare davanti alla struttura e vedere la triste ed anonima gigantografia che la ricopre ricordando in modo chiaro ed evidente il declino che ogni giorno mina l’edificio. Si potrebbe, ad esempio, rimuovere quella fredda gigantografia e provvedere ad illuminare l’opera in maiolica che ricopre ed impreziosisce la facciata. Sarebbe un modo per restituire uan dignità – almeno esteriore – alla scuola in attesa di un recupero della struttura.
A seguito dell’incontro organizzato lo scorso maggio da Mariella Nica e Michele Gargiulo presso la “Torrefazione Maresca” nel quale si discusse ampiamente del futuro della scuola di Via Carlo Amalfi il sindaco Salvatore Cappiello dichiarò: «Con una recente delibera di giunta abbiamo candidato la riqualificazione della scuola di Via Carlo Amalfi all’avviso pubblico regionale “Scuola viva in cantiere”, ossia la recente linea di finanziamenti per l’edilizia scolastica. La partecipazione a quest’avviso della Regione Campania si lega alla valutazione di sicurezza dell’edificio di cui ci siamo recentemente dotati e che, confermando le criticità dell’immobile che portarono alla sua necessaria chiusura, ci ha tracciato, alla luce delle nuove tecniche, la strada per il suo recupero. In Via Carlo Amalfi c’è e ci sarà una scuola. Lavoriamo fortemente e insieme per questo con la passione di chi vuole vincere sfide importanti nell’esclusivo interesse della comunità di oggi e di domani».
Ad oggi dobbiamo constatare che nulla è stato ancora fatto.