Piano di Sorrento, l’omelia di Don Antonino “La gioia è condivisione”. Festa per i 50 anni di Luciano e Serafina
Piano di Sorrento, l’omelia di Don Antonino “La gioia è condivisione”. Festa per i 50 anni di Luciano e Serafina, mezzo secolo di matrimonio, a loro gli auguri di cuore anche di Positanonews . Tanti gli abbracci a Don Antonino per la perdita del padre che è nella gioia del Signore. La famiglia di Don Antonino originaria dei Colli di San Pietro della sana e genuina cultura contadina è notoriamente una famiglia semplice, onesta e generosa. “Abbiamo sentito il vostro abbraccio, vi ringrazio”, ha detto commosso Don Antonino. Amiamo molto la Chiesa di San Michele, non solo perchè ne portiamo il nome, ma perchè davvero è incantevole l’insieme della messa, dalle musiche, ai canti, alle luci, al tutto ben tenuto ed anche al dono che fanno della diretta per i tanti carottesi che o per saluto o per lavoro, tanti sono i naviganti e i marittimi e sono per mare, non possono seguire la propria chiesa, e li fa sentire a casa, è anche per loro che la rilanciamo e commentiamo da oramai venti anni con il nostro giornale. La predica di Don Antonino è come sempre esemplare, incisiva , diretta, parla al cuore, ma anche alla mente. La citazione di Fëdor Dostoevskij, I fratelli Karamazov VII, 3, è stata davvero bella dopo aver sottolineato che non ci si salva da soli. “Vedi, Aljòscecka, – scoppiò e ridere nervosamente Grùscegnka rivolgendosi a lui, – mi sono vantata con Rakìttka di aver dato una cipolla, ma con te non mi vanterò, a te parlerò con un’altra intenzione. E’ soltanto una leggenda, ma una bella leggenda, che ancora bambina a sentito dalla mia Matrjòna, quella che adesso serve da me come cuoca. Senti com’è: “C’era una volta una donna cattiva cattiva che morì, senza lasciarsi dietro nemmeno un’azione virtuosa. I diavoli l’afferrarono e la gettarono in un lago di fuoco. Ma il suo angelo custode era là e pensava: di quale suo azione virtuosa mi posso ricordare per dirla a Dio? Se ne ricordò una e disse a Dio: – Ha sradicato una cipolla nell’orto e l’ha data a una mendicante. E Dio gli rispose: – Prendi dunque quella stessa cipolla, tendila a lei nel lago, che vi si aggrappi e la tenga stretta, e se tu la tirerai fuori del lago, vada in paradiso; se invece la cipolla si strapperà, la donna rimanga dov’è ora. L’angelo corse della donna, le tese la cipolla: – Su, donna, le disse, attaccati e tieni. E si mise a tirarla cautamente, e l’aveva già quasi tirata fuori, ma gli altri peccatori che erano nel lago, quando videro che la traevano fuori, cominciarono ad aggrapparsi tutti a lei, per essere anch’essi tirati fuori. Ma la donna era cattiva cattiva e si mise a sparar calci contro di loro, dicendo: “E’ me che si tira e non voi, la cipolla è mia e non vostra. Appena ebbe detto questo, la cipolla si strappò. E la donna cadde nel lago e brucia ancora. E l’angelo si mise a piangere e si allontanò”.