Presi i due latitanti del tentato omicidio di Frenna Raffaele
Il 20 dicembre scorso le autorità hanno dato esecuzione di un’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 9 soggetti gravemente indiziati di tentato omicidio, porto e detenzione di arma da fuoco in luogo pubblico e pubblica intimidazione con l’uso di armi e violenza privata, tutti aggravati anche dalle modalità mafiose previste dall’art. 416 bis 1 c.p. Nella giornata di sabato, personale della Polizia di Stato ha rintracciato e tratto in arresto uno dei due soggetti che si erano resi irreperibili.
Venerdì invece, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 9 soggetti gravemente indiziati di tentato omicidio, porto e detenzione di arma da fuoco in luogo pubblico e pubblica intimidazione con l’uso di armi e violenza privata, tutti aggravati anche dalle modalità mafiose previste dall’art. 416 bis 1 c.p.
Due dei soggetti indagati non era stati rintracciati e attivamente ricercati; nel corso delle operazioni, sono state eseguite perquisizioni domiciliari all’esito delle quali sono stati rinvenuti diversi quantitativi di sostanza stupefacente già confezionata ed in particolare, 48 bustine ed un involucro contenenti circa 7,3 grammi di cannabis, 100 involucri termosaldati e due confezioni contenenti cocaina per un peso complessivo di 363 grammi circa e denaro contante.
L’ordinanza è stata emessa all’esito delle indagini condotte dalla Squadra Mobile di Napoli a seguito del tentato omicidio di Frenna Raffaele, posto in essere in data 5 novembre 2023, in Piazza Mercato a Napoli, a seguito di una lite scaturita da futili motivi avvenuta presso un locale di intrattenimento nel quartiere Posillipo.
Tale evento aveva determinato la contrapposizione di due gruppi di giovani riferibili a contesti criminali dei Quartieri Spagnoli e delle “Case Nuove”, zona Piazza Mercato, che si è poi tradotta in ripetute “stese”, e nel tentato omicidio del Frenna, soggetto totalmente estraneo ai fatti ma cugino di uno dei soggetti che aveva preso parte alla lite genetica della vicenda.
Le attività svolte hanno permesso di individuare non solo il presunto autore dell’agguato ma, altresì, di documentare l’esistenza di un gruppo di giovani spregiudicati, legati, in origine, al clan Contini, operanti nella zona delle Case Nuove.
Durante le investigazioni i componenti del gruppo criminale sono stati immortalati in molteplici occasioni in possesso di armi da fuoco ed in alcuni casi è stata cristallizzata anche l’esplosione di colpi d’arma da fuoco sulla pubblica via.
Alcuni dei soggetti sono, altresì, indagati per aver utilizzato degli apparecchi cellulari mentre erano detenuti all’interno del carcere di Secondigliano.
Infine, si rappresenta che uno dei destinatari della ordinanza di custodia cautelare è, altresì, gravemente indiziato del reato di violenza privata posta in essere, in concorso con altri, in occasione di una brutale aggressione avvenuta il 15 maggio 2022 ai danni dei titolari e dei clienti del ristorante “Cala La Pasta” sito in Via Tribunali. In ordine a tali fatti in data 13 giugno 2022 sono già stati tratti in arresto, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, soggetti legati ai vertici del clan Contini e, in particolar, BOSTI Patrizio jr – figlio di BOSTI Ettore e nipote di BOSTI Patrizio, jr, entrambi detenuti in regime di 41 bis o.p. – che è già stato condannato, con sentenza passata in giudicato, alla pena di anni 4 di reclusione.
Nel corso delle operazioni, presso l’abitazione di uno degli arrestati, è stata, altresì, rinvenuta sostanza stupefacente e grosse somme di denaro.
Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.