Abusi edilizi nel parco dei monti Lattari: a processo il parroco del Santuario di San Michele a Faito
Abusi edilizi nel parco dei Monti Lattari. Domani mattina presso il tribunale di Torre Annunziata, innanzi al Giudice Monocratico Ascolese, si terrà la prima udienza del processo nei confronti di don Catello Malafronte, sacerdote del Santuario di San Michele Arcangelo sul monte Faito. Il parroco, in qualità di committente dei lavori, dovrà rispondere di abusivismo edilizio per opere segnalate dal WWF Terre del Tirreno secondo la quale avrebbe tagliato alberi e buttato gli scarti dei lavori nella montagna.
La denuncia del WWF Terre del Tirreno risale al 2021. All’epoca alcuni volontari segnalarono che c’erano in atto lavori edili vicino al Santuario di San Michele. Secondo il Wwf Terre del Tirreno gli abusi consistevano in una ennesima colata di cemento e alle spalle della chiesa era stata realizzata una strada ex-novo. I materiali di risulta dei lavori era stati sversati sul versante di Pimonte e costituivano una vera e propria discarica a rischio frana. Responsabile di tutto questo secondo il Wwf Terre del Tirreno sarebbe il legale rappresentante dell’ente religioso “Santuario di San Michele Arcangelo” Don Catello Malafronte, in qualità di committente dei lavori per la riqualificazione del Santuario di San Michele Arcangelo. Le opere edili sarebbero state effettuate senza le preventive e necessarie autorizzazioni, come in seguito sarebbe stato accertato dai carabinieri Forestali della stazione di Castellammare di Stabia dopo la denuncia.
“È sconfortante che il responsabile dello scempio effettuato sia proprio un uomo di chiesa – ha dichiarato alla stampa Claudio D’Esposito, presidente del WWF Terre del Tirreno – eppure non è stato proprio Papa Francesco a ribadire, nella sua Enciclica Laudato Sì, l’importanza religiosa e vitale di tutelare la Natura? E’ assurdo che sulla montagna del Faito, nel cuore del Parco Regionale dei Monti Lattari, all’interno di un sito di interesse comunitario a protezione speciale e in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico e idrogeologico, c’è ancora chi si arroga la libertà di devastare la Natura e il paesaggio, tagliando alberi e cementificando il suolo, dando il cattivo esempio ai tanti che, quotidianamente e impunemente, utilizzano e scempiano le risorse della montagna esclusivamente a proprio uso e consumo».