ABUSI SU MINORE, TUTTE LE OMBRE SUL CASO DEL SACERDOTE ISOLANO
Potrebbe riservare nuovi e comunque inquietanti particolari il caso del sacerdote ischitano, dei presunti abusi e della presunta vittima. Una vicenda assurta agli onori delle cronache che potrebbe avere un che di incredibile e un epilogo a dir poco assurdo. Resta la vicenda di un prete locale, non formalmente accusato, la cui abitazione è stata perquisita dai Carabinieri. Nessuna ufficialità sul caso è giunta alle parti interessate, ne tanto meno potrebbe, atteso che è tutto, verosimilmente, nelle mani degli inquirenti. L’unico dato certo,sin qui, in tutta questa vicenda in chiaro scuro è stato solo una stringata nota della Diocesi di Ischia in cui si predica cautela e rispetto per quanti coinvolti. La voce che comunque si rincorre nelle sagrestie e nei bar ha note comunque gravi,vestita di derive sociali in ogni caso gravi: il prelato sarebbe finito nella bufera per ripicca. Una ripicca veicolata da chi aveva interesse a colpire il sacerdote di recente nominato in parrocchia, facendolo passare per un mostro da sbattere in prima pagina. Ma anche qui non vi sono conferme. Solo la polizia giudiziaria potrà avere contezza nel merito dei fatti, se vi siano o meno eventuali denunce depositate agli atti, se e come la Procura di Napoli si intervenuta e abbia aperto un fascicolo di inchiesta e, nello specifico, se e come i genitori della piccola presunta vittima, di circa sei anni, siano stati sentiti dai Carabinieri, se loro o chi per loro lo sia stato. Chi abbiasporto denuncia, eventualmente, poi ridimensionato o ritrattato le accusediuna formale denuncia.Come e se sia partito il codice rosso con l’intervento che, evidentemente,avrebbedovuto essere del Sostituto Procuratore MonicaCampese, Sezione IV – Fasce Debolideve essere ancora chiarito. Come dicevamo, lo stesso Monsignor Carlo Villano, Vescovo di Ischia e Pozzuoli, nel predicare cautela, ha espresso fiducia, sottolineando la delicatezza della situazione senza chiarirne i dettagli, l’humus ed i particolari.Tanto è vero che ora come allora, non sono stati presi provvedimenti disciplinari nei confronti del sacerdote in questione, che continua a svolgere le sue funzioni. Se le indiscrezioni dovessero essere confermate l’isola, interdetta dalla notizia delle presunte molestie, comunque dovrebbe interrogarsi anche sulla presunta leggerezza con cui si intraprendono determinati percorsi e sulla facilità con cui si sostengono accuse gravissime e pesanti per i grandi, ma anche per i piccini che in un modo o nell’altro sono strumenti nelle mani di chi dovrebbe piuttosto educarli alla vita. L’isola di Ischia, con i suoi circa 70mila abitanti, 25 parrocchie e oltre 30 sacerdoti, è stata scossa da questi eventi che a questo punto dovrebbero mettere in discussione non solo la fiducia dei fedeli, quanto anche la fiducia nei fedeli o presunti tali. Al momento, dopo la nota del Vescovo Villano sul caso, non ci sono stati risvolti ufficiali in nessuna direzione, né sulle indagini che si ritenevano in corso, né se il caso, in qualche modo,sia stato archiviato, né ci sono fasi successive e carico del prelato, il cui pc ed il cellulare sono stati acquisiti e setacciati alla ricerca di possibili prove dell’accusa. La perquisizione fatta dagli uomini dell’arma non sarebbe stata finalizzata ad acquisire materiale pedopornografie, ma solo a verificare che vi fossero prove peruna ipotesi di reato che si era ritenuta di atti sessuali su minorenne nell’ambito delle indagini e successiva delega comandata dalla Procura. L’unica voce ufficiale sul caso resta quella del Vescono Villano. Ma se davvero l’enorme castello accusatorio montato in questi giorni, in grado di distruggere chiunque, si rivelasse montato ad arte e ridimensionato, si fosse già sgonfiato saremmo difronte ad un nuovo assioma su cui aprire un altrettanto seria discussione.
IL RETROSCENA
Come dicevamo, stando a quanto trapela da fonti ben informate, le prime evidenze delle indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Napoli e dai carabinieri della Compagnia di Ischia non sembrerebbero aver fatto emergere elementi significativi di colpevolezza o responsabilità diretta a carico del religioso. Anzi, la sua posizione sarebbe chiara grazie a verifiche e riscontri investigativi, durante i quali (anche raccogliendo testimonianze nell’ambito familiare della presunta vittima) sarebbero emerse incongruenze o dichiarazioni che avrebbero sostanzialmente smontato l’impianto accusatorio. Nel frattempo, si susseguono discussioni e voci secondo cui l’intera vicenda potrebbe essere nata da un desiderio di vendetta o ritorsione nei confronti del sacerdote.L’intera narrazione che rimane plausibile, di fatto, non ha trovato alcuna conferma concreta. Sulla stessa indagine e il caso, le stesse autorità non hanno reso riscontri. Ma se davvero le accuse dovessero cadere dopo che gli inquirenti, come sarebbe emerso, avrebbero interrogato la persona dalla quale sarebbe partita la denuncia (non per forza la minore o i genitori) e a seguito di insistenti domande, avrebbe confessato di aver “denunciato il prete per una sorta di possibile ripicca allora potrebbe aprirsi un altro fascicolo di indagini per approfondire oltre gli equilibri e gli ambienti familiari su quale l’humus che avrebbe indotto a sostenere una così terribile calunnia. Stando ai ben informati, la famiglia non abbiente, con alle spalle un percorso difficile, proveniente anche un nucleo molto numeroso, sfollato per diversi problemi e vicissitudini, sarebbe stata indotta (almeno avrebbe potuto esserlo) al passo di denunciare da chi aveva interesse a sbarazzarsi del sacerdote, da una serie di soggetti a cui aveva chiesto aiuto, proprio perché posto in una condizione di necessità.Si profilerebbe, dunque, l’ombra di una denuncia “per ripicca” finalizzata attraverso la circonvenzione di altri soggetti in stato di prostrazione. La ripicca di soggetti che avrebbero mirato a sbarazzarsi un sacerdote scomodo a vecchi equilibri di potere nel paese e nelle parrocchie. Soggetti prima in vista in comitati, associazioni che gestivano le organizzazioni delle principali feste di chiesa e di popolo, esautorate poi da quel maneggio e dai vertici degli stessi comitati di cui avevano retto le sorti dal neonominatosacerdote. Questi sin dall’inizio del suo mandato in paese aveva chiesto ordine e rispetto dei ruoli, della religione e della fede tenendo lontani il profano dal sacro. La nuova linea parrocchiale, ovviamente, avrebbe scalfito e rivoluzionato le gerarchie ormai consolidantesi da anni, scardinando i gruppi di potere. È così che usando la necessità e lo stato di bisogno di alcune famiglie meno abbienti, sfollate e senza casa con molti figli a carico, si sarebbe architettato il piano per far fuori il sacerdote (si badi bene su cui pende la presunzione di innocenza maanche gravi accuse). Un quadro in grado di distruggere chiunque.Al complesso quadro avrebbero contribuito anche le scelte del Vescovo che di nominare ed affidare le varie sedi vacanti delle chiese ischitane a questo o all’altro parroco, ridisegnando lo scacchiere in relazione ad un nuovo assioma. Una guerra di potere anche intera alla curia stessa che vorrebbe usare il popolo e i fedeli per imporsi. Un caso, una vicenda che da qualunque prospettiva la si guardi fa accapponare la pelle.