Adsp, ora è scontro con la triplice: restituiscano somme non dovute invece di scioperare!
«Di inaccettabile vi è solo un atteggiamento di grande irresponsabilità che spiace constatare, giunge ancora una volta viene dal sindacato confederale presente in azienda», non usa mezzi termini l’Autorità portuale di Napoli e Salerno per commentare lo sciopero proclamato dei lavoratori questo 9 gennaio e soprattutto le sue sedicenti motivazioni. Ormai è scontro aperto tra l’Autorità Portuale del Mar Tirreno Centrale e i sindacati di categoria che domani in croceranno le braccia, aprendo di fatto una frattura profonda con l’Autority del presidente Andrea Annunziata e con la segreteria di Giuseppe Grimaldi. Entrambe, intanto, rispediscono al mittente le accuse di comportamenti antisindacali, gli anatemi della triplice e rilanciano con una serie di atti ritenuti inconfutabili e che al momento non danno alibi agli scioperanti con le varie rappresentanze: «Questa Autorità respinge con forza le accuse infondate ed inopportune che stando alle affermazioni della triplice attengono “a violazioni reiterate della contrattazione nazionale e decentrata di settore, nonché ad una preoccupante e distorta interpretazione” della legge istitutiva dei porti, la L. 84/94 posta in essere a danno dei lavoratori e delle lavoratrici della stessa». Un cruento scontro tra le parti apertosi all’indomani della decisione dell’Adsp di fermare inattesa di opportuni pareri l’elargizione di benefici economici e somme ritenute non dovute dall’autorità stessa che ha di fatto richiesto la restituzione delle stesse. Un’iniziativa senza precedenti che sta scuotendo dalle fondamenta gli ambienti. Nel merito è tranciante la precisazione dell’Autorità:« la “sistematica disapplicazione delle condizioni contrattuali” cui le tre sigle si riferiscono nei fatti riguarda la verifica puntuale posta in essere dagli uffici competenti di questa amministrazione di istituti contrattuali cui il personale dipendente non aveva diritto. Benefici economici assegnati in precedenza sulla base di interpretazioni fuorvianti ed arbitrarie che di fatto gravano sul bilancio dell’Ente e quindi sulla fiscalità generale».Alla base della protesta, ovviamente c’è di più. Annunziata e Grimaldi hanno infatti richiesto la restituzione di tutte le somme, o quasi, introitate sin qui come benefici e che ad oggi risultano non dovuti e, dunque, capaci di ingenerare un danno erariale all’Autorità che ora le rivuole indietro, senza se e senza ma e senza prestare il fianco dinanzi alle pressioni delle organizzazioni , mostrandosi persino cosciente dell’imbarazzo di fronte al quale si trovano i sindacati stessi costretti ad ammettere il problema con i propri rappresentati a cui dovranno gioco forza mettere le mani in tasca. Non ammettere repliche, infatti, la posizione dei vertici dell’autorità portuale che non hanno, evidentemente, preso bene i toni esternati dalla triplice. Nessuna altra interpretazione alle parole del Presidente affidate ad una nota inviata dalla segreteria generale di Giuseppe Grimaldi, è con quest’ultimo, inviato al fronte da Annunziata che lo scontro si mostra più serrato. «Appare comprensibile la irritazione delle tre organizzazioni sindacali costrette a comunicare ai lavoratori ed alle lavoratrici dell’AdSP di Napoli e Salerno la perdita di benefici acquisiti nel tempo o la restituzione di somme percepite in passato, cui non avevano diritto, ma è evidente che tale responsabilità non può ricadere su questa Amministrazione che è tenuta per legge ad operare nell’unico ed esclusivo interesse della cosa pubblica- tuonano gli inquilini di Piazzale Pisacane che poi rilanciano- Pertanto essendo queste le motivazioni poste a base della dichiarazione di sciopero previsto per il giorno 9 gennaio si ribadisce che Questa amministrazione non può derogare alle verifiche e controlli applicativi delle norme di legge e contrattuali poste a tutela del pubblico interesse e che i provvedimenti assunti nulla hanno a che vedere con la violazione dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici di questa Autorità portuale che in quanto dipendenti di Ente pubblico non economico si vedranno applicare, alla stregua di quanto si applica a tutti gli altri lavoratori interessati, lo stesso trattamento economico previsto dalle disposizioni vigenti. Questi vertici fino ad oggi hanno sempre applicato la legge nell’interesse dello Stato e delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Ente». A far salire la tensione la comunicazione ufficiale della giornata di sciopero dei lavoratori dell’Autorità di sistema portuale di Napoli e Salerno indetta per domani proprio dalle segreterie regionali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti che alla base hanno addotto all’iniziativa motivazioni legate ad una delibera assunta dal Comitato di gestione dell’ente a fine novembre su proposta del presidente Andrea Annunziata e del segretario generale Giuseppe Grimaldi, con la quale si delibera il recepimento del verbale sul nuovo Contratto collettivo nazionale di lavoro sottoscritto dall’associazione rappresentativa delle Adsp (Assoporti), ma si sollevano dubbi su diverse clausole del medesimo in relazione proprio alle prebende finite nel mirino dell’Autority.
LA RICHIESTA DI CHIARIMENTI INVIATA AL MINISTERO
In particolare il Comitato si legge, nella richiesta, ha dato “mandato al Presidente di richiedere al Ministero Vigilante i seguenti chiarimenti in merito alla compatibilità economico-finanziaria del rinnovo per l’anno 2027 e all’allegato specifico relativo alle Autorità di Sistema Portuale: la legittimità di una clausola contrattuale denominata elemento di mancato rinnovo contrattuale da erogare a luglio 2027, la cui corresponsione non è allo stato quantificabile in quanto pari al 40% dell’indice Ipca prevista per l’anno 2027, rendendo pertanto impossibile una verifica sia pure presuntiva – attesa la mancata previsione per le ADSP della redazione del bilancio pluriennale– di compatibilità economico-finanziaria di tale elemento, indeterminabile nel quantum; la compatibilità del c.d. ‘Elemento retributivo ex A.P.’ rispetto al contenuto del comma 2 dell’art. 23 della L. 84/94. Il suddetto importo di armonizzazione, nell’allegato documento ‘chiarimenti a verbale applicazione art. 52 CCNL’, viene definito ‘non assorbibile’, così ponendosi in apparente contrasto con il citato comma 2 dell’art. 23, per il quale, invece, ‘Il personale delle organizzazioni portuali è trasferito alle dipendenze delle Autorità di sistema portuale, in continuità di rapporto di lavoro e conservando il trattamento previdenziale e pensionistico in essere alla data del trasferimento nonché, ad personam, il trattamento retributivo, mantenendo l’eventuale importo differenziale fino a riassorbimento’”. Un’iniziativa dichiarata inaccettabile dai sindacati per cui «Negando le proprie prerogative di “arbitro” sulle verifiche e controlli applicativi delle norme e del Ccnl dei Porti, il vertice dell’Ente, punta a delegittimare la contrattazione collettiva nazionale, i Soggetti Negoziali e contestualmente la propria Associazione rappresentativa stipulante, Assoporti”». Ancora, lamentando la continua «minaccia di disdette unilaterali della contrattazione aziendale, recuperi di somme già versate o sospensione di pagamenti dovuti, ignave attese di chiarimenti da parte di soggetti terzi”, i sindacati confederali hanno accusato i vertici dell’Adsp di “mancata conoscenza, comprensione e valorizzazione della peculiare natura del lavoro alle dipendenze dell’Adsp, frutto di una più generale e preoccupante distorta interpretazione della Legge 84/94 e dell’autonomia che essa tributa agli Enti portuali”». Questo ha scatenato la perentoria la replica di Annunziata e Grimaldi “tenuti per legge ad operare nell’unico ed esclusivo interesse della cosa pubblica”.
UNA CONTESA POLITICA
C’è chi nella vicenda scorge tensioni politiche. Che non sia uno sciopero come è un altro è chiaro. Non solo per i risvolti, ma per l’evidente quadro di una Robin Hood al contrario, dove per una volta l’amministrazione prova, almeno così sembra, ad arginare un pericoloso fenomeno, delle prebende e degli emolumenti versati a pioggia e non contemplati dalla norma che rischiano di procurare pericolose voragini di bilancio. In realtà, a leggere gli atti e lo scambio reciproco di accuse tra i sindacati ed l’Adsp di Andrea Annunziata, quella in atto dall’Authority napoletana va ben oltre il normale confronto fra le parti e assume una valenza pesante che potrebbe rivoluzionare il modo di pensare al sistema un mix inquietante che sta mettendolo fortemente in discussione da una parte l’amministrazione e dall’altra le stesse Filt, Fit e Uiltrasporti in cui ci si delegittima a vicenda. Lo sconto si registra in momento storico importante con la presidenza dell’Adsp in scadenza di mandato, una sorta di ricatto mascherato che per ora non ha piegato la fermezza di Annunziata, nonostante i sindacati tentino in tutti i modi di far capire che potrebbero far venir meno il loro gradimento a che lo stesso continui a ricoprire il ruolo di presidente, chiamando in causa persino la stessa Assoporti che ha controfirmato il rinnovo contrattuale nel tentativo dio trascinarla sul viscido terreno di scontro.