Agli alberi, l’ultimo saluto ad Augusto Maresca
Addio all’avv. Augusto Maresca
Piano di Sorrento (NA) È l’inverno inodore e muto di questo metà gennaio a porgere l’ultimo saluto all’avv. Augusto Maresca, al di là delle porte della fredda cappella cimiteriale dove i familiari e gli amici di sempre si sono riuniti per ricordarlo, si intravedono ciuffi d’erba ed eleganti macchie di ciclamini. Oltre i tenebrosi cipressi sistemati lungo il viale d’entrata, alcuni arbusti conservano sparute foglie, che solitarie resistono al vento di tramontana, che famelico prova ad addentarle. Credo che Augusto Maresca meriti di essere ricordato citando l’ambiente e la sua straordinaria bellezza, raccontando anche con parole di Prevert delle foreste strappate alla Terra e massacrate distrutte rotativizzate, sì perché Augusto Maresca è stato uno dei primi ambientalisti a spendersi per la cura del nostro territorio e del nostro Pianeta in generale, quando una coscienza globale “verde” era ancora al di là da venire e i paladini del verde venivano quantomeno etichettati dai più come tipi eccentrici. Invece il suo contributo per la causa verde è stato costante, elegante, impavido e determinato. Ci mancherà tantissimo. Mi piace salutarlo con i versi di un grande scrittore francese Victor Hugo, che forse più di altri seppe cogliere l’incanto degli ambienti naturali.
Agli alberi
Alberi della foresta, voi conoscete il mio animo!
Come gli invidiosi, la folla loda e critica;
Voi mi conoscete, voi! Mi avete spesso visto,
Solo nelle vostre profondità, guardando e sognando.
Voi lo sapete, la pietra su cui corre lo scarabeo,
L’umile goccia d’acqua di fiore in fiore caduta,
Una nuvola, un uccello, mi occupano un giorno intero.
La contemplazione m’empie il cuore d’amore.
Mi avete visto cento volte, nella vallata oscura,
Con le parole che dice lo spirito alla natura,
Interrogare sottovoce i vostri rami palpitanti,
E con lo stesso sguardo inseguire al tempo stesso,
Pensoso, la fronte chinata, lo sguardo nell’erba profonda,
Lo studio d’un atomo e lo studio del mondo.
Attento ai vostri suoni che parlano tutti un poco,
Alberi, mi avete visto fuggire l’uomo e cercare Dio!
Foglie che trasalite alla punta dei rami,
Nidi di cui il vento da lontano semina le piume bianche,
Chiarori, vallate verdi, deserti oscuri e dolci,
Voi sapete che sono calmo e puro come voi.
Come al cielo i vostri profumi, il mio culto a Dio si protende,
E son pieno di oblio come voi di silenzio!
L’odio sul mio nome sparge invano il suo fiele;
Sempre, – io vi attesto, oh boschi amati dal cielo! –
Ho cacciato lontano da me ogni pensiero amaro
E il mio cuore è ancora come lo fece mia madre!
Alberi dei grandi boschi che fremete sempre,
Io vi amo, e voi, edera alla soglia degli altri sordi,
Forre in cui si sentono filtrare le fonti vive,
Cespugli che gli uccelli saccheggiano, gioiosi convivi!
Quando sono tra voi, alberi di questi grandi boschi,
In tutto quel che m’attornia e mi nasconde al tempo stesso,
Nella vostra solitudine in cui rientro in me stesso,
Sento qualcuno di grande che m’ascolta e che mi ama!
Così, boschi sacri in cui Dio stesso appare,
Alberi religiosi, querce, muschi, foresta,
Foresta! È nella vostra ombra e nel vostro mistero,
Nella vostra chioma augusta e solitaria,
Che voglio riparare il mio sepolcro dimenticato,
E che voglio dormire quando mi addormenterò.
Victor Hugo, Aux arbres, Les Contemplations, Nelson, 1856
Augusto Maresca a Le Tore foto Claudio d’Esposito WWF Terre del Tirreno