Capri: l’isola tra turismo di massa e spopolamento invernale cerca una via d’uscita
Capri: l’isola tra turismo di massa e spopolamento invernale cerca una via d’uscita
Capri: la questione delle chiusure invernali infiamma il dibattito. La rinomata meta turistica si trova nuovamente al centro delle discussioni a causa delle prolungate chiusure invernali di numerose attività commerciali. Se da un lato l’isola è afflitta dall’overtourism nei periodi di alta stagione, dall’altro si svuota completamente durante i mesi invernali, con negozi, bar, ristoranti e persino servizi essenziali come forni e macellerie che cessano l’attività, rendendo la vita sull’isola particolarmente difficile per i residenti, soprattutto in caso di maltempo e interruzione dei collegamenti marittimi.
Per cercare di arginare questo fenomeno, il sindaco di Capri, Paolo Falco, insieme al consigliere delegato alle attività produttive, Alberto Santarpia, ha inviato una lettera agli operatori commerciali e al presidente dell’Ascom Capri, Luciano Bersani, invitandoli a riaprire le loro attività già dalla prima settimana di aprile, anticipando la tradizionale riapertura pasquale.
L’appello dell’amministrazione comunale, che sottolinea l’importanza del ruolo delle attività commerciali per l’economia e la vivibilità dell’isola, non ha però placato le polemiche. In particolare, un post sui social media di Silvio Staiano, CEO di Capri Watch, ha acceso il dibattito, mettendo in discussione l’efficacia dell’invito e la presunta “legittimazione” delle chiusure invernali da parte del Comune. Staiano ha criticato l’appello, chiedendosi se questo non equivalga a consentire la chiusura da ottobre fino ad aprile, vanificando gli sforzi per allungare la stagione turistica.
La lettera del Comune, pur riconoscendo la necessità di promuovere eventi per incentivare il turismo anche in bassa stagione, si limita a “invitare” gli esercenti a valutare la riapertura ad aprile. Questo approccio, secondo molti, conferma implicitamente la situazione attuale e non offre soluzioni concrete per contrastare le chiusure invernali. L’amministrazione motiva l’invito con la volontà di mostrare una Capri accogliente e attiva anche prima di Pasqua, ponendo le basi per un progressivo allungamento della stagione.
Tuttavia, come evidenziato anche da noi di Positanonews in un articolo pubblicato nella giornata di ieri, questo problema non riguarda solo Capri, ma anche altre località turistiche come Positano, Praiano e l’intera Costiera Amalfitana, dove le chiusure stagionali creano disagi e danni all’economia locale. La mancanza di una normativa nazionale che regoli le aperture annuali delle attività commerciali nelle zone turistiche, lasciando i sindaci senza strumenti efficaci per intervenire. Sarebbe necessaria una legge che imponga l’apertura per almeno 11 mesi all’anno per il rilascio delle licenze, colmando un vuoto legislativo che limita l’azione delle amministrazioni locali.