Castellamare, prof arrestata, il mistero della “Saletta” si infittisce

18 gennaio 2025 | 11:41
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Castellamare, prof arrestata, il mistero della “Saletta” si infittisce

Castellamare, prof arrestata, il mistero della “Saletta” si infittisce

Incredulità e perplessità avvolgono l’istituto Catello Salvati di Castellammare, dopo l’arresto di un’insegnante di sostegno accusata di abusi sessuali su minori. Mentre le indagini proseguono, emergono dettagli che dipingono un quadro complesso, fatto di presunti segnali sottovalutati e testimonianze contrastanti.

Secondo quanto trapela dagli atti dell’inchiesta e dalle dichiarazioni del personale scolastico, solo pochi docenti avevano notato un’eccessiva familiarità tra l’insegnante e alcuni alunni. Nessuno, tuttavia, avrebbe potuto immaginare le gravi accuse che oggi la vedono dietro le sbarre: violenza sessuale, minacce, corruzione di minore e induzione ad atti sessuali.

Episodi come una merenda consumata sul balcone con uno studente, una presunta scarsa vigilanza durante una gita o qualche suggerimento durante i compiti in classe erano stati gli unici elementi che avevano destato qualche perplessità. Una docente ha riferito agli inquirenti di aver persino sconsigliato ai genitori di alcuni alunni di considerare l’insegnante di sostegno come unico punto di riferimento in classe.

La stessa insegnante, in un audio registrato dopo l’aggressione subita a novembre, ammette un rapporto amichevole con i ragazzi, difendendosi con l’affermazione: “Mi ritrovo nei guai per essere stata amica dei ragazzini, non è reato averli su Instagram”.

Tra i professori c’è anche chi ha riferito di aver udito alcuni studenti, dopo la sospensione di due compagni su richiesta dell’insegnante, esprimere l’intenzione di farle perdere il lavoro. Elementi, questi, che sono ora al vaglio della Procura di Torre Annunziata, impegnata a far luce sulla vicenda.

Un punto cruciale dell’indagine riguarda la cosiddetta “Saletta”: cos’era, come e quando veniva utilizzata? Alcuni ragazzi avrebbero raccontato che video pornografici venivano proiettati sulle lavagne interattive multimediali (LIM) nelle classi o nel laboratorio di informatica. Come è possibile che nessuno si sia accorto di nulla? Sembra quasi che questo luogo sia avvolto da un’aura di inesistenza: nessun membro del personale scolastico, dai coordinatori ai bidelli, è in grado di identificarlo.

L’ex coordinatrice del plesso, Teresa Esposito, intervistata dalla trasmissione “Storie Italiane”, ha dichiarato di aver sempre vigilato sulle aule e di non aver mai visto l’insegnante in alcuna “stanzetta”, di cui ignora persino l’esistenza. Ha aggiunto che la collega, supplente dallo scorso anno e benvoluta anche dalle mamme, non aveva mai destato sospetti. “Come potevamo avere il sospetto che non lavorasse bene? Nemmeno le mamme, che seguono i figli a casa, hanno avuto sentore”.