Castellammare, prof arrestata, la perizia psicologica: «racconti coerenti e dettagliati»
Castellammare, prof arrestata, la perizia psicologica: «racconti coerenti e dettagliati»
Castellammare – Emergono nuovi dettagli dall’ordinanza di custodia cautelare di 56 pagine che ha portato all’arresto di Veronica Sposito, la professoressa di sostegno accusata di abusi sessuali su sette minori presso la scuola Salvati di Castellammare di Stabia. L’ordinanza include le testimonianze dirette dei bambini, raccolte durante le audizioni con i Carabinieri e supportate dalle relazioni degli psicologi che li hanno assistiti.
Le relazioni psicologiche descrivono come i bambini abbiano fornito resoconti “ordinati e compiuti” degli abusi subiti. Un estratto di una relazione sottolinea: “Il racconto si genera ben rappresentato, espresso con parole semplici a partire dagli ultimi eventi e poi ricostruendo i fatti antecedenti, che in un crescendo hanno portato all’episodio di ottobre 2024”. Questo evidenzia la capacità dei minori di ripercorrere cronologicamente gli eventi traumatici.
Un altro passaggio chiave descrive un bambino come “maturo e consapevole”, capace di fornire un racconto “chiaro, ricostruito in modo coerente”. La sua “memoria degli eventi è lucida e ricostruita in modo minuzioso”, con la capacità di distinguere dettagli provenienti da fonti esterne dai fatti vissuti direttamente. Questo elemento rafforza la credibilità della sua testimonianza.
Le analisi psicologiche concordano sull’attendibilità dei resoconti, sottolineando la coerenza tra gli elementi emersi, sia quantitativi che qualitativi. Viene evidenziato come il bambino fosse “padrone della memoria degli eventi” e “consapevole del valore della vicenda”. Il suo iniziale tentativo di non coinvolgere la famiglia è interpretato come una conseguenza della gravità dell’accaduto, che ha trovato chiarezza solo dopo la possibilità di raccontare e confrontarsi apertamente.
Un aspetto particolarmente preoccupante che emerge dalle relazioni è l’influenza esercitata dall’abusante sui minori. Gli psicologi scrivono che “le pressioni e le manipolazioni dell’abusante non hanno permesso al teste di comunicare quanto accadeva agli adulti di riferimento”, evidenziando i “condizionamenti psicologici che si sono attivati a seguito delle condotte subite”.