Chiara Ferragni rinviata a giudizio per la truffa del Pandoro, scambi di accuse di corna con Fedez. Lei sarebbe stata con Achille Lauro
Chiara Ferragni rinviata a giudizio per la truffa del Pandoro, scambi di accuse di corna con Fedez. Lei sarebbe stata con Achille Lauro . La cronaca giudiziaria e quella del gossip si intrecciano , forse non a caso, proprio oggi.
Colpisce la morbosità degli italiani questa storia di presunte “corna” incrociate. Chiara Ferragni rivela che Fedez la avrebbe lasciata di punto in bianco nel momento di difficoltà, per non essere travolto anche lui come immagine dallo scandalo della truffa, senza pietà. E poi che lui addirittura avrebbe voluta lasciarla già il giorno stesso del matrimonio, a sua insaputa, perchè continuava ad intrattenere una relazione, che è continuata anche dopo il matrimonio, con una imprenditrice della moda, alla quale era talmente legato da aver sfiorato il suicidio a Sanremo. Particolari rivelati da Corona che, nello stesso tempo, accusa la Ferragni di aver avuto una relazione con Achille Lauro e quindi di aver tradito anch’essa Fedez. Insomma, chi ha più corna più ne metta..
Passiamo dalla cronaca morbosa di corna varie o presunte, a quella giudiziaria.
L’influencer avrebbe ingannato follower e consumatori facendo credere loro che il ricavato delle vendite a un prezzo più alto di quello di mercato del pandoro natalizio e delle uova di Pasqua, con la sua griffe e con la sua sponsorizzazione, sarebbe servito par aiutare bimbi malati di tumore o ragazzi disabili.
E’ stata una scelta ponderata per giorni quella della Procura di Milano che oggi ha citato in giudizio l’influencer, il suo ex collaboratore Fabio Damato, Alessandra Balocco, amministratore delegato dell’azienda dolciaria piemontese, e Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia-ID.
“Credevo sinceramente che non servisse un processo per dimostrare di non aver truffato nessuno – ha commentato l’imprenditrice e blogger – Convivere per ancora chissà quanto con questa accusa, che ritengo del tutto ingiusta, pesa su di me e, di riflesso, sulla mia famiglia e sulle persone con cui lavoro. Sono però serena e ancor più determinata, certa che la mia innocenza verrà pienamente dimostrata”. Innocenza di cui sono convinti anche i suoi difensori, Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, che a fine novembre avevano depositato una memoria circostanziata per convincere il pm Cristian Barilli e l’aggiunto Eugenio Fusco, titolari dell’inchiesta delegata al Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf, a chiedere l’archiviazione: non ha commesso alcun reato, spiegavano, ha già chiuso il fronte amministrativo e ha effettuato donazioni per un totale complessivo di 3,4 milioni.