Giornata della Memoria, Positano Città Rifugio . Non dimentichiamo Armin Wegner e Adolfo Bella eroe partigiano
Positano è forse il Comune della Costiera amalfitana che può davvero celebrare la Giornata della Memoria con orgoglio.
Conosciuta come la Città Verticale o la Città Romantica, forse dovremmo aggiungere un altro appellativo: “Città Rifugio”. Anzi vorremmo che le fosse riconosciuto ufficialmente e messo anche sulla cartellonistica del paese. Questo piccolo borgo, incastonato tra mare e montagna, ha rappresentato un porto sicuro per tanti perseguitati dai totalitarismi del Novecento, dai nazisti ai bolscevichi. Qui, tra le sue strade tortuose e le sue case color pastello, si trovava un riparo non solo dalla storia, ma anche dall’orrore e dalla disumanità.
Nel corso del Novecento, quando le follie ideologiche portarono alla persecuzione di donne e uomini per motivi religiosi, culturali e di genere, Positano divenne un simbolo di accoglienza e umanità. Grazie alla sua posizione geografica isolata e alla difficoltà di raggiungerla, questo piccolo paese sembrava essere un mondo a parte, un rifugio sicuro per chi fuggiva dalle mostruosità dei regimi totalitari.
Tra i tanti che trovarono rifugio qui, spicca il nome di Armin Wegner. Scrittore tedesco e unico ufficiale nazista ad avere il coraggio di scrivere una lettera ad Adolf Hitler nel 1933, Wegner denunciò apertamente la persecuzione degli ebrei. Nella sua lettera, straordinaria per il coraggio e la lucidità, Wegner sottolineò come il popolo ebraico avesse contribuito in modo significativo alla civiltà germanica, dai filosofi ai poeti, dai musicisti ai grandi industriali. Condannò le leggi razziali come irrazionali e disumane. La sua presa di posizione gli costò cara: fu arrestato, torturato e imprigionato. In seguito, Wegner trovò a Positano un luogo dove poter vivere e scrivere in pace, insieme alla sua compagna Irene Kowaliska, anch’essa ebrea. Qui, tra Casa Sette Venti e la Casolla a Capodacqua, Wegner trovò ispirazione e serenità.
Positano accolse molti altri artisti, intellettuali e perseguitati. Irene Kowaliska, oltre ad accompagnare Wegner, contribuì in modo significativo alla ceramica vietrese e allo sviluppo della Moda Positano, portando con sé un bagaglio culturale che arricchì ulteriormente la comunità locale.
Tra coloro che mostrarono un coraggio straordinario, ricordiamo anche Adolfo Bella, noto come il partigiano “Gim”. Adolfo fu catturato dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale, ma riuscì a fuggire da un treno diretto in Germania e a unirsi ai partigiani in provincia di Parma. Con coraggio e determinazione, ostacolò l’avanzata nazista e salvò molte vite, diventando un eroe della Resistenza.
Questi episodi ci ricordano che Positano non è solo una meta turistica, amata per le sue spiagge e i suoi panorami mozzafiato, ma anche un luogo di accoglienza e solidarietà. I positanesi, con la loro semplicità e umanità, seppero accogliere chi fuggiva dall’orrore, integrandoli nella comunità e offrendo loro non solo un rifugio, ma anche calore umano.
In un mondo che oggi affronta nuove tragedie umanitarie, come la guerra in Ucraina o il conflitto tra israeliani e palestinesi, la storia di Positano ci insegna l’importanza della compassione e della tolleranza. Ci insegna che la diversità è una ricchezza da celebrare, non una barriera su cui costruire muri. Dobbiamo fare tesoro di questi valori che sono insiti nella nostra cultura e portarli avanti nel nostro agire quotidiano.
Il ricordo di quanto i positanesi fecero allora ci invita a essere coraggiosi, a difendere i nostri ideali di pace e giustizia, e a costruire un futuro basato sulla comprensione reciproca. Ognuno di noi ha un ruolo fondamentale nel plasmare il domani. Siate orgogliosi di Positano, della sua storia e della sua capacità di essere un rifugio sicuro, un faro di speranza in tempi bui. Promuoviamo la pace, la tolleranza e la solidarietà, per costruire un mondo in cui l’umanità prevalga sempre sull’odio.