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Giornata della Memoria, Positano Città Rifugio . Non dimentichiamo Armin Wegner e Adolfo Bella eroe partigiano

27 gennaio 2025 | 20:05
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Giornata della Memoria, Positano Città Rifugio . Non dimentichiamo Armin Wegner e Adolfo Bella eroe partigiano

Positano è forse il Comune della Costiera amalfitana che può davvero celebrare la  Giornata della Memoria con orgoglio.

 Conosciuta come la Città Verticale o la Città Romantica, forse dovremmo aggiungere un altro appellativo: “Città Rifugio”. Anzi vorremmo che le fosse riconosciuto ufficialmente e messo anche sulla cartellonistica del paese.  Questo piccolo borgo, incastonato tra mare e montagna,  ha rappresentato un porto sicuro per tanti perseguitati dai totalitarismi del Novecento, dai nazisti ai bolscevichi. Qui, tra le sue strade tortuose e le sue case color pastello, si trovava un riparo non solo dalla storia, ma anche dall’orrore e dalla disumanità.

Nel corso del Novecento, quando le follie ideologiche portarono alla persecuzione di donne e uomini per motivi religiosi, culturali e di genere, Positano divenne un simbolo di accoglienza e umanità. Grazie alla sua posizione geografica isolata e alla difficoltà di raggiungerla, questo piccolo paese sembrava essere un mondo a parte, un rifugio sicuro per chi fuggiva dalle mostruosità dei regimi totalitari.

Tra i tanti che trovarono rifugio qui, spicca il nome di Armin Wegner. Scrittore tedesco e unico ufficiale nazista ad avere il coraggio di scrivere una lettera ad Adolf Hitler nel 1933, Wegner denunciò apertamente la persecuzione degli ebrei. Nella sua lettera, straordinaria per il coraggio e la lucidità, Wegner sottolineò come il popolo ebraico avesse contribuito in modo significativo alla civiltà germanica, dai filosofi ai poeti, dai musicisti ai grandi industriali. Condannò le leggi razziali come irrazionali e disumane. La sua presa di posizione gli costò cara: fu arrestato, torturato e imprigionato. In seguito, Wegner trovò a Positano un luogo dove poter vivere e scrivere in pace, insieme alla sua compagna Irene Kowaliska, anch’essa ebrea. Qui, tra Casa Sette Venti e la Casolla a Capodacqua, Wegner trovò ispirazione e serenità.

Positano accolse molti altri artisti, intellettuali e perseguitati. Irene Kowaliska, oltre ad accompagnare Wegner, contribuì in modo significativo alla ceramica vietrese e allo sviluppo della Moda Positano, portando con sé un bagaglio culturale che arricchì ulteriormente la comunità locale.

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Tra coloro che mostrarono un coraggio straordinario, ricordiamo anche Adolfo Bella, noto come il partigiano “Gim”. Adolfo fu catturato dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale, ma riuscì a fuggire da un treno diretto in Germania e a unirsi ai partigiani in provincia di Parma. Con coraggio e determinazione, ostacolò l’avanzata nazista e salvò molte vite, diventando un eroe della Resistenza.

Questi episodi ci ricordano che Positano non è solo una meta turistica, amata per le sue spiagge e i suoi panorami mozzafiato, ma anche un luogo di accoglienza e solidarietà. I positanesi, con la loro semplicità e umanità, seppero accogliere chi fuggiva dall’orrore, integrandoli nella comunità e offrendo loro non solo un rifugio, ma anche calore umano.

In un mondo che oggi affronta nuove tragedie umanitarie, come la guerra in Ucraina o il conflitto tra israeliani e palestinesi, la storia di Positano ci insegna l’importanza della compassione e della tolleranza. Ci insegna che la diversità è una ricchezza da celebrare, non una barriera su cui costruire muri. Dobbiamo fare tesoro di questi valori che sono insiti nella nostra cultura e portarli avanti nel nostro agire quotidiano.

Il ricordo di quanto i positanesi fecero allora ci invita a essere coraggiosi, a difendere i nostri ideali di pace e giustizia, e a costruire un futuro basato sulla comprensione reciproca. Ognuno di noi ha un ruolo fondamentale nel plasmare il domani. Siate orgogliosi di Positano, della sua storia e della sua capacità di essere un rifugio sicuro, un faro di speranza in tempi bui. Promuoviamo la pace, la tolleranza e la solidarietà, per costruire un mondo in cui l’umanità prevalga sempre sull’odio.