L’ospedale del futuro: flessibile e modulare, automatizzato, accogliente e con tanto verde, con strutture sostenibili e green.
Negli ultimi giorni ha lasciato basiti lo sviluppo della vicenda dell’Ospedale Unico della Penisola Sorrentina a Sant’Agnello, all’indomani della sentenza del TAR.
Pare che quest’ultima decisione non imponga perentoriamente la sua realizzazione, non avendo invalidato le osservazioni ostative poste dagli ambientalisti.
La questione passa adesso al vaglio della Conferenza dei Servizi, e la complessità della materia, non consente di ipotizzare nulla sulla decisione finale della sua realizzazione.
La precaria situazione della sanità in Penisola Sorrentina e Costiera Amalfitana, con le criticità degli ospedali esistenti, configura senza dubbio un’urgenza, e ciò basterebbe già a farci dubitare sulla validità della scelta di un “Ospedale Unico”, non foss’altro per i tempi lunghi di realizzazione.
Appare palese fin d’ora la necessità di realizzare altre opere a sevizio di una struttura tanto imponente: parcheggi aggiuntivi sotterranei poco impattanti, ammodernamento della viabilità con un piano traffico per l’intera Penisola Sorrentina e tanto altro che evidentemente il progetto attuale, per la velocità dei cambiamenti avvenuti sul territorio risulta non più sufficientemente adeguato.
Occorre prendere atto che le nuove tecnologie rappresentano ormai lo strumento imprescindibile per un cambio di passo anche in ambito sanitario.
In futuro, gli ospedali seguiranno la logica dell’intensità di cura, quindi dovranno essere modulari, dialogare con il territorio in una logica di circolarità ed al contempo, essere fortemente legati al contesto di riferimento, perché ogni contesto è legato a specifici bisogni.
A ritmo sempre più incalzante, le nuove tecnologie stanno rivoluzionando la sanità modificando alla base il rapporto medico-paziente: si punterà sempre più rapidamente ad un’assistenza di prossimità e ad una presa in carico domiciliare.
E allora come come dovrà essere l’ospedale del futuro?
Per Luigi Bertinato, Responsabile della segreteria scientifica del Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), il futuro dell’ospedale è quello di essere più collegato al territorio, molto meno gigantesco perché destinato solo ad emergenze ed urgenze o a terapie chirurgiche ed oncologiche sofisticate.
Per trasformare gli ospedali in smart-hospital, è necessario un cambiamento radicale nel sistema di cure territoriali con “strutture intermedie riabilitative”, con la riformulazione del concetto di RSA (Residenze Sanitarie Assistite) che devono essere molto più dignitose, data l’età anziana che sta prendendo il sopravvento.
L’Italia è il secondo paese più anziano del mondo dopo il Giappone, ed una buona parte di società risulterà fatalmente più “fragile”, di conseguenza l’ospedale formulato come quello attuale, non riuscirà più a gestirla dignitosamente.
La “rivoluzione” già sperimentata all’estero con gli ospedali virtuali, si sta già preparando a compiersi anche qui in Italia.
L’ospedale del futuro sarà più leggero poiché dedicato prevalentemente alle acuzie, ci saranno delle strutture intermedie e la tecnologia permetterà di tenere a casa molti dei pazienti sul modello dell’ospedale virtuale “Mercy Virtual Care Center” di Chesterfield inaugurato nel 2015 o di altre strutture simili già esistendi nel mondo. “L’ospedale del futuro dovrà essere flessibile e modulare, come il Covid-19 ci ha insegnato, dovrà consentire una riconfigurazione rapida dei posti letto e soprattutto dovrà diventare estremamente digitale, perché grazie all’intelligenza artificiale finalmente è possibile superare il concetto di reparti predefiniti.
Dovrà risultare soprattutto più accogliente, immerso nel verde e con una forte impronta di sostenibilità, è così che viene descritto da tutti gli esperti del settore e dell’ingegneria clinica. L’ospedale, essendo chiamato a rispondere a specifici bisogni, non rappresenta un modello replicabile, idoneo a tutte le latitudini.
Il nostro paese avendo un patrimonio edilizio ospedaliero per lo più obsoleto, per il prossimo futuro è chiamato alla trasformazione di molti dei suoi edifici sanitari attuali, in strutture sostenibili, in grado di risparmiare energia, green ed automatizzati, efficienti sia dal punto di vista dei percorsi che degli spostamenti, passando dalla logica del monoblocco a quella di padiglioni più piccoli ed immersi nel verde, capaci di essere flessibili nel loro utilizzo per adattarsi ad ogni esigenza della comunità del territorio nel quale sono ubicati.