Ospedale di Sorrento, emergenza grave: mai nella storia così pochi medici

Mentre in penisola sorrentina continua il dibattito tra primi cittadini ed Associazioni sulla realizzazione dell’ Ospedale Unico a Sant’Agnello peraltro già finanziato, il Santa Maria della Misericordia di Sorrento soffre di un’assenza di medici mai registrata nella sua storia. Il reparto di medicina d’urgenza ( dieci posti letto più due di isolamento), addirittura dal 4 gennaio ha funzionato senza medici su un organico di ben dieci ridotti a zero tra pensionamento e malattie. Il dirigente in pensione non è stato ancora sostituito, il facente funzione è impegnato contemporaneamente anche al Pronto Soccorso e da questa mattina un solo medico svolge servizio al reparto limitatamente alle ore mattutine mentre per il pomeriggio e la notte sono disponibili un medico cardiologo ed un rianimatore. Gli Oss ( operatori socio sanitari) sono appena quattro ne servirebbero molto di più anche nello stesso Pronto Soccorso mentre il personale infermieristico riesce con turni incessanti di lavoro ad assicurare continuità assistenziale inun reparto quale quello della medicina d’urgenza che tratta patologie che vanno dall’edema all’ictus alle bronchite croniche riacutizzate allo scompenso diabetico..
Una emergenza,quella della mancanza di medici, che interessa l’intera sanità regionale ma che trova in penisola sorrentina, criticità che in parte si spiegano con le difficoltà dei trasporti pubblici (la circumvesuviana, odierna Eav) rimane la peggiore ferrovia d’Italia, mentre la inesistenza di aria di parcheggio all’interno dell’ospedale e l’esosità di quelli pubblici, sommato al traffico caotico sull’unica strada d’accesso in penisola, ( la statale 145 di epoca borbonica), sconsiglia l’uso di auto.
I sindaci della penisola, non in grado di promuovere nemmeno la costruzione del nuovo ospedale (finanziato), sono impotenti di fronte a questa vera e propria emergenza sanitaria, che costringe ormai come fatto normale e, non straordinario, i propri concittadini a far ricorso ad ospedali regionali con tutti i disagi del caso.