Ricordo

Piano di Sorrento, una Santa Messa per Giovanni d’Esposito (Il Cavaliere) a sei mesi dalla scomparsa

9 gennaio 2025 | 15:20
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Piano di Sorrento, una Santa Messa per Giovanni d’Esposito (Il Cavaliere) a sei mesi dalla scomparsa

Piano di Sorrento. Lo scorso 9 luglio veniva a mancare il 63enne Giovanni d’Esposito detto “Il Cavaliere”. Una persona amata e benvoluta che ha lasciato un grande vuoto in tutti coloro che l’hanno conosciuto.
Ed oggi, a sei mesi dalla sua partenza dalla terra, il Gruppo teatrale ” ‘A CHIORM’ “, di cui Giovanni faceva parte, lo ricorderà con una Santa Messa celebrata nella Cappella di San Liborio alla ore 19.00. Perchè “Solo chi non passa per il cuore si dimentica”.
In questa triste ricorrenza riportiamo le toccanti parole che Luigi Iaccarino dedicò all’amico Giovanni nel giorno della sua scomparsa: «GIOVANNI ‘o cavaliere, amico da sempre e … per sempre!
Eri tu, quello tra noi, il più forte di carattere, il più determinato, concreto e fattivo come se la tua esperienza di vita ti avesse reso più grande e più maturo degli anni che splendevano nella bellezza dei tuoi occhi chiari e luminosi. Non amavi i fronzoli della vita e ti ponevi davanti agli ostacoli con la filosofia spicciola e risolutiva di chi ha vissuto sulla propria pelle l’esigenza di trovare presto e subito la soluzione giusta del problema. Critico e fortemente attento verso ciò che ti succedeva intorno hai sempre cercato di adeguarti con intelligenza ai cambiamenti del mondo che nel settore della tecnica, del commercio, della finanza richiedevano spigliatezza, senso del pratico e soprattutto velocità di scelta. Tu amavi apparire tutto questo, amavi dare di te l’immagine dell’uomo duro, che lascia da parte condizionamenti e passioni pur di centrare l’obiettivo, ma… quando eri tra noi diventavi l’amico più caro e più riflessivo ed anche più dolce possibile. Amavi e rispettavi l’amicizia senza eccessi o inutili ridondanze ed eri sanguigno e sempre pronto a dare il tuo contributo, il tuo parere, con l’amorevolezza di chi sa che la vita da soli non si può vivere. Ora che stai in partenza i ricordi annebbiano la mente, ma la riempiono anche di sole…
Sei stato l’amico entusiasta della nostra gioventù, compagno di campeggi-avventura a Tordigliano, fedele consigliere dei momenti di buio, “attore” entusiasta del nostro primo giocare a teatro mentre anche con te nasceva la “Chiorma”. Devoto figlio del tuo Casale, dove sempre tornavi, pur se a volte di fretta ed all’ultimo momento, ancora imbrattato dal grasso “nobile” del tuo impegno lavorativo. Rimanevi in preghiera nel silenzio della nostra Cappellina, davanti al Santo che veneravi, mentre nella mente ritornava la tua storia di bimbo, che già da piccolo, toccato dal dolore, imparava la vita, come ogni fiero componente della famiglia dei “Cavalieri”, che sempre hai onorato con la bellezza del tuo rispetto ed il perseguimento dei grandi principi imparati sul desco di casa. Sei stato esempio di forza per tutti, di una testardaggine sapiente che ti ha sempre portato alla ricerca del come e del perché delle cose, che ci ha pur visto come ferventi avversari su idee politiche, che difendevi con ragionamenti ben argomentati, calandoli nella tua realtà di imprenditore, felice eredità che tuo padre, Michele ‘o cavaliere, fiero, consegnò nelle vostre mani di figli maturi ed operosi. Ma quando riuscivi a toglierti di dosso questo emblema di responsabilità, caratteristica della tua esistenza, quando si riusciva a fare quattro passi insieme, magari inerpicandosi per i sentieri che portano alla cima di Vico Alvano o spingendosi giù fino alla spiaggia dello Scaricatoio o quando intraprendevamo una lunga passeggiata in macchina per la belle vie della nostra costiera, ecco che ti scoprivo nostalgico, romantico, quasi indifeso e spesso desideroso di aprire il tuo cuore, che oltre a manifestare sensibilità e attenzione per tutti, cercava parole di pace. Diventavi così il Giovanni autentico, quello dei grandi valori, che ti portavano ad essere il primo a cantare il tuo Miserere nella Settimana Santa, incentivando e cercando di aggregare e invogliare quanti più giovani ad esserci perché dicevi che il mondo appartiene a loro e loro devono essere i veri protagonisti; una convinzione che hai sempre voluto anteporre ad ogni tuo ragionamento e che ti ha anche portato alla grande soddisfazioni di vedere i tuoi due splendidi figli ad incarnare quello che sono state le caratteristiche più salienti della tua esistenza: impegno e conoscenza, buona volontà e concretezza, successo e onorabilità, professionalità e serietà.
Poi ti sei imbattuto nella triste malattia, che è stata anche la nostra, perché ce ne hai parlato con una forza ed una chiarezza da farci rimanere sbigottiti. Anche in questi anni di combattimento sei stato esempio da seguire, non ti sei mai arreso, hai esplorato ogni strada che potessero portarti a capire e ad affrontare il nemico con parità d’armi. Quando ci incontravamo, capivi la mia difficoltà nel volerti ma nel non saperti rivolgere parole di incoraggiamento ed allora eri tu quello, nella tua fine perspicace di uomo navigato, che quasi quasi sembrava offrire a me spunti di conforto. Me ne tornavo distrutto da questi incontri perché notavo nelle tue parole la consapevolezza e la chiarezza di un percorso da fare, che inevitabilmente poteva portare alla fine, ma traspariva in te forte il barlume di una speranza, la tua fiducia nei progressi della medicina, che ti faceva ancora stare tra noi e pertanto ci invogliavi ad organizzare una goliardica pizza tra amici, un bagno a Tordigliano, pur se il sole ormai ti era poco amico, una partita di tressette come ai vecchi tempi, una gara di barzelletta, che ti divertiva e che spesso ti vedeva anche vincitore… ed ogni volta che abbiamo organizzato sei sempre stato presente. In uno delle mie ultime visite alla vostra officina, ove tu occupavi il posto centrale, come nucleo pulsante di un’attività produttiva e dinamica, mi volesti ancora aprire il tuo cuore e mi confidasti che nonostante questo male ti stesse condizionando le scelte e la tua quotidianità, i pensieri e le azioni, ti aveva spinto a soffermarti, con attenzione, davanti ad un tramonto e a riscoprirne così la bellezza dei suoi colori, la grandezza delle sue sfumatura, la magnificenza del suo divenire e del suo essere. Questo per dirmi che spesso la nostra esistenza, distratta da mille altri problemi, ci ha negato, rubandocene la meraviglia, l’apprezzamento per ciò che di stupendo ci sta intorno, come la bellezza delle lucciole d’estate o il bocciolo di una rosa che s’appresta a fiorire. Mi raccontavi di questa tua esperienza con negli occhi la stessa vivida luce di quando riuscivi, da giovane, ad attirare l’attenzione di tante belle ragazze, tra le quali poi scegliesti Luisa quale tua sposa per sempre. La malattia, il rapporto col dolore e con i suoi ambienti ti avevano fatto scoprire che l’essenza della vita la si trova nelle cose più semplici, nella meraviglia del creato, negli accenti più scontati dei quali ieri, nell’affanno della routine di sempre, neanche ti accorgevi potessero essere così preziosi; questo Calvario di anni, trapuntato da cadute e da riprese, da giorni di sole e da giorni di nebbia, ti hanno fatto apprezzare la vera bellezza degli occhi delle tue nipotine delle quali andavi fiero, dicendo che avevano l’impronta determinante e forte del DNA dei “Cavalieri”, presentandoli a tutti come i gioielli più preziosi della tua bella famiglia.
Intanto però oggi te ne parti anche tu e noi, tuoi amici affezionati, rimaniamo sempre più soli, ritrovando ancora una volta tanta triste verità in ciò che Eduardo, parlando della partenza degli amici, esprimeva nella sua poesia “ ‘A sagliuta”: chi rimane solo su questa terra, privato ormai delle amicizie belle come quella che tu ci hai saputo donare, muore veramente.
“ …mmiez’ a sta folla ‘e gente scanusciuta,
tu saglie, saglie … e nun arrive maje.
Saglienne ce tenevamo p’’a mano
p’ ’e paura ‘e ce perdere p’ ‘a via,
sapenne ca chi saglie e va luntano,
le pare niente, stanno ncumpagnia.
A poc’ ‘a vota chillo… po’ chill’ato
po n’ato…c hilli tre … chill’ati dduje…
e rrieste cu nu passo rassignato:
chest’è ‘a sagliuta ca facimmo nuje.
E rieste sulo, senza cchiù n’amico,
mmiez’a nu munno nuovo, chin’ ‘e gente:
ognuno ca te guardo è nu nemico…
chi more doppo, more overamente.”
Addio, in Dio ci rivedremo, Giovanni… ed allora sarà per sempre!».

Piano di Sorrento porge l'estremo saluto a Giovanni d'Esposito detto