Procida: la bottega di Agostino “Salumi e formaggi, selezione blu” chiude i battenti per entrare nell’oblio della memoria.
Il 2024 si è chiuso anche sull’ennesima polemica politica, quella sul decreto legislativo che istituisce l’Albo nazionale delle botteghe storiche.
Nato per tutelare le attività esistenti da almeno 50anni, connotate da un particolare interesse, si pone l’obiettivo di valorizzare gli esercizi di vicinato e le botteghe che “presentano particolare rilevanza e importanza sotto il profilo storico, culturale e commerciale” del nostro paese.
Alla luce della chiusura massiccia di tante botteghe storiche a cui assistiamo quotidianamente, quella di offrire un valido strumento di tutela rappresenta una vera e propria emergenza, nonostante alcune criticità potrebbero creare qualche problema agli immobiliaristi, nel caso di ventita dell’intero fabbricato in cui si trovassero ubicate.
Assistiamo giornalmente alla scomparsa di negozi e botteghe artigiane, che hanno caratterizzato non solo l’estetica dei centri storici, ma arricchito l’intero sistema relazionale delle nostre comunità locali.
In questi giorni, tra un misto di nostalgia e tristezza, sta succedendo di nuovo, e proprio in uno dei luoghi piu iconici del golfo partenopeo. Nella piccola isola di Procida, una delle rare salumerie dell’isola, situata nel centro, di fronte ai Giardini di Elsa Morante, non aprirà più le sue porte, e si perderà anche l’ultimo rifugio all’impersonale spesa nell’inospitale grande distribuzione.
Da “Salumi e formaggi, selezione blu”, non ci si andava solo a comprare prodotti alimentari, ma anche per essere accolti dal sorriso di Agostino.
Servendo i suoi affezionati clienti da dietro il bancone, tra il profumo dei salumi e dei caci, non mancava mai di chiacchierare con loro dell’argomento del giorno o dei problemi isolani.
Tra i fattori che contribuiscono alla desertificazione commerciale e dei servizi al cittadino, il principale resta l’overtourism e la forte domanda di attività di ristorazione con l’aumento dei canoni di locazione.
Il rischio è che negozi e botteghe artigiane storiche, lascino il posto a “catene” e franchising sempre meno legati ai bisogni dei cittadini che abitano i nostri borghi, così che i luoghi si assomiglieranno tutti per insegne uguali e marchi di catena.
Ogni mattina c’è una serranda che non si alza più, ma quando si tratta di un pezzo di storia e d’identità che scompare, allora la strada di sempre ci appare d’improvviso come una realtà estranea.
Il procidano Agostino non è solo un commerciante, ma un custode di tradizioni: il salumaio che ti consiglia il punto giusto del prosciutto o il formaggio più saporito, e che ti suggerisce l’ingrediente perfetto per una certa ricetta, perché lui ha fatto del proprio mestiere un’arte!
Chi entra a far la spesa in queste “speciali” botteghe, desidera anche prendere una pausa, essere consigliato, invogliato per qualcosa che non aveva preventivato, ma forse più di tutto desidera ritrovare in quel semplice gesto quotidiano, quel senso di umanità, indispensabile al buon vivere a cui siamo stati abituati nei luoghi delle nostre tradizioni familiari.
Le riggiole procidane del pavimento di quel negozio, consumate nel tempo dal passaggio di generazioni di clienti, partecipano con Agostino alla vita della sua bottega, e di quella porta sempre aperta, sentiranno la mancanza soprattutto i clienti procidani non più giovani, di sicuro non i turisti mordi e fuggi abituati all’anonimato degli acquisti nei grandi supermercati, stracolmi di merce ma vuoti di anima.
“Si può apprendere un’arte solo nelle botteghe di coloro che con quella si guadagnano la vita.” (Samuel Butler)