Sorrento: Faustino Canè “Il napoletano di Rio de Janeiro”

Il libro la cui presentazione ci sarà nella Sala Consiliare del Municipio, il 10 gennaio alle ore 18.00, scritto dal giornalista Adolfo Mollichelli, racconta la storia di Cané, ex calciatore del Napoli e allenatore di diversi club, tra cui il Sorrento dal 1984 al 1987

Sorrento – Nella città tassiana ci sarà la presentazione del libro Faustino Canè “Il napoletano di Rio de Janeiro”, il 10 gennaio alle ore 18.00.

Scritto dal giornalista Adolfo Mollichelli, racconta la storia di Cané, ex calciatore del Napoli ed allenatore di diversi club, tra cui il Sorrento dal 1984 al 1987.

Ci saranno gli interventi del sindaco, Massimo Coppola, del vice presidente del Sorrento Calcio 1945, Michele Mauro, dell’ex dirigente rossonero, Diodato Scala, del responsabile della redazione sportiva de Il Mattino, Francesco De Luca e dell’editore, Maurizio Cuzzolin. Modererà gli interventi Antonino Siniscalchi.

Jarbas Faustino è nato a Rio de Janeiro il 21 settembre 1939, ed il nomignolo di Cané gli fu dato dalla madre Imperialina: “cané” è il diminutivo di caneca, la tazza dalla quale si beve il latte che lui aveva sempre tra le mani.

Dal Brasile dove indossò la maglia dell’Oriana, dal 1959 al 1962, passò a quella azzurra dal 1962 al 1969, e poi dal 1972 al 1975, nell’intermezzo indossò i colori biancorossi del Bari, dal 1969 al 1972, e dal 1975 al 1976 al Montreal Castors.

Appese le scarpe al chiodo e iniziò la carriera di allenatore nello stesso anno e nella stessa squadra con cui aveva terminato quella di calciatore, passò ad allenare delle giovanili del Napoli, ed inseguito: Frattese, Turris, Afragolese, Sorrento, Afragolese, Campania Puteolana, Sambenedettese, Juventus Stabia, Ischia Isola Verde, Napoli ed infine Avezzano nel 2002-2001. È così chiuse la carriera di allenatore ed anche con il calcio che segue sempre.

Vive a Napoli ed in un’intervista durante la presentazione del libro a Circolo Posillipo disse che “non mi sento napoletano perché ancora mi devono dare la cittadinanza napoletana”.

Ma possiamo dire che da tanti anni dove vive nella città che lo ha accolto, è più napoletano dei napoletani e di tutti quegli sportivi che ricordano le sue gesta sia da calciatore che da allenatore.

GiSpa