Con la prof Barbara Ansaldi alla scoperta di un Pinocchio all’insegna dell’inclusività

16 febbraio 2025 | 20:43
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Con la prof Barbara Ansaldi alla scoperta di un Pinocchio all’insegna dell’inclusività
Barbara Ansaldi, illustratrice e docente del Corso di Applicazioni di Geometria Descrittiva, Università di Napoli Federico II

Sorrento (NA) Mercoledì 12 febbraio presso il Liceo Artistico “F.S. Grandi” nell’ambito della terza edizione del corso-concorso “Un fumetto per l’ambiente” promosso dal C.M.E.A. presieduto dall’Avv. Luca Vittorio Raiola, ideatore del progetto, protagonista dell’incontro – lezione è stata la professoressa, Barbara Ansaldi, architetto e docente di Applicazioni di Geometria Descrittiva presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. La docente ha dedicato il suo intervento all’affascinante figura della Fata Turchina, quest’anno infatti il tema del corso-concorso è legato al romanzo “Le avventure di Pinocchio Storia di un burattino” di Carlo Lorenzini in arte Collodi. La Fata Turchina è forse il personaggio più sottovalutato della storia, probabilmente solo Giorgio Manganelli, seppe rilanciarne la figura dandogli il giusto peso con il suo libro «Pinocchio: un libro parallelo» (Adelphi) ponendo l’attenzione su punti salienti mai prima presi in considerazione dalla critica letteraria sul personaggio collodiano, una donna, come scrisse il celebre neoavanguardista, che rappresenta una fata non-fata, una fata-strega, una fata-bambina, ma anche una fata-madre, una fata capretta, una fata lumaca. Insomma un insieme di figure difficili da riassumere in un unico personaggio, essa di fatto rappresenta un principio magico mutevole. Questo principio assumeva di volta in volta una forma diversa che, secondo lo scrittore, simboleggia la libertà di trasformarsi e la potenza dell’energia creativa. A questa lettura si affianca quella che la docente ha proposto agli alunni del liceo “F.Grandi” creare, riproporre una Fata Turchina fuori dagli schemi, diversa da quell’icona di madre amorevole e comprensiva, provare invece a lasciarsi incantare da quest’energia creativa che Manganelli riconosceva alla donna – fata, far emergere nelle loro interpretazioni grafiche questa figura femminile che secondo la visione dello scrittore milanese racconta a noi lettori la necessità umana e quotidiana di evolversi.

Complimenti per la bella lezione, vorrei esordire chiedendoti di presentarti a chi non ti conosce

Grazie, mi presento nel più classico dei modi: sono Barbara Ansaldi ho frequentato il corso di laurea quinquennale in architettura, dopodiché ho svolto il dottorato in disegno. Mi sono addottorata con una tesi in geometria descrittiva, dottorato di ricerca in Disegno e cultore della materia per il settore scientifico disciplinare ICAR-17.  Ho portato avanti una ricerca sulla comunicazione multisensoriale dei dipinti prospettici ai non vedenti, sono stata relatore di un corso a crediti liberi dedicato alla Concept Art per l’industria dell’intrattenimento. Alla ricerca accademica ho affiancato l’attività di Digital Artist, anche per Teatro Sguardo Oltre, e l’insegnamento della Storia dell’Arte nella scuola superiore di secondo grado.  Parallelamente ho sempre disegnato, ed è il motivo per cui sono qui, perché da autodidatta mi sono formata sull’illustrazione, in sintesi potrei dire che ho sempre amato cartoni animati e video giochi.

Scusa se ti interrompo, hai detto autodidatta?  Quindi in famiglia sei la prima ad aver coltivato questa passione per il disegno?

In realtà chi mi ha trasmesso la passione o meglio, mi ha iniziata al disegno è stata mia madre. Lei ha frequentato il liceo artistico anche se poi è diventata docente di educazione fisica, nonostante questa scelta professionale comunque ha continuato a coltivare l’amore per il disegno e lo ha trasmesso anche a me. Non ho seguito dunque percorsi specifici sull’illustrazione. Al fumetto mi sono dedicata da sola negli anni. In seguito, contemporaneamente al dottorato, ho iniziato a insegnare prima al liceo storia dell’arte, poi sono diventata di ruolo sul sostegno. Ho scoperto così un altro mondo grazie al quale sono riuscita a unire la passione per il disegno con la ricerca sulla disabilità visiva. Quest’esperienza ha segnato una nuova fase della mia vita scolastica e lavorativa.

I tuoi progetti futuri?

Dopo aver insegnato geometria descrittiva alla facoltà di architettura presso la Federico II, dalla settimana prossima inizierò a insegnare la stessa disciplina però non applicata all’architettura ma alla grafica presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli.

Mi parlavi anche di un interessante progetto con il MANN?

Sì, un progetto di comunicazione del patrimonio culturale ai giovani in cui c’è anche tutta una parte dedicata al disturbo dello spettro autistico. In sintesi senza andare troppo nello specifico, si cerca di rendere questi percorsi anche autism-friendly e sempre sulla scorta di questo progetto adesso sto lavorando, come spiegavo prima a Luca (Presidente del CMEA N.d.A.)  a un progetto di storytelling culturale for all, quindi nell’ottica del design for all, percorsi in cui si può comunicare il “bene culturale” e la storia che c’è dietro a un pubblico più ampio e diversificato. In estrema sintesi cerchiamo di sviluppare un linguaggio che sia poi in grado di coinvolgere anche chi ha un disturbo dello spettro autistico.

Adesso vorrei passare al lavoro che stai facendo per il corso “Un fumetto per l’Ambiente” e chiederti tra i personaggi del Pinocchio collodiano, chi hai scelto?

A me è stata assegnata la Fata turchina, ma ti confesso che non è il personaggio che avrei scelto, perché in genere sono attratta dai personaggi un po’ più strani, complicati, complessi, invece la Fata turchina apparentemente sembra quello più scontato, un personaggio materno, positivo e rassicurante.

Anche per questo, al contrario, ho proposto ai ragazzi di ribaltare un po’ il punto di vista. Di riflettere e analizzare più a fondo questo personaggio. Ho stimolato la loro creatività per spingerli a carpirne magari qualche segreto. Per far questo ho programmato tre lezioni concentrate sul character design, che come sai è una branca della concept art per l’industria dell’intrattenimento. Li ho spronati a progettare un design del personaggio che si prestasse anche a “funzionare” in un horror o in un genere avventuroso. Ma anche a cambiare medium, quindi proporlo in un videogioco, un film, una serie tv, un libro per bambini, una fiaba illustrata o un album illustrato.  Quindi a esplorare tutto il range di riferimenti visivi che possono ispirare una nuova estetica del personaggio, fino ad una “originale” caratterizzazione della personalità della Fata. Ho chiesto loro di realizzare una tavola di studio, un documento progettuale che illustra l’evoluzione del personaggio secondo criteri dettati dalla loro sensibilità e creatività.

Quindi come si procede nella costruzione del personaggio?

Dal character brief, che sarebbe proprio, tra virgolette, la traccia, che però ho chiesto a loro di auto-assegnarsi in base a una serie di informazioni che ho suggerito: il genere, il pubblico di destinazione, il background, il world building, quindi anche il mondo in cui si inserisce il personaggio e la trama. Ho suggerito loro di deviare dall’iconografia classica del personaggio della Fata turchina calandola in contesti magari completamente contrastanti con quella presentata dal Pinocchio classico, per esempio la Fata turchina invece che buona potrebbe essere cattiva o magari la protagonista di uno spin off, una fata di cui ricostruire la storia. Ho dato loro massima libertà

Sai che il CMEA si occupa di Ambiente, il tuo rapporto con la Natura?

Sono animalista convinta da quando avevo 16 anni. Non mangio carne.  Ho sempre avvertito questo rapporto molto stretto con la Natura. Non sono proprio in grado di immaginare di poter mangiare qualcosa che prima era vivo. A 16 anni presi questa decisione drastica molto istintiva e personale. Posso aggiungere che ho sempre avuto cani, vivo in simbiosi con i miei animali da compagnia e di conseguenza sono molto sensibile riguardo tutte le tematiche legate all’ambientalismo.

Ti occupi di disabilità visiva, come racconteresti il Pinocchio ad uno dei tuoi alunni?

Beh a chi presenta una disabilità visiva proporrei di creare una marionetta con la carta pesta, sarebbe un’operazione diciamo efficace, un’attività manuale permetterebbe loro di esprimere la propria creatività e sensibilità attraverso la creazione di una forma. Avrei lavorato magari su un libro tattile, un’altra strategia che funziona. Si potrebbe proporre la storia in braille. Un’altra idea è quella, a seconda dell’azione narrata, di utilizzare materiali diversi.

Infine non troveresti interessante spronare i ragazzi a lavorare sulla figura del padre che in un certo senso è al centro del romanzo?

Certamente. sarebbe un argomento molto attuale. Sarebbe molto interessante spingere i ragazzi a riflettere sulla figura paterna, che la nostra società ripropone in modo totalmente diverso a quella che ha caratterizzato l’istituto famiglia nei secoli scorsi. Potrebbe essere un’esperienza molto toccante, impegnativa e formativa per loro ma anche per noi docenti.

Grazie

a cura di Luigi De Rosa

Info CMEA, Comune di Sorrento https://www.cmea.it/

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Barbara ansaldi