Gestori privati nella cultura, delegittimate le guide turistiche abilitate. Appello alle istituzioni
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Con questo articolo invitiamo i mezzi di informazione ad accendere fari e riflettori su un argomento di interesse Nazionale, la Cultura. Probabilmente non tutti sanno che le recenti disposizioni (leggi/decreti/circolari..) hanno fatto si che Cooperative, Aziende private, alcune Associazioni, a suon di appalti si introducessero nella gestione e privatizzazione della Cultura in Italia.
Invitiamo Stampa, e mezzi di informazione a documentarsi su quanto di incredibile stia accadendo in questo settore. Questo articolo vuole essere un punto di partenza affinchè sia fatta vera luce e giustizia per la Cultura e per i Professionisti (Ambasciatori di Cultura) che vivono e lavorano in questo settore.
Mentre c’è chi si pregia del bel risultato raggiunto con il bando per l’esame abilitativo nazionale per guide turistiche, sono ancora tanti gli ostacoli posti alla libera professione delle guide turistiche abilitate.
Nonostante la legge 190/23 all’art. 3 stabilisca e imponga il rispetto del lavoro delle guide turistiche abilitate, uniche ufficiali in Italia e preposte alla spiegazione e valorizzazione dei monumenti, i gestori privati a cui sono stati concessi i servizi aggiuntivi, tra cui le biglietterie, in una condizione di concorrenza sleale, impongono, invece, alle guide turistiche abilitate in espletamento delle proprie funzioni, delle regole che ostacolano e danneggiano non solo le guide stesse ma anche i turisti che si affidano alle guide abilitate secondo la legge.
Già al Colosseo, a Roma, le guide turistiche sono state costrette a ricorrere al TAR per denunciare la confusione ed i danni causati da regole restrittive come il biglietto nominativo obbligatorio per il consumatore e per le guide. Il consumatore, poi, viene privato della facoltà di visitare il monumento nei propri tempi, pur pagando un biglietto di accesso. Le guide turistiche vengono private del proprio tempo, per le lunghe attese al fine di ottenere il proprio biglietto di ingresso, che non dovrebbe essere previsto, trattandosi del proprio luogo di lavoro. Per di più le ulteriori regole, imposte sempre dai gestori privati in luoghi pubblici, come ad esempio essere responsabili del comportamento dei propri clienti, sminuiscono il valore dei professionisti nel loro ruolo ufficiale di messaggeri di cultura e promotori del patrimonio.
In aggiunta al Colosseo, anche presso il sito archeologico di Pompei il gestore pretende di porre dei limiti al lavoro delle guide, imponendo ai suddetti professionisti di mettersi in fila con il resto dei turisti per prendere un biglietto di accesso al monumento per poter espletare il proprio compito, assegnato dallo Stato, nel silenzio assoluto del Parco Archeologico che, pur avendo ricevuto varie perplessità da parte di qualche sindacato, continua a non prendere in considerazione l’impossibilità per le guide di lavorare in queste condizioni.
Le guide devono avere libero accesso al proprio lavoro, senza ostacoli di alcuna sorta e le istituzioni sono tenute a far rispettare le leggi che esse stesse emanano, come la legge 190/23 art. 3. che così recita:
“Negli istituti e nei luoghi della cultura definiti dall’articolo 101 del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, anche appartenenti a soggetti privati, aperti al pubblico, l’ingresso e lo svolgimento dell’attività di guida turistica non può essere interdetto o ostacolato.“
E richiedere alle guide di fare la fila insieme ai turisti costituisce un ostacolo allo svolgimento della propria attività.
Purtroppo, ed in modo non opportuno, le nuove disposizioni, le circolari, e le leggi emanate ultimamente dai diversi governi (destra e sinistra) hanno imposto nuove “condizioni” per espletare il ruolo di guide turistiche come ambasciatori di cultura.
Loro malgrado, le guide abilitate dallo Stato, sono state forzatamente costrette a subire l’arbitraria introduzione di società di servizi privati, nel settore pubblico, a cui sono state affidate varie tipologie di lavoro, tra cui anche la gestione delle visite didattiche ai siti che si sono trasformate sempre più frequentemente in vere e proprie visite guidate, in sleale concorrenza con le guide turistiche. Una intromissione inopportuna in un settore delicato, quello della Cultura, sino ad oggi gestito egregiamente da Guide Professionali che hanno dovuto superare esami accurati e approfonditi. Tale operazione, oltre ad alterare equilibri professionali e di mercato, sta contribuendo a squalificare un settore, quello della Cultura, determinante in un paese ricco di beni e siti culturali. Ci meraviglia che Associazioni dei consumatori, magistratura e addetti al settore non approfondiscano questo nuovo stato di cose.
Molte Associazioni e molti Movimenti di Guide Professionali, hanno cercato di sottoporre al Governo ed ai Ministri della Cultura e del Turismo, le loro ragioni attraverso numerose ed interessanti proposte. Prima della Catastrofe Culturale, con forza chiediamo di essere ascoltati e ricevuti nelle opportune sedi per collaborare alla stesura di regolamenti e leggi adatte al ns patrimonio Culturale. Proposte tese a migliorare Qualità e Professionalità di questo settore.
Dott.ssa Maria Sannino
Portavoce Movimento “Le guide siamo noi”
Avv. Luciano Leone
portavoce Movimento “Guide Libere e Indipendenti”