L'incubo continua con il rischio sgombero |
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Housing Sociale a Sant’Agnello , un incubo senza fine. Il 26 si discute anche dello sgombero

13 febbraio 2025 | 17:30
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Housing Sociale a Sant’Agnello , un incubo senza fine. Il 26 si discute anche dello sgombero

Housing sociale di Sant’Agnello mentre la causa ordinaria continua , senza i politici, usciti fuori dal processo per la cancellazione dell’abuso d’ufficio , e rimangono solo Elefante e Ambrosio, rispettivamente costruttore e tecnico comunale, che verranno ascoltati il 26 , sempre se vogliono, ne hanno diritto ma obbligo, rimane la spada di Damocle dello sgombero. Una situazione contorta  che potrebbe concludersi con una sentenza di prescrizione per tutti, ma con il riconoscimento della lottizzazione e quindi dell’acquisizione dell’immobile al comune della Costa di Sorrento, che dovrebbe decidersi il da farsi, fare un altro bando o riconoscere in qualche modo gli occupanti, che poi alla fine saranno sine titulo. Per il risarcimento danni la situazione è davvero una giungla capire che succede. Sullo sgombero , forse inopportuno in questo momento, se non altro per problemi di ordine pubblico, per il quale dovrebbe decidere il Prefetto di Napoli, perchè non riusciamo a immaginare dove mettere tutte queste famiglie, sempre il 26 ci dovrebbe essere una svolta.

Lo sgombero di un immobile quando gli inquilini che lo occupano abusivamente determinano un aumento del “carico urbanistico”, gravando cioè sui servizi pubblici del quartiere. La Cassazione ha accolto il ricorso della Procura di Torre Annunziata che il 21 marzo 2022 aveva sequestrato un complesso edilizio costruito con la formula dell’housing sociale a Sant’Agnello, ordinando alle 38 famiglie abusive di liberare gli appartamenti. Il decreto di sgombero, però, era stato “congelato” dal Gip in attesa di una sentenza definitiva a carico degli occupanti.

Per la decisione ci si è rifatti alla nuova norma che consente di contrastare il problema delle occupazioni abusive, procedendo con lo sgombero. Il principio è che non si può sovraccaricare demograficamente una determinata zona della città in mancanza di servizi adeguati. La Suprema Corte si è rifatta all’istituto del “carico urbanistico”.

Istituto che “deriva dall’osservazione che ogni insediamento umano è costituito da un elemento “primario” (abitazioni, uffici, opifici, negozi) e da uno “secondario” di servizio (opere pubbliche, uffici pubblici, parchi, strade, fognature, elettrificazione, servizio idrico, condutture del gas), che deve essere proporzionato all’insediamento primario, ossia al numero degli abitanti”.

Tenendo conto di ciò, come si legge nella sentenza pubblicata il 16 aprile scorso dalla Cassazione, “il carico urbanistico è l’effetto che viene prodotto dall’insediamento primario come domanda di strutture ed opere collettive, in dipendenza del numero delle persone insediate su di un determinato territorio. Si tratta di un concetto non definito dalla vigente legislazione, ma che è in concreto preso in considerazione in vari istituti di diritto urbanistico”.

“Pertanto – concludono gli Ermellini – ove dall’esecuzione di opere costruite abusivamente, anche nell’ipotesi in cui l’edificazione sia ultimata, sia derivato un aumento del carico urbanistico, è consentito il sequestro preventivo”. E che, nel caso di specie, l’aggravio urbanistico “sia assolutamente rilevante sembrerebbe attestato dall’insediamento di trentotto nuclei familiari nell’immobile occupato”.

Per questo motivo la terza sezione penale della Suprema Corte ha annullato l’ordinanza del Tribunale di Torre Annunziata del 10 ottobre 2023, con la quale il Gip aveva ribadito la sospensione dello sgombero del complesso immobiliare di Sant’Agnello fino alla sentenza definitiva, disponendo che l’esecuzione del sequestro fosse affidata a un amministratore giudiziario. Ma c’è di più: nel provvedimento impugnato dalla Procura e annullato dalla Cassazione, il giudice delle indagini preliminari sostiene che lo sgombero non è indispensabile “quale modalità esecutiva del sequestro preventivo”.

Di diverso avviso il sostituto procuratore generale Ettore Pedicini, il quale ha sottolineato che le 38 famiglie hanno occupato gli immobili nonostante il processo fosse ancora in corso e che “il giudice ha operato una inaccettabile sperequazione, premiando coloro che hanno “occupato” l’immobile in pendenza di sequestro, a discapito di coloro che, ossequiosi della legge, si sono astenuti dall’occupazione in attesa di conoscere la sorte del vincolo cautelare”.

In ultimo, “la zona oggetto dell’abuso edilizio era destinata all’attuazione di soli interventi di edilizia residenziale pubblica” riservati ai residenti in “zone malsane” del comune di Sant’Agnello e in “abitazioni sovraffollate”, “requisiti non posseduti” dalle famiglie “che erano quindi ben consapevoli – si legge nella sentenza – di non poter partecipare al bando per l’assegnazione degli alloggi”.

Riteniamo improbabile uno sgombero prima della sentenza , che ci dovrebbe essere a breve, auspichiamo sempre che le famiglie non vengano cacciate, ma ci sembra doveroso prospettare anche l’ipotesi che, in caso di riconosciuta lottizzazione, l’immobile diventi di fatto abusivo e con tutte le conseguenze e complicazioni del caso .