La cultura che rigenera i territori con degrado sociale e spopolamento. |
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Il “Piano Olivetti per la Cultura” è diventato una legge che prevede finanziamenti per biblioteche, librerie, editoria e cooperazione culturale.

23 febbraio 2025 | 11:58
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Il “Piano Olivetti per la Cultura” è diventato una legge che prevede finanziamenti per biblioteche, librerie, editoria e cooperazione culturale.

Approvato dal Senato su proposta del Ministro della Cultura Alessandro Giuli, il “Piano Olivetti per la Cultura” introduce misure mirate all’obiettivo di rendere la cultura più accessibile, promuovere la rigenerazione dei territori, m sostenere l’editoria e la cooperazione internazionale.

Per la riuscita del piano vengono previsti finanziamenti per la rigenerazione delle aree periferiche ed interne, quelle più colpite dalla marginalità sociale, dal degrado urbano e dallo spopolamento.
Lo strumento di contrasto a questo fenomeno è quello della “cultura”, capace di creare spazi dedicati e diffusi come leve di coesione sociale, e motore di progetti di valorizzazione dell’identità culturale locale e delle sue tradizioni.

Il piano prevede lo stanziamento di 25milioni di euro per il 2025 e 5milioni per il 2026, per potenziare la rete delle biblioteche pubbliche e l’acquisto di libri cartacei e digitali.

Ai giovani under35 vengono destinati 4milioni di euro nel 2024 come incentivo all’apertura di librerie, che possono contribuire a promuovere la lettura e sostenere l’editoria. Ulteriori 10milioni di euro vengono stanziati per l’ampliamento delle sezioni culturali dei quotidiani dedicate alla comunicazione sui media di eventi e produzioni artistiche, nonché alla promozione del giornalismo culturale quale strumento di diffusione del dibattito intellettuale.

In occasione del 25esimo anniversario della Convenzione Europea sul Paesaggio del 2000, vengono stanziati 800mila euro per eventi celebrativi mirati a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla tutela del patrimonio paesaggistico italiano e la gestione sostenibile del territorio.

Il Piano prevede inoltre dei finanziamenti a quattro istituti culturali storici italiani:
Giunta Storica Nazionale per le edizioni critiche di opere storiche del XIX e XX secolo; Istituto Italiano per la Storia Antica per progetti di ricerca sulla storia antica; Istituto Storico Italiano per l’Età Moderna e Contemporanea per iniziative accademiche e divulgative di ricerca storica moderna e contemporanea; Istituto Italiano di Numismatica per la ricerca e valorizzazione numismatica.

Viene istituita infine, un’unità di missione dedicata alla cooperazione culturale con l’Africa e il Mediterraneo, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri, che dovrà occuparsi di coordinare progetti e interventi culturali internazionali e favorire il dialogo tra gli enti culturali italiani e quelli dei paesi del Mediterraneo.

Il decreto prevede una nuova ed importante figura dirigenziale del Ministero della Cultura, che avrà l’incarico di coordinare e monitorare l’attuazione del piano stesso e la trasparenza nell’uso dei fondi pubblici.

Un’iniziativa innovativa quella di questo piano, che vede la “cultura” operare concretamente sul territorio, per lo sviluppo sociale ed economico dell’Italia, presentandola a livello internazionale in modo più competitivo.

Indubbiamente per la rinascita dei territori interni in decadenza e delle periferie, occorre innescare necessariamente un’evoluzione culturale e quindi la presenza di strutture dinamiche ed attrattive, risultano cruciale.

In quest’ottica progettuale, i cosiddetti enti del terzo settore, potrebbero svolgere un ruolo sempre più importante nel garantire attività e servizi.

Spesso l’intervento delle associazioni permette infatti, di riattivare le piccole strutture culturali, attraverso una gestione collettiva che spesso consente l’estensione dell’orario di apertura e lo svolgimento di molte funzioni.

L’esperienza sul campo dimostra che se le biblioteche diventano “amiche” del contesto, si attiva realmente una domanda spontanea verso studio e lavoro, insieme ad un sano interesse all’incontro “in presenza” dei giovani, con attività che vanno ben oltre la semplice fruizione del patrimonio librario.

Ma cos’è il Terzo Settore?

Con questa espressione si fa riferimento all’insieme di organizzazioni che non fanno parte né del settore pubblico (Stato) né del settore privato (imprese), una realtà variegata che comprende: Organizzazioni di volontariato (ODV); Associazioni di promozione sociale (APS); Enti che promuovono attività sociali, culturali, civili o sportive; Cooperative sociali; Organizzazioni non governative (ONG); Enti a livello internazionale di cooperazione e sviluppo, aiuto umanitario e difesa dei diritti umani; Altri enti come Fondazioni, comitati, enti religiosi, associazioni sportive dilettantistiche e altre forme giuridiche che operano senza scopo di lucro.

Le caratteristiche del “Terzo Settore” sono l’assenza di scopo di lucro, il volontariato, l’impegno sociale per l’inclusione, la tutela dell’ambiente e dei diritti e l’nnovazione sociale.

Generico febbraio 2025

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Foto di alcune piccole biblioteche presenti in Costa d’Amalfi.