Il Prigioniero (1967-1968) “Vietri sul mare is not a town. Vietri sul mare is a VILLAGE” (Stephanie Miles, ve la ricordate?)

Il Prigioniero (1967-1968)
“Vietri sul mare is not a town. Vietri sul mare is a VILLAGE” (Stephanie Miles, ve la ricordate?)
Il prigioniero (The Prisoner) è una serie televisiva britannica del 1967 di genere fantastico (più precisamente fantapolitico), dai marcati temi surreali, orwelliani e kafkiani, interpretata da Patrick McGoohan, creata dallo stesso McGoohan e George Markstein. Inoltre, McGoohan ha scritto e diretto diversi episodi, spesso sotto pseudonimo.
– fonte: Wikipedia: Il prigioniero (serie televisiva)
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Questa famosa e coinvolgente serie TV britannica – che appartiene al genere spionistico e fantapolitico molto in voga negli anni ’60 – si basa sul concetto che il “Villaggio” possa essere ovunque, compresa la stessa città in cui si vive.
Un agente segreto che ha dato le dimissioni per non si sa quale oscuro motivo è tenuto prigioniero (il prigioniero Numero 6) in un “villaggio” senza nome situato lungo una Costiera senza nome, abitato da persone strane, che fanno di tutto, tranne che lavorare, e di cui il prigioniero – lasciato libero di muoversi ma senza poter lasciare il villaggio – non riesce a fidarsi.
Ogni volta che il prigioniero scappa per raggiungere Londra viene riacciuffato dai suoi carcerieri (che usano una sfera bianca – il Rover – per catturarlo)
e riportato al Villaggio. Ogni volta è narcotizzato dalla polizia e riportato nella sua stanza-prigione, dove viene sottoposto a continui interrogatori ed a torture di carattere psicologico nel tentativo di strappargli la verità, una verità che lui conosce, ma che è ignota al telespettatore, che comunque decide di schierarsi dalla parte del “prigioniero”, in cui alla fine il telespettatore finisce per identificarsi. Ogni episodio termina esattamente da dove è cominciato, come un incubo da cui non si sa come svegliarsi, un labirinto senza fine.
La serie fu trasmessa da Rai2 nei primi anni ’70 (a me piacque molto) ed oggi a me sembra una perfetta metafora della situazione in cui si trovano i residenti vIetresi nella trappola della Vietri turistica, da loro stessi costruita.
Evadere dalla prigione del conformismo mentale si può, ma bisogna prima capire come e poi tutto diventa più facile. Avanti tutta amici dei comitati civici!
Per la cronaca, questa serie TV è chiaramente ispirata al romanzo anti-utopistico (o distopico) “1984” di George Orwell (quello del “Grande Fratello” del controllo psicologico delle masse) ed ha anticipato i temi affrontati dal film australiano “The Truman Show”.
Spoiler:
Alla fine – dopo 7 episodi – il prigioniero riesce ad evadere perché capisce che non erano la distanza geografica o gli ostacoli naturali a tenerlo prigioniero, ma l’organizzazione socio-politica del Villaggio, che lui ha saputo distruggere dall’interno.
In poche parole, per dirla con il filosofo marxista Ludovico Geymonat, “La libertà è lotta” contro ogni forma di oppressione e iniquità. Chi non lotta contro le ingiustizie e le disparità sociali, ed accetta supinamente le decisioni prese dall’alto, è destinato a restare uno schiavo, un suddito, un servo sciocco del potere, come gli abitanti del Villaggio senza nome in cui il prigioniero Numero 6 è rinchiuso e da cui riesce finalmente ad evadere, grazie alla sua intelligenza e al suo amore per la libertà.
A Vietri siamo arrivati a 7.050 abitanti.
Io sono il Prigioniero Numero 8 (perché mi piacciono i numeri pari, perché sono nato il giorno 8 dell’ottavo mese dell’anno, agosto, e perché nella cultura cinese l’8 è un numero fortunato).
Qual è il vostro numero di serie o di matricola?
Che numero di prigioniero sei?
Attenzione a non scegliere un numero doppione.
A Vietri siamo pieni di Prigionieri Numero 22, 23 e 71…
Di Giuseppe Schiavone
fonte https://www.facebook.com/groups/133051770073931/permalink/9375822989130050/?rdid=qqAFjQpqNpj8Arls&share_url=https%3A%2F%2Fwww.facebook.com%2Fshare%2Fp%2F15rg3yNkGt%2F#