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lucio esposito sara ciocio
SCABEC e la valorizzazione culturale: intervista a Gennaro Piccolo
Santa Maria Capua Vetere, 23 febbraio – Palazzo San Carlo ha fatto da cornice a un incontro speciale con SCABEC, la società campana dedicata alla valorizzazione del patrimonio culturale. Gennaro Piccolo, dirigente dell’ente, ha condiviso con entusiasmo l’impegno e la missione di SCABEC, sottolineando il ruolo cruciale della diversificazione dell’offerta turistica e della sostenibilità nel settore culturale.
“Il nostro obiettivo è valorizzare i siti culturali della Campania, proponendo esperienze che vadano oltre il turismo tradizionale”, afferma Piccolo. “Ci mettiamo passione e volontà per far sì che i nostri progetti abbiano successo e che sempre più persone possano fruire delle meraviglie della nostra regione”.
L’incontro si inserisce all’interno del progetto “Dimora”, giunto al suo secondo anno, che raccoglie le storie e le tradizioni delle diverse province campane. Dopo la tappa di Caserta, il tour proseguirà a Benevento, Avellino, Salerno, Sant’Agata de’ Goti e Pellizzano, toccando location di grande fascino e facilmente raggiungibili.
“Oltre alle dimore storiche, vogliamo valorizzare anche i territori circostanti”, prosegue Piccolo. “Qui a Santa Maria Capua Vetere, ad esempio, non c’è solo Palazzo San Carlo, ma anche l’anfiteatro, il museo, il teatro Garibaldi e le strade storiche della città. Offriamo un’esperienza completa, capace di coniugare cultura, storia e scoperta del territorio”.
Il lavoro di SCABEC si distingue per la concretezza: mentre spesso si parla di overtourism e sostenibilità nei convegni, l’ente si rimbocca le maniche per portare alla luce luoghi meno conosciuti, offrendo esperienze autentiche e sostenibili.
“SCABEC non è solo un ente, è una famiglia”, conclude Piccolo. “Ci consideriamo prima amici e poi colleghi, e questo spirito si riflette nel nostro operato. Lavoriamo con passione e dedizione per rendere la cultura accessibile a tutti”.
Un impegno che si traduce in azioni concrete, capaci di riscrivere il modo in cui la Campania si racconta al mondo.
Palazzo San Carlo: un gioiello settecentesco dedicato all’arte e alla cultura
Nel cuore di Santa Maria Capua Vetere sorge una dimora di rara bellezza e grande valore storico: Palazzo San Carlo. Questa residenza settecentesca, oggi protagonista del ciclo di visite promosso da Scabec, rappresenta un esempio straordinario di recupero e valorizzazione del patrimonio artistico e architettonico campano. Abbiamo avuto il privilegio di visitare il palazzo e dialogare con il suo proprietario, Gennaro Stroppolatini, che ci ha raccontato la storia e le passioni che si celano dietro questo magnifico edificio.
Una passione che sfida il tempo
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, Stroppolatini non ha ereditato il palazzo, ma lo ha acquistato e restaurato con dedizione e sacrificio. “Abbiamo voluto dedicare questa dimora al Teatro San Carlo di Napoli,” racconta, con evidente emozione. “È il primo palazzo al mondo dedicato al teatro partenopeo.” Un omaggio che si riflette anche nella scelta dei nomi di alcune sale, come la Sala Carla Fracci, intitolata alla leggendaria ballerina, la quale ha avuto l’onore di visitare il palazzo e di danzare con il padrone di casa. “Ballare con Carla Fracci è stata un’emozione indescrivibile, un momento viscerale che porterò sempre con me.”
Restauro e valorizzazione: tra arte e storia
La ristrutturazione del palazzo è stata un’operazione meticolosa, portata avanti con la collaborazione dell’architetto e restauratore Elio Guerra. L’intervento ha rispettato la struttura originaria, mantenendo gli ampi spazi e le stanze comunicanti tipiche dell’architettura ottocentesca. “Abbiamo voluto preservare l’anima del palazzo, evitando interventi modernisti che ne snaturassero l’essenza,” spiega Guerra.
Durante i lavori, sono stati rinvenuti alcuni reperti di epoca romana, testimonianza dell’antichissima storia della città. “Santa Maria Capua Vetere è un luogo ricco di stratificazioni storiche. Sappiamo che sotto le fondamenta potrebbero esserci ancora tesori nascosti,” aggiunge Stroppolatini.
Un patrimonio condiviso
Uno degli aspetti più affascinanti di questa impresa è l’intento di condivisione. Il palazzo non è solo una dimora privata, ma un luogo aperto al pubblico, un punto di riferimento per la cultura e l’arte. “Non avrebbe senso custodire tanta bellezza senza condividerla,” afferma Stroppolatini. “Abbiamo già ricevuto l’interesse di scuole e istituzioni culturali per visite guidate e iniziative didattiche.”
La collaborazione con Scabec ha permesso di inserire Palazzo San Carlo in un circuito virtuoso di valorizzazione del patrimonio campano, dimostrando che l’amore per l’arte e la cultura può ancora vincere sull’imperativo economico del profitto.
Un modello per il futuro
In un’epoca in cui molte dimore storiche vengono sacrificate in nome della speculazione edilizia, Palazzo San Carlo rappresenta un esempio virtuoso di conservazione e rinascita. Grazie alla passione e alla determinazione di Stroppolatini e del suo team, questo gioiello settecentesco continua a vivere e a trasmettere emozioni a chiunque vi metta piede.
Un invito, dunque, a riscoprire e valorizzare il nostro patrimonio, con la consapevolezza che la bellezza va custodita, ma soprattutto condivisa.
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