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Piano di Sorrento, il racconto del Prof. Ciro Ferrigno: “Sconvolti dalla predica”

27 febbraio 2025 | 19:05
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Piano di Sorrento, il racconto del Prof. Ciro Ferrigno: “Sconvolti dalla predica”

Piano di Sorrento. Riportiamo il racconto del Prof. Ciro Ferrigno dal titolo “Sconvolti dalla predica”. Un bellissimo ricordo legato ad uno dei suoi numerosi viaggi alla scoperta delle bellezze dell’Italia nei suoi 50 anni di gite: «Nel maggio del 2004 realizzammo un fine settimana molto atteso. Andammo in Toscana, a Prato, in visita alle due suore, nostre concittadine: Annalisa e Rita Koepke. Vennero con noi anche la signora Giovanna ed Elena, rispettivamente madre e sorella delle suore. Fu l’occasione per rivedere la bella Pistoia, e visitare Signa e Poggio a Caiano con la Villa medicea il sabato; la domenica la dedicammo a Prato.
Inutile dire che fummo accolti con infinito affetto e le sorelle ci dissero che avremmo partecipato alla Messa e che dopo ci avrebbero portato in visita al Monastero, San Vincenzo, normalmente di rigida clausura, che conserva angoli di infinita suggestione e opere d’arte di non poco conto. Prendemmo posto nella cappella e, il gruppo assai numeroso, la riempì per intero. Fu una Messa cantata e i brani erano eseguiti da Suor Annalisa, la quale si accompagnava con una spinetta dal suono melodioso, così come era anche la sua voce che, definire angelica, sarebbe poco.
Purtroppo ci fu un grosso problema che, come sempre dovetti risolvere io, povero capogruppo, esposto a tutte le insidie possibili. Il sacerdote, di una certa età, cominciò a predicare e non la finiva più, forse elettrizzato dal gran numero dei presenti. Passata la prima mezz’ora la gente cominciava a dare segni di stanchezza ed insofferenza; passati tre quarti d’ora tutti cominciarono a guardarmi in modo supplichevole, come per dire: “Fai qualcosa”. Passata un’ora, c’era un bisbiglio generale, anche perché ci aveva comunicato che l’omelia l’avrebbe divisa in due parti e dopo un’ora non aveva ancora conclusa la prima.
Mi feci anima e coraggio, mi alzai e andai dritto all’altare, feci la genuflessione e mi avvicinai al sacerdote per dirgli: “ Se per favore può smettere di predicare perché abbiamo problemi di orario, ci aspettano in albergo per il pranzo.” Mi rispose: “Concludo subito” e predicò un altro quarto d’ora. In un’altra circostanza, sarei andato via dopo i primi quindici minuti, ma allora non potevo. L’avrei preso a male parole, ma stavamo in chiesa, gli avrei detto parole di fuoco, ma eravamo ospiti e dovevo subire in silenzio. Fatto è, che uscimmo dalla chiesetta sconvolti.
Visitammo il Monastero, gustammo i dolcetti che avevano preparato per noi e bevemmo alla salute delle sorelle e di noi tutti un magnifico elisir fatto in casa. Il Monastero ospitava suore molto molto anziane, qualcuna ultracentenaria e le sorelle Koepke che erano le più giovani, probabilmente, più che dedicarsi alle preghiere e alle meditazioni, spendevano gran parte del loro tempo a curare e assistere le vecchie consorelle. D’altra parte si può pregare Nostro Signore e onorarlo in tanti modi diversi. Ma non si onora Dio predicando in una Messa per un’ora e un quarto, è una mancanza di rispetto per chi ascolta, è violenza, è assurda presunzione.
Avrei predicato io al posto suo, avrei racchiuso il tutto in poche parole, come fece Nostro Signore: “Fratelli, amate, amate, amate… ognuno di voi ami il prossimo suo come se stesso” e nulla più».

Piano di Sorrento, il racconto del Prof. Ciro Ferrigno: