Scuola: il calo demografico continua a lasciare il segno sulle iscrizioni scolastiche
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Il calo demografico continua a lasciare il segno sulle iscrizioni scolastiche, con una riduzione costante che anche quest’anno si tradurrà in circa 100 mila studenti in meno a livello nazionale. Un trend che si riflette inevitabilmente sugli organici del personale scolastico e sulla struttura stessa del sistema educativo. In attesa dei dati ufficiali, dalle regioni emergono già indicazioni preoccupanti.
Se il calo delle nascite è una delle cause principali del fenomeno, non è l’unica. Un’emorragia di iscritti che incide non solo sul futuro della scuola meridionale, ma anche sull’economia e sulla tenuta sociale.
Nonostante il calo degli studenti, non si registra alcun intervento per ridurre il numero di alunni per classe. “Si sarebbe potuto cogliere l’occasione per abbassare il rapporto studenti-docenti, migliorando la qualità dell’insegnamento, ma nulla è stato fatto in tal senso”, denuncia il sindacalista.
A peggiorare il quadro, l’annoso problema dell’abbandono scolastico, particolarmente diffuso nel biennio delle scuole superiori, un fenomeno che incide ulteriormente sulla stabilità del sistema educativo pugliese.
Le ripercussioni sono inevitabili: con la Legge di Bilancio è stato previsto un taglio di oltre 5 mila docenti e altri 2-3 mila lavoratori Ata, misura che slitterà al 2026 ma che rischia di essere solo l’inizio di una lunga serie. A ciò si aggiunge il piano di dimensionamento scolastico, che porterà alla fusione di molte scuole meno numerose con istituti più grandi, soprattutto nel Mezzogiorno.
Il futuro dell’istruzione al Sud è appeso a un filo, tra numeri in calo e scelte politiche che tardano ad arrivare.