Tre Sorsi, tre racconti quelli dell’architetto-saggista metese Rossano Astarita
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Meta (NA) Tre Sorsi, tre racconti quelli dell’architetto-saggista metese Rossano Astarita che come il suo collega Vargas ha manifestato nel corso degli anni anche una sorgente narrativa che ha assecondato. Nasce così “Storie di architetture, vite e e libri (pag. 57, euro 6; Giannini editore)” dove l’autore mette in fila le sue vene aperte. Si comincia con “La fabbrica felice” che è già stata oggetto di un suo testo specifico dove Astarita ricorda l’utopia-reale olivettiana e tra personaggi che hanno meritato tribune più qualificate – spicca qui l’architetto Luigi Cosenza – lo scrittore disegna la vita con santi in paradiso della coppia Vincenzo e Concetta che con i soldi di quella fabbrica dai colori pastello hanno potuto avere una vita. Nel secondo racconto “Un ufo a Ottocalli” ancora l’utopia di una costruzione da rivista di circoletti ombelicali di architettura fa da unità di misura dell’unione tra Marialiva e Roberto, figli del Vomero e di Giù Napoli. Molto bello il terzo racconto “Libri d’occasione” che partendo dalla vocazione dell’autore per i libri nata nel negozio di arredamento del padre nei parchi anni ’70 per ragione di colmare vuoti diviene metro di valutazione del rapporto coniugale in disfacimento ed anche di ricerca di nuove relazioni per non rimanere tra quelli soli che stanno in mezzo. La lingua di Astarita fa la spola tra un linguaggio colto ed uno di più colloquiale, ma si fa leggere sia da semplici lettori che da chi ha un background da lettore forte.
Vincenzo Aiello
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