Uomini di Calcio… Intervista esclusiva al Presidente Francesco Ghirelli
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UOMINI DI CALCIO
Approfondimenti sul Calcio visto con l’occhio dell’esperienza manageriale.
Intervista a cura di Gigione Maresca
Si ringrazia in particolar modo l’Amico commendatore Gaetano Mastellone per aver fatto da tramite nel richiedere l’intervista al presidente Ghirelli.
Intervista esclusiva al Presidente Francesco Ghirelli
Chiedo che si pubblichi una premessa
PREMESSA
“Da quando me ne sono andato, dicembre 2022, da presidente Lega Pro ho rispettato il silenzio e praticato il distanziamento. Quando lascio, lascio veramente.
Perché oggi ho accettato di rispondere ?
Me lo ha chiesto il mio grande amico Gaetano Mastellone ed a lui non me la sono sentita di dire di no. Dopo questa intervista tornerò nella condizione di silenzio e di distanziamento. Vivo una condizione così interessante che non vorrei far agitare chi si agita per nulla”
Presidente Ghirelli Lei è un uomo di calcio a 360 gradi … La ringraziamo per sua disponibilità per questa chiacchierata.
PNews: Il calcio vive continue trasformazioni sociali e tecnologiche …Più bello il calcio da lei governato o il calcio con l’aiuto del Var ?
R. Qualche giorno fa è uscito il libro “ La vera storia del VAR, le tecnologie italiane per il gioco del calcio” del prof. Arcangelo Distante. La prefazione è del sottoscritto. Si racconta che la figc fu tra le prime nazioni calcistiche ad iniziare a finanziare ricerche per l’uso delle tecnologie avanzate nel gioco del calcio. Il libro consente di comprendere il ruolo avuto dai ricercatori del CNR. Inizio’ nel 1999 il presidente Luciano Nizzola per la rilevazione automatica dell’evento Goal fantasma. Nell’aprile 2004, il presidente dell’Udinese Giampaolo Pozzo commissionava al CNR uno studio sul fuorigioco e di realizzare un primo prototipo del goal fantasma. Arriviamo a gennaio 2006, il presidente Franco Carraro presenta ,al segretario generale della Fifa J. Champagne,tre prototipi Goal fantasma, Fuorigioco e Monitoraggio di eventi nell’area di rigore. Io sono, in quel momento il direttore generale della figc e seguo direttamente i progetti, ci misuriamo con l’ISSIA ( Institute of intelligent systems for automation ) del CNR, cioè con i processi della IA ( intelligenza artificiale). Siamo al 2005-2006, gulp!
Il calcio si evolve. Quale era più bello? La domanda vera è un’altra: senza evoluzione ci si condanna all’emarginazione? Si.
Quello che deve restare come architrave è il valore delle regole e il loro rispetto.
PNews: Possibile creare nuove regole per disciplinare meglio gli interventi arbitrali ?
R. Negli ultimi mesi di mia presidenza in lega pro, si ragiono’ con la Fifa affinché si potesse usare un sistema più semplice del VAR per i club non di élite, con un sistema di telecamere in numero ridotto rispetto agli allora standard e basato sulla chiamata degli allenatori. Allora, senza clamori all’esterno e/o esternazioni alla stampa, sostenevo che si potesse chiamare l’intervento del VAR fino a quando non si sbagliasse nella valutazione data, così si sarebbe contribuito a migliorare l’ educazione degli addetti ai lavori ( allenatori, calciatori, dirigenti, ecc) nel capire le difficoltà degli arbitri, degli assistenti e degli addetti al VAR. La discussione arrivò negli organi internazionali della Fifa preposti al governo delle regole del gioco del calcio, supportata da immagini di riprese televisive di episodi tratti dalle partite svoltesi nel campionato di Serie C. Allora la IFAB si oppose temendo che si potesse poi estendere la richiesta della chiamata per la Serie A e i campionati internazionali di eccellenza.
Ora, leggo che qualcuno propone questo indirizzo.
PNews: Cosa fare per dare più omogeneità alle interpretazioni di campo della terna arbitrale ?
R. Noi abbiamo fatto una esperienza in questi anni, va usata e va fatta una cernita in modo da ridurre fino ad eliminare l’interpretazione astrusa e contraddittoria degli episodi da giudicare, vanno eliminati i falli la cui valutazione genera confusione nell’interpretazione . Va resettato il tutto e normato con chiarezza, forse riducendo il numero dei casi. Occorre semplificare e forse non cambiare interpretazione troppo spesso da un campionato all’altro. Non bisogna , però, mai dimenticare che c’è l’uomo-l’arbitro con i suoi limiti, i suoi errori , le sue sensazioni. L’errore ci sarà sempre, dobbiamo esserne coscienti, la tecnologia ci può dare una mano ma l’uomo con i suoi limiti resta e resterà centrale.
PNews: La mancanza dei talenti italiani un brutto colpo alla crescita del movimento e all’evoluzione del calcio moderno…Cosa occorre per ritornare ad essere competitivi a livello europeo e mondiale ?
R. Cose semplici ma da fare, realizzare, verificarne l’efficacia. Le serie al di sotto della Serie A debbono essere usate, impegnate nella formazione dei giovani calciatori e delle giovani calciatrici con un sistema formativo come quello scolastico, dalle scuole elementari alle scuole medie superiori, solo così si approda formati , a meno che non sei Pele’, all’Universita’ , cioè alla Serie A. Cosa manca in Italia ? Chi dirige ai massimi livelli finge di non vedere e seguita a recitare ad ogni passaggio “Occorrono le riforme”. Elenchi, perorazioni, litanie che si sono dimostrate parole al vento. Manca il punto decisivo, non si ragiona a sistema. Vediamo un esempio, qualche mese fa si sono firmati i contratti tv per la trasmissione delle partite della Premier League e della serie A, ormai la distanza dei ricavi è un baratro incolmabile. D’altra parte si vede in modo eclatante nella differenza di competivita’ tra i club italiani ed inglesi. Questo è un punto di differenza consistente e grandissimo , direi che al momento attuale sia incolmabile. Ma la cosa che nessuno racconta è che la Premier League ha imposto ai broadcaster di “vendere” all’estero le partite delle Serie sottostanti per 300 milioni di sterline dal 2028. Da questo campionato la Premier League versa circa 220 milioni di sterline direttamente in attesa che entrino in vigore i contratti stipulati e firmati. In Italia vorrebbe dire che i club che militano in Serie A finanziano quelli della serie B, della serie C ed anche della serie D, per quali obiettivi ? Lo sviluppo dei settori giovanili ed le infrastrutture sportive. Ecco cosa voglia dire ragionare concretamente a sistema! In Inghilterra si sta già facendo.
PNews: Per fare calcio dal basso e dare forza al movimento calcistico occorre una riforma dei campionati e ridurre il numero di squadre ?
R. Il calcio italiano perde 1.450 milioni di € l’anno da cinque anni. In una economia normale: fallimento e libri in tribunale. Di queste perdite rilevanti di cui sopra , oltre il 90% derivano dal calcio di élite. Si deve tagliare il numero dei club? Bene, si inizi dal vertice della piramide e poi si prosegue coerentemente. Se si tagliasse solo in basso sarebbe una classica presa per i fondelli, una mossa da teatro da avanspettacolo che non risolverebbe nulla.
Il calcio rischia di diventare un enclave per i capelli bianchi, i giovani non ci sono.oggi, non vengono più attratti dal calcio. Ci piaccia o no, il tempo dedicato ad un evento da parte dei giovani e’ quattro secondi e mezzo! Il calcio non è in grado di ridurre i tempi di svolgimento di una partita in modo drastico e, contemporaneamente, non è capace di offrire l’Interattività al suo spettatore/cliente. Dove possiamo provare a recuperare? Nel dare emozione, nel consentire di immettere “adrenalina” in ogni evento, cioè in ogni partita. Occorre cambiare le formule, dare emozione, togliere la muffa della ripetitività stanca e triste. Per esempio è improcrastinabile introdurre la formula dei playoff, a partire dall’inizio del torneo. E’ troppo lungo spiegare, solo un dato che ricavo dalla mia esperienza come direttore generale e presidente, in SerieC la stessa partita con i medesimi club porta allo stadio in campionato poche centinaia di spettatori, nello svolgimento dei playoff si registra il soldout allo stadio. Vorrà dire qualcosa o no?
PNews: C’è un futuro di un calcio senza debiti ?
R Partiamo da alcune regole. 1. Occorre organizzare le società come aziende, responsabilità riconosciute ed esercitate, gerarchia conosciuta e rispettata,professionalità e competenze , lo stadio deve produrre reddito e a tal fine va adeguato strutturalmente. 2. Il sistema va governato da regole rigorose e rispettate, punendo chi le viola e dotandosi di organi investigativi e di controllo autonomi dalla autorità politica. Introdurre regole premiali per i club virtuosi. 3. Il rispetto di non essere in deficit contribuisce alla regolarità sportiva del campionato.
Un calcio senza debiti prevede una fase di enormi sacrifici che consenta il rientro dal deficit.
PNews: Cosa cambierebbe …visto che non c’è equilibrio tecnico e organizzativo tra squadre dei diversi campionati e delle differenti categorie ?
R .Prevede un cambio di approccio e di cultura, il calcio è una azienda con le regole dell’azienda, per arrivare a ciò è inevitabile cambiare molto nell’attuale dirigenza, si governa al vertice poiché ci si assume le responsabilità e si assicura uguale trattamento tra i club. Io credo che ogni campionato sia logicamente diverso , il tema non è la diversità ma la mission diversa che ogni campionato deve avere e deve essere sancita attraverso una definizione che contenga la responsabilità nazionale del calcio e la cultura di sistema del calcio.
Gigione Maresca
Giornalista
Gigione Maresca:
Nella foto
Gaetano Mastellone e Pier Luigi Betturri. Presidente Trastevere calcio
Curriculum nel calcio:
DG Perugia calcio; AD Bari calcio; Consigliere delegato LNP ( serie A e serie B); DG e segretario generale Figc; DG e Presidente Lega Pro; presidente Federcalcio srl; Vice presidente Figc; presidente onorario L’Aquila calcio