Turismo in Costiera: il prezzo della crescita incontrollata |
Cronaca
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“Ancora per quanto?”: il futuro incerto della Costiera Amalfitana

17 marzo 2025 | 12:50
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“Ancora per quanto?”: il futuro incerto della Costiera Amalfitana

Il turismo incontrollato sta trasformando la Costiera Amalfitana. Ma quanto tempo ancora potrà resistere questo equilibrio fragile tra bellezza naturale e crescita turistica incontrollata?

Per cercare di immaginare quale futuro ci aspetta in Costiera Amalfitana, sono partito da una domanda: COSTIERA AMALFITANA: Ancora per quanto? Nel tentativo di trovare una risposta, ho pensato di dare uno sguardo al passato studiando i
numeri del primo quarto del XXI secolo della nostra beneamata Costiera; NON L’AVESSI MAI FATTO: ho scoperto numeri da capogiro e risposte nessuna, solo altre mille domande mi si sono presentate.
Ma andiamo per ordine. Ho pensato di analizzare dapprima i numeri di uno dei fenomeni più appariscenti ed intriganti di questo primo quarto di secolo: le strutture ricettive extralberghiere – genericamente inglobate nel termine anglofono di B&B – che sono letteralmente esplose da noi come in tante altre aree dell’italico sistema turistico; ho attinto a piene mani ai dati ufficiali pubblicati dalla Regione Campania sul “Portale Turismo Web Regione Campania Dati aggiornati al 31/12/2024”, e non credevo ai miei occhi: questa la situazione generale della distribuzione
per Comune:

dati ufficiali pubblicati dalla Regione Campania sul “Portale Turismo Web Regione Campania Dati aggiornati al 31/12/2024”,

Si passa dalle 80 strutture di Cetara alle 804 di Positano, numeri che sono esorbitanti sia in riferimento al resto della provincia di Salerno, che all’intera regione Campania; in provincia di Salerno abbiamo una media di 1 struttura ogni 273 abitanti; a Napoli il rapporto è di 1 struttura ogni 163 abitanti; per l’intera Campania il rapporto è di 1struttura ogni 165 abitanti, in Costiera il rapporto è di 1 ogni 10 abitanti. La distribuzione delle strutture nei vari comuni della Costiera non segue alcuna regola,
probabilmente essa è determinata in ciascun comune dalla “domanda” e dalla consistenza del patrimonio edilizio; di certo il peso di questa “presenza massiccia” incide direttamente su tutta una serie di parametri e valori rappresentativi della “vita dei residenti”. E’ del tutto evidente che il fenomeno è letteralmente esploso sfuggendo a qualsiasi tipo di pianificazione/progettazione e controllo; è altrettanto evidente che la Costiera Amalfitana ha avuto una trasformazione socio-economica forte ed in breve tempo, la cui portata non è ancora chiara e conosciuta; la caoticità dei dati disponibili preoccupa ancor più del fenomeno
stesso. Volendo azzardare qualche considerazione diretta ed indiretta sul fenomeno, si può
dire che:

  •  L’offerta complessiva extra alberghiera, oramai, non ha nulla di complementare ed integrativo all’offerta alberghiera, ma le due oggi vengono considerate fra loro, ed esse stesse si considerano, in “competizione ostile”;
  •  I “neo operatori turistici spontanei” si muovono singolarmente ed autonomamente nell’organizzare e gestire l’offerta turistica;
  • Nessun tipo di “organizzazione” (sindacale, giuridica, economica, promozionale, etc.) sostiene in modo organico e funzionale l’offerta extra alberghiera; Poiché l’impatto del fenomeno sulla vita dei residenti e sulle azioni di quanti
    amministrano questo territorio è molto forte, è verosimile sostenere che:
  • oggi è praticamente impossibile mettere su una nuova famiglia in quasi tutti i comuni;
  •  l’organizzazione dei servizi essenziali è diventata un terno al lotto;
  • alcuni fenomeni anagrafici nazionali in Costiera sono molto accentuati e fuori scala;

Partendo proprio da questa ultima considerazione, mi sono concentrato su un indicatore particolare: “l’indice di dipendenza strutturale” che rappresenta il rapporto tra la popolazione non attiva (0-14 anni + oltre 65 anni) e la popolazione attiva (15-64 anni); la scelta è stata determinata dalla considerazione che questo indicatore è fra i più accreditati dati statistici per fotografare le mutazioni della condizione socio-economica di un territorio; anche in questo caso l’analisi è stata estesa all’attuale primo quarto di secolo e per singoli comuni, e anche in questo caso la ricerca ha determinato sorprese e interrogativi.
Partendo subito con i dati numerici e grafici abbiamo: Questa tabella, che riporta l’indice di dipendenza dei comuni della  Costiera – rapporto tra la popolazione non attiva (0-14 anni + oltre 65 anni) e la popolazione attiva (15-64 anni) moltiplicato 100-, è stata ottenuta dall’elaborazione dei dati ufficiali anagrafici dei singoli comuni :

Tabella Indice  dipendenza strutturale nei comuni della Costiera Amalfitana

Questo cambiamento non è solo un problema locale, ma riguarda una tendenza più ampia che vede la Costiera sempre più omogenea nel suo deterioramento. Le uniche eccezioni, Tramonti e Agerola, hanno visto una crescita positiva fino al 2017, ma dal 2017 in poi anche loro hanno cominciato a seguire il trend negativo degli altri comuni.

Il grafico che segue visualizza l’andamento degli indici negli anni e li mette visivamente in confronto fra loro

andamento degli indici negli anni
Vietri sul Mare Proviamo ora ad addentrarci nei numeri e nel grafico per tentare di capire cosa è successo:
1. Nel 2002 i Comuni vivevano realtà socio-economiche molto diverse fra loro,
spaziando dall’indice di 46,8 di Scala a quello di 65,3 di Tramonti;
2. La diversità di partenza (2002) ha visto convergere tutti i comuni verso un unico punto di incontro (2016/2017) più o meno mediano e con trend differenti (alcuni positivi e
altri negativi);
3. Dal 2017 al 2024 il trend si è omogeneizzato (in negativo) per tutti in costante crescita e con andamenti paralleli delle linee;
4. L’insieme di quanto sopra ha fatto emergere alcune profonde diversità fra le quali spicca quella registrata dal Comune di Scala che in 24 anni è passato dall’essere il comune con l’indice più basso (46,8) a quello più alto (64,6) , un primato che quasi
condivide con la vicina Ravello (64);
5. Una Costiera che negli anni tende ad omogeneizzarsi, purtroppo verso la negatività;
6. Le sole eccezioni sono Tramonti e Agerola che, pur subendo l’effetto “richiamo” del resto della costiera, migliorano molto la loro performance fino al 2017, per poi risalire  insieme agli altri verso la negatività;
7. Ancora una volta la Costiera si differenzia in negativo dalla media nazionale che è passata da un indice di 49,1 nel 2002, ad un indice di 57,6 del 2024, unico comune a rimanere esattamente nella media nazionale è Cetara;
Mi fermo con l’analisi dei numeri che richiederebbero un approfondimento notevole, integrato anche con dati economici; ma, se un poco conosco la Costiera, credo che dai dati economici ricaveremmo ancora più confusione e dati incongruenti.
Come anticipato, le domande che mi sovvengono sono tante, e immagino che saranno tante anche in chi avrà avuto la pazienza di leggere questo articolo fino alla fine, magari i lettori potrebbero interagire con il giornale e solleticare un piccolo dibattito.
In tutta onestà non ho idea di quanto frutti questo fenomeno ai singoli nuovi imprenditori turistici, ma ritengo che, tutto sommato ma proprio TUTTO SOMMATO, al territorio nella sua interezza frutti solo altri problemi e altra miseria, non certo ricchezza.

Secondo Amalfitano