Bartolommeo Capasso. 3 marzo 1900

3 marzo 2025 | 10:20
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Bartolommeo Capasso. 3 marzo 1900

di lucio esposito

Il 3 marzo 1900, esattamente 125 anni fa, si spegneva a Napoli Bartolommeo Capasso, figura eminente nel panorama storico e archivistico italiano del XIX secolo. Nato il 22 febbraio 1815 nel quartiere Porto di Napoli da genitori originari di Frattamaggiore, Capasso dedicò la sua vita allo studio approfondito della storia e della topografia della sua città natale.

Dopo aver completato gli studi in giurisprudenza presso l’Università di Napoli, Capasso si immerse nella ricerca storica, concentrandosi in particolare sulla topografia e sull’archeologia della Penisola Sorrentina. La sua opera del 1846, “Topografia storico-archeologica della Penisola Sorrentina”, rappresenta una pietra miliare negli studi locali, offrendo una dettagliata analisi delle rovine antiche e delle opere d’arte presenti nella zona.

Nel 1876, insieme a studiosi come Camillo Minieri Riccio e Giuseppe de Blasiis, Capasso fondò la Società Napoletana di Storia Patria, istituzione che presiedette dal 1883 fino alla sua morte. Nel 1882, accettò l’incarico di direttore e soprintendente dell’Archivio di Stato di Napoli, dove intraprese una monumentale opera di riordino dei registri dell’epoca angioina, lavoro che si rivelò fondamentale per gli studi successivi sulla storia del Mezzogiorno.

Tra le sue opere più significative si annovera la “Topografia della città di Napoli al tempo del ducato” del 1892, in cui Capasso ricostruisce con meticolosità la conformazione urbana di Napoli durante il periodo ducale.

La sua dedizione alla ricerca storica gli valse numerosi riconoscimenti, tra cui la laurea honoris causa dall’Università di Heidelberg nel 1886 e la nomina a socio nazionale dell’Accademia Nazionale dei Lincei nel 1887.

La scomparsa di Bartolommeo Capasso rappresentò una perdita incolmabile per la comunità scientifica dell’epoca. La sua eredità, tuttavia, perdura attraverso le sue opere, che continuano a essere punti di riferimento imprescindibili per gli studiosi della storia napoletana e meridionale. Oggi, nel 125º anniversario della sua morte, ricordiamo con gratitudine e ammirazione un uomo che, con passione e rigore, ha contribuito a preservare e valorizzare la memoria storica della nostra terra.

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ILLUSTRAZIONE ITALIANA  RIVISTA SETTIMANALE EGLI AVVENIMENTI E PERSONAGGI CONTEMPORANEI i la storia del giorno, la vita pubblica e sociale, scienze, belle arti, geografia e viaggi, teatri, musica, mode, ecc. PRO è DIRETTA DA $ \ E. TREVES x ED. XIMENES 4 “A Anno XXVIL – 1.° semestre. – 1900

Corriere Napoletano De Senectute.  Altra istantanea l’illustre  BARTOLOMMEO CAPASSO

che ha tenuto fino a qualche mese fa, lontano da gli amici, dall’Archivio di Stato, dalla Società di Storia Patria, un’ infermità di qualche rilievo. Ma questa preziosa esistenza è stata risparmiata: quest’uomo, che per le singolari sue virtù non par quasi che debba appartenere al nostro corrotto secolo, ha riconquistato a mano a mano le sue forze e s’è rifatto. Ora la tranquillità corporale e a un tempo quel giovevole allontanamento dalle cure e da’ sopraccapi dell’ufficio, che a ogni uomo pensante e produttivo è necessario per l’ igiene dello spirito e della mente, hanno restituito al vecchio venerando tutte quante le sue mirabili attività. Un’opera che raduna e compone gli ultimi studi di lui sulla nostra Napoli e addita così agli storici come a’ filosofi che ogni | uso e ogni definizione della nostra gente son ampollati dall’abito e dal costume e dall’ uso greco — non oso più dire d’un somigliante lavoro che il Capasso, per la sua solita e sincera modestia quasi ancor nasconde agli amici — si va compiendo, mentre un altro anno accresce il numero di quelli che l’uomo esemplare ha esemplarmente vissuto, con indagine assidua con entusiasmo sempre fresco, con amore, con fede. n sono più di quattro o cinque mesi addietro e quella medesima virti feconda illustrava con un voluminoso libro interessantissimo L’Archivio Municipale di Napoli: poco prima la Vicaria Vecchia e l’iconografia della Mamiglia di Masamiello avevano ottenuto dalla sua paziente ricerca e dal suo amore considerazioni e narrazioni e note d’un eccezionale interesse

La casa tranquilla ha riacquistato e intrattiene don Bartolommeo, consigliato da’ medici a sostare dalle sue occupazioni archivistiche. La ta egli non può e non deve affaticare: quelli avidi occhi, che hanno tanto letto nella storia della nostra patria, sono stanchi: e pure, del giornale, del libro partenopeo apparso or ora, di qualche comunicazione, ancora, che riguarda il suo officio di Soprintendente del Grande Archi | vio di Stato, egli vuole essere al corrente volta | per volta. Don Bartolommeo ha in casa una vivace nidiata di nipotini e le piccine gli vanno leggendo il libro nuovo, il giornale, le carte delArchivio…

Che importa se Bianca intoppa in una parola latina e s’arresta, levando in faccia al nonno che l’ascolta i suoi belli occhi neri spaventat Il nonno sorride e corregge, piano. Un soffio fresco vien dal mare sul quale affaccia il lieto balcone dello studio semplice e severo: splende, nel lontano, il mare e si corona della bianca riva di Posillipo, de’ monti che si vanno rivestendo, del bel verde che vi prospera 6 che il Sannazaro cantava, Una tenera pace domestica è nella stanza. La vocetta infantile continua, rianimata, a vibrare con un suono argentino; continua il nonno a sorridere del suo sorriso benevolo, ed è felice, ed ascolta.

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