Castellammare-Torre Annunziata, blitz antidroga: caccia al tiktoker “Papusciello”, coinvolto anche un parroco
Castellammare-Torre Annunziata, blitz antidroga: caccia al tiktoker “Papusciello”, coinvolto anche un parroco
Un’ampia operazione antidroga ha scosso la città di Torre Annunziata, portando all’emissione di misure cautelari per 51 persone. Tra i soggetti coinvolti figura Antonio Gemignani, 47 anni, conosciuto sui social media come “Papusciello”, tiktoker locale. Gemignani, destinatario di un obbligo di presentazione ai carabinieri, risulta al momento irreperibile. Nonostante ciò, ha recentemente pubblicato un video su TikTok in cui si mostra mentre canta una canzone neomelodica in Spagna.
Le indagini, condotte dalla Procura di Torre Annunziata, hanno portato il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) Luisa Crasta ad emettere misure cautelari nei confronti di Gemignani, accusato di cessione di cocaina in concorso con il nipote Nino Gemignani e di aver tratto profitto dalla vendita di stupefacenti. Il Pubblico Ministero aveva richiesto la custodia cautelare in carcere per Gemignani, ma il GIP ha ritenuto insufficienti gli indizi a suo carico, disponendo invece l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Durante l’interrogatorio, “Papusciello” ha negato le accuse, ammettendo che Giuseppe Panariello, un altro parente coinvolto nell’inchiesta, aveva vissuto nella sua abitazione per un periodo. Ha inoltre confermato di essere a conoscenza delle attività illecite di Nino Gemignani, ma ha dichiarato di esserne estraneo.
L’indagine ha coinvolto anche don Nando Ciani Passeri, parroco della chiesa di Sant’Alfonso dei Liguori. Il suo coinvolgimento sarebbe legato a Nino Gemignani. Secondo gli investigatori, nel 2022 Gemignani aveva ottenuto la messa in prova presso la parrocchia di don Nando, dove avrebbe dovuto svolgere attività di volontariato. Tuttavia, non avrebbe mai svolto tale attività, limitandosi a firmare i registri con la complicità del parroco, che avrebbe falsamente attestato lo svolgimento del volontariato.
Il GIP, pur considerando le accuse a carico di don Nando, non ha ritenuto necessario disporre misure cautelari. Il parroco è stato denunciato per falso.