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Cronaca
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Cava-Costa d’Amalfi, crisi nella transizione al Consorzio Sociale: la sospensione di Nesi rallenta il passaggio del Piano di Zona

19 marzo 2025 | 19:11
Cava-Costa d’Amalfi, crisi nella transizione al Consorzio Sociale: la sospensione di Nesi rallenta il passaggio del Piano di Zona

La creazione dell’Azienda Speciale Consortile per i Servizi Socio-Sanitari Cava-Costa d’Amalfi (A.S.C.C.C.A.) potrebbe vedere la sua efficacia messa in discussione da un ostacolo ben più grande: il delicato passaggio di consegne tra il precedente Piano di Zona S2 e il nuovo ente consortile.
Non si tratta solo di una difficoltà burocratica, ma di un nodo finanziario fondamentale. Per dare vita concretamente all’Azienda Consortile, oltre a definire gli statuti e approvare i provvedimenti nei Consigli Comunali, è cruciale conoscere l’ammontare delle risorse residue dal Piano di Zona. Questi dati sono necessari per predisporre un Piano Programma, che includa le assunzioni del personale e le prime azioni a favore dei cittadini.
Il passaggio si complica ulteriormente, poiché l’ex dirigente finanziario del Comune di Cava de’ Tirreni, Francesco Sorrentino, è stato licenziato per via di un’inchiesta sugli ammanchi nei bilanci. A seguire, anche il coordinatore del Piano di Zona, Romeo Nesi, è stato sospeso dal servizio per un mese. In un momento così cruciale, Nesi avrebbe dovuto garantire il passaggio delle risorse finanziarie all’Azienda Consortile, ma ora, con la sua sospensione, il rischio è che non si sappia con certezza quante risorse siano effettivamente disponibili per il nuovo ente.
Per sbloccare la situazione, si rende urgente una riunione tra i sindaci coinvolti, per individuare una figura che sostituisca Nesi e garantisca la trasparenza nel trasferimento delle risorse economiche. Senza un chiarimento immediato e una rendicontazione precisa, la transizione rischia di compromettere il futuro stesso dell’Azienda, mettendo a rischio la stabilità e la qualità dei servizi assistenziali.
Il caos amministrativo in corso minaccia di impedire una pianificazione adeguata, tanto per le assunzioni quanto per l’avvio delle azioni concrete a beneficio della cittadinanza. Il passaggio delle risorse, se non gestito in modo chiaro e trasparente, potrebbe compromettere l’intero sistema di assistenza, rallentando i servizi e danneggiando le categorie più vulnerabili, come anziani, disabili e famiglie in difficoltà.
Non è più il momento di aspettare che le pratiche burocratiche si risolvano da sole. È necessaria una verifica immediata delle risorse economiche residue e della loro gestione. I sindaci e i rappresentanti istituzionali devono insistere affinché venga garantita una rendicontazione chiara, altrimenti l’Azienda Consortile rischia di partire con il piede sbagliato, minando il progetto che, invece, dovrebbe migliorare i servizi sul territorio.
La domanda cruciale resta: dove sono finiti i fondi del Piano di Zona?