Clima cambiato: le api sono già uscite a Punta Campanella 25 giorni prima del previsto. L’allarme da Miele D’Angelo di Piano di Sorrento

Clima cambiato: le api sono già uscite a Punta Campanella 25 giorni prima del previsto
La natura sta lanciando segnali sempre più evidenti del cambiamento climatico, e questa volta a farne le spese sono le api della Penisola Sorrentina. A Punta Campanella, nel comune di Massa Lubrense, confine fra Costiera amalfitana e Penisola sorrentina, infatti, i preziosi insetti sono già usciti dai loro alveari con ben 25 giorni di anticipo rispetto al solito. Un fenomeno preoccupante, che desta allarme tra gli apicoltori della zona.
Uno dei punti di riferimento per la produzione di miele in Penisola Sorrentina è la ditta Miele d’Angelo di Piano di Sorrento, che da anni si distingue per la qualità dei suoi prodotti e l’attenzione alla sostenibilità ambientale. Il titolare, ascoltato da Positanonews, ha manifestato la sua preoccupazione per questa situazione anomala.
“Le api seguono il ritmo della natura – ha spiegato – e la loro uscita anticipata è la prova tangibile che qualcosa non va. Il caldo anomalo di questo inverno ha ingannato le api, facendole uscire in cerca di nettare quando la maggior parte delle fioriture non è ancora pronta. Questo può avere conseguenze drammatiche sia per la produzione di miele che per l’impollinazione delle piante. Questa mattina a Punta Campanella c’erano ben sei gradi..”
Le api, infatti, giocano un ruolo fondamentale nell’ecosistema, garantendo la riproduzione di molte specie vegetali. Se il loro ciclo viene alterato, anche l’intera catena alimentare rischia di subire effetti negativi.
La ditta Miele d’Angelo, con la sua lunga esperienza nel settore, sta monitorando attentamente la situazione, con le sue ben 12 postazioni sul territorio, ma le preoccupazioni restano alte. “Stiamo cercando di aiutare le api con nutrimenti di supporto, ma la natura ha bisogno di equilibrio, e noi possiamo fare ben poco se le temperature continuano a essere così alte.”
Dal punto di vista della sostenibilità ambientale e biologica la buona notizia per il miele della Penisola sorrentina è che non ha presenze tossiche, a causa dell’uso intenso di pesticidi, come è stato rilevato in altri mieli da una ricerca del settimanale Salvagente “Di questo aspetto ne parleremo a giorni, posso dire che qui non ci sono questi problemi, non ci sono coltivazioni intense di pesticidi, anzi c’è il fenomeno di tanti terreni abbandonati dai coltivatori, la Solagri è molto attenta ad evitare questo fenomeno, ma il discorso è complesso ”
Ci vorrebbe maggior cultura sulla natura e su prodotti come il miele si sa poco, per esempio della freschezza, della conservazione, delle proprietà e della composizione “Cerchiamo di fare un lavoro di informazione a tutti i livelli, ma il tempo è poco. Proprio questo finesettimana devo andare a fare un seminario , son uno dei pochi assaggiatori di miele della Campania e spesso ci confrontiamo. C’è tanto da sapere su questo settore, spesso mettiamo a disposizione il nostro giardino per visitare gli alveari e studiare la produzione, come domani, al mio ritorno approfondiremo con Positanonews ”
Il cambiamento climatico si conferma dunque una minaccia non solo per gli ecosistemi, ma anche per le attività economiche legate alla biodiversità locale. La Penisola Sorrentina, con il suo delicato equilibrio tra natura e turismo, deve affrontare con urgenza questa sfida, promuovendo pratiche sostenibili e sensibilizzando cittadini e istituzioni.
Positanonews continuerà a seguire da vicino la vicenda, dando voce a chi ogni giorno lavora per preservare la bellezza e la ricchezza del nostro territorio.
Il cambiamento climatico influisce sui ritmi di vita delle api: conseguenze per le colture e l’agricoltura
Uno studio condotto dall’Università di Reading nel Regno Unito lancia l’allarme: il cambiamento climatico sta alterando i ritmi di vita delle api, con effetti negativi per le colture che dipendono dai loro preziosi servizi di impollinazione. Le primavere più calde stanno facendo svegliare prima le api britanniche, causando una perdita di sincronizzazione con le piante.
Api e piante: un equilibrio delicato
Secondo i ricercatori, le api che emergono dal nido troppo presto potrebbero non trovare abbastanza polline e nettare per sopravvivere e produrre prole. Questo squilibrio si traduce in una riduzione complessiva dell’impollinazione, compromettendo il ciclo vitale delle piante e, di conseguenza, la quantità di cibo disponibile.
“Far coincidere le date di risveglio con la fioritura delle piante è vitale per le api appena emerse – ha spiegato Chris Wyver, ricercatore della School of Agriculture, Policy and Development dell’Università di Reading – perché hanno bisogno di trovare cibo per aumentare le loro possibilità di sopravvivenza e riprodursi.”
Rischi economici e ambientali
La diminuzione dell’impollinazione naturale rappresenta una minaccia non solo per l’ecosistema, ma anche per l’economia agricola. Se le api selvatiche non riuscissero più a garantire il loro servizio, gli agricoltori dovrebbero ricorrere ad api allevate, con un conseguente aumento dei costi di produzione che potrebbe riflettersi sui consumatori.
“La riduzione dell’impollinazione naturale potrebbe costringere gli agricoltori a ricorrere ad api allevate, con conseguenti maggiori costi che potrebbero essere scaricati sui consumatori – ha aggiunto Wyver –. Potremmo vedere mele, pere e verdure ancora più costose nei supermercati.”
Un risveglio anticipato di una settimana per ogni grado in più
Lo studio ha analizzato 88 specie di api selvatiche per un periodo di 40 anni, utilizzando oltre 350.000 registrazioni. I risultati mostrano che le api stanno anticipando la loro uscita dal letargo di circa 0,40 giorni all’anno dal 1980. La temperatura è stata identificata come il principale fattore di questo spostamento, con un anticipo medio di 6,5 giorni per ogni grado di riscaldamento.
Le proiezioni del Met Office, il servizio meteorologico nazionale del Regno Unito, stimano che entro il 2070 gli inverni britannici potrebbero registrare un aumento della temperatura tra 1°C e 4,5°C, con un incremento massimo del 30% dell’umidità. Questa tendenza potrebbe accentuare ulteriormente il fenomeno del risveglio precoce delle api.
Impatti globali sulla sicurezza alimentare
Le api e gli altri impollinatori svolgono un ruolo cruciale per la sicurezza alimentare globale. Secondo la FAO, tre colture alimentari su quattro nel mondo dipendono in qualche misura dagli impollinatori. Inoltre, il 71% delle circa 100 colture che forniscono il 90% del cibo a livello globale è impollinato dalle api.
La riduzione della popolazione di api, unita al cambiamento climatico, rischia di compromettere l’approvvigionamento alimentare mondiale, con impatti ancora più gravi nei Paesi in via di sviluppo, dove la domanda di servizi di impollinazione è in costante aumento.
Un equilibrio da proteggere
Proteggere le api significa tutelare l’intero ecosistema e garantire la sicurezza alimentare globale. L’appello degli scienziati è chiaro: occorre adottare politiche di mitigazione del cambiamento climatico e promuovere pratiche agricole sostenibili per preservare la biodiversità e il prezioso lavoro degli impollinatori.
Positanonews continuerà a monitorare le ricerche scientifiche e le iniziative a tutela delle api, sottolineando l’importanza di questo tema per l’ambiente e per l’economia locale.