La maestosa Caryota obtusa nei giardini pubblici di Sant’Agnello

20 marzo 2025 | 09:54
La maestosa Caryota obtusa nei giardini pubblici di Sant’Agnello

di lucio esposito

I giardini pubblici di Sant’Agnello ospitano un esemplare straordinario di Caryota obtusa, una palma imponente e scenografica, che con le sue enormi foglie bipennate conferisce un tocco esotico e grandioso al paesaggio.

Origine e caratteristiche

Questa specie proviene dalle foreste montane di Cina, India, Laos, Myanmar e Thailandia, dove cresce tra i 1200 e i 1800 metri di altitudine. È comunemente conosciuta come black trunk palm, fishtail palm o Thai mountain giant palm per la forma delle sue foglie, che ricordano la coda di un pesce.

La Caryota obtusa è una palma monoica e monocarpica, il che significa che fiorisce una sola volta nella sua vita e poi muore. Può raggiungere i 10-15 metri in coltivazione e superare i 30 metri in natura. Il fusto è solitario, cilindrico e spesso rigonfio nella parte centrale, con un diametro tra i 40 e gli 80 cm. La base è caratterizzata da un cono di radici aeree che funge da supporto, mentre la superficie del tronco è grigio chiaro con cicatrici fogliari ben visibili.

Fogliame spettacolare

Le foglie, di forma triangolare e bipennate nella fase adulta, possono raggiungere i 6 metri di lunghezza e oltre 3 metri di larghezza. Le foglioline, coriacee e obliquamente cuneiformi, presentano un apice dentato e smussato, caratteristica da cui deriva il nome specifico obtusa.

Fioritura e fruttificazione

L’infiorescenza della Caryota obtusa è pendente, lunga fino a 6 metri e molto ramificata. La fioritura avviene in sequenza dall’alto verso il basso e può durare diversi anni. I fiori giallastri sono disposti in triadi, con un fiore femminile tra due maschili, favorendo la impollinazione incrociata. Alla maturazione dei frutti globosi, di colore rossastro e contenenti uno o due semi, la pianta termina il suo ciclo vitale. È importante notare che la polpa dei frutti è irritante a causa della presenza di cristalli di ossalato di calcio.

Coltivazione nei giardini pubblici di Sant’Agnello

Questa palma è particolarmente apprezzata per la sua maestosità, ma richiede ampie aree verdi per il suo sviluppo. La Caryota obtusa nei giardini di Sant’Agnello si adatta bene al clima subtropicale della zona, anche se può tollerare brevi periodi di freddo fino a -3°C.

Per una crescita ottimale, necessita di pieno sole, terreni ricchi e drenanti e un’adeguata irrigazione, anche se può sopportare brevi periodi di siccità. Tuttavia, la sua coltivazione pone alcune difficoltà: la gestione delle foglie secche, la rimozione della pianta dopo la fioritura e la sua vita relativamente breve, di circa 15-20 anni.

Un patrimonio botanico da preservare

L’esemplare di Caryota obtusa presente nei giardini pubblici di Sant’Agnello rappresenta un tesoro botanico da ammirare e tutelare. Oltre al suo valore ornamentale, questa palma possiede anche un utilizzo alimentare nelle regioni di origine, dove la parte centrale del fusto, ricca di amido, viene impiegata come cibo. Tuttavia, la raccolta indiscriminata per questo scopo ha ridotto il numero di esemplari in natura.

L’introduzione di questa specie nei giardini pubblici non solo arricchisce il patrimonio paesaggistico locale, ma sensibilizza anche sulla necessità di proteggere e conservare specie esotiche di grande valore ecologico ed estetico.

Generico marzo 2025Generico marzo 2025