“Ritorno a casa” si propone di mettere in atto una visione inclusiva, che non si limita a dare assistenza, ma mira a valorizzare la ricchezza delle esperienze, delle culture e delle storie personali |
Cronaca
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Mettere al centro la parola “dignità”: l’invito di padre Enzo Fortunato

10 marzo 2025 | 11:11
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Mettere al centro la parola “dignità”: l’invito di padre Enzo Fortunato

Padre Enzo invita a vivere e riscoprire la parola “dignità” con un articolo apparso sulla prima pagina del Sole24ore. L’anno giubilare è ricco di progetti e iniziative. Tra questi “Ritorno a casa” è un richiamo profondo al senso più autentico dell’accoglienza. Per chi è costretto a lasciare la propria terra, la casa non è solo un luogo fisico, ma il bisogno di essere riconosciuti, accolti e integrati in una comunità che non sia segnata dalla paura o dall’indifferenza. È con questo spirito che la Fondazione “Fratelli tutti”, anche tante altre realtà come la Comunità di Sant’Egidio e la cooperativa Auxilium, vuole ripensare l’accoglienza dei migranti, superando un approccio puramente assistenzialistico per riscoprire il valore della fraternità concreta.
La rotta libica, negli ultimi due anni, ha scalzato quella tunisina: sono circa 36mila (dodicimila in meno sul 2023) i migranti partiti dalla Libia contro i 18mila che hanno optato per la rotta tunisina (80% in meno rispetto al 2023). Gli altri porti principali, tra i Paesi dell’area del Mediterraneo sono la Turchia e l’Algeria.
Papa Francesco ci ricorda che “la casa comune” non è solo il pianeta che abitiamo, ma anche una società costruita sulla dignità e sul rispetto reciproco. Nel solco di questo insegnamento, “Ritorno a casa” diventa un percorso di accompagnamento e reintegrazione, in cui ogni persona trova non solo un tetto, ma la possibilità di una nuova vita radicata nella solidarietà e nella speranza. È qui che si gioca la vera “partita” del Giubileo.
Non si tratta soltanto di offrire un rifugio temporaneo, ma di costruire un luogo in cui ogni persona, soprattutto chi si trova lontano dalla propria terra, possa riscoprire la dignità di essere umano e la speranza di una vita migliore. Papa Francesco ci ricorda, nella “Fratelli tutti”, che “l’accoglienza è un cammino di amore e di condivisione che non si ferma alle porte di un centro… ma si estende a tutte le sfumature dell’essere umano”. È in questo spirito che “Ritorno a casa” si propone di mettere in atto una visione inclusiva, che non si limita a dare assistenza, ma mira a valorizzare la ricchezza delle esperienze, delle culture e delle storie personali.
Il nostro impegno nasce da una profonda ispirazione evangelica. Come scritto dall’evangelista Matteo: “venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo”, una chiamata che ci spinge ad abbracciare chiunque sia in difficoltà, riconoscendone la presenza del divino. Questa accoglienza non è un atto di mera carità, ma una forma di amore concreto, capace di trasformare l’umanità e di rivelare il volto misericordioso di Dio. La carità non si dimostra solo con il denaro.
D’altra parte, il cammino tracciato da San Francesco d’Assisi ci offre un modello prezioso: egli, che scelse la povertà e la semplicità per avvicinarsi al divino, ci insegna che la vera ricchezza risiede nell’apertura al prossimo, nel riconoscere in ogni volto l’immagine del Creatore. “La povertà, in realtà, è un dono” scriveva il Santo, e oggi quel dono si trasforma nell’atto di restituire a chi si sente perso il senso di appartenenza a una famiglia umana, quella famiglia che ci unisce tutti.
Ogni iniziativa giubilare è chiamata a fondersi su questa visione integrata: un’accoglienza che non si limita a colmare bisogni materiali, ma che abbraccia l’intera persona, nel profondo della sua identità e nella sua storia. Attraverso iniziative di educazione, formazione e inserimento sociale, intendiamo creare ponti di dialogo e di comprensione reciproca, dove il valore di ciascuno è riconosciuto e celebrato. Come ricorda Papa Francesco, “in un mondo che sembra aver dimenticato il senso della fraternità, ogni gesto di amore diventa una rivoluzione”.
In questo weekend, in occasione del Giubileo dei Volontari, migliaia di persone provenienti da ogni angolo del mondo si riuniranno per celebrare insieme il valore dell’impegno e della solidarietà. Sarà un momento di incontro e riflessione, un’opportunità per rinnovare l’impegno a favore dei più vulnerabili e per continuare a costruire ponti di speranza e fraternità. Come ricordava Santa Teresa di Calcutta: “Non tutti possiamo fare cose grandi, ma possiamo fare cose piccole con grande amore.”