Scontro fra dipendenti e vertici |
Cronaca
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Non siamo lavoratori di serie B”: la protesta dei dipendenti Miramare Service che preoccupa la Costiera Amalfitana

21 marzo 2025 | 08:48

Non siamo lavoratori di serie B”: la protesta dei dipendenti Miramare Service

Il clima si fa sempre più teso tra i lavoratori della Miramare Service, la società che gestisce i servizi ambientali in diversi comuni della Costa d’Amalfi e l’azienda stessa. Una vicenda che preoccupa la Costiera Amalfitana che sembra destinata ad avere la Miramare per il Sad, c’è un ricorso al Tar Campania di Salerno del sindaco di Positano Giuseppe Guida che non contesta la Miramare ma il metodo di scelta di gestione del Sad che secondo l’amministrazione della Città Verticale dovrebbe avvenire con una gara d’appalto, sulla vicenda altri comuni , come Atrani, cominciano ad avere dei dubbi, fra l’altro questo Comune pagherebbe un dipendente dislocato in altri comuni. Nel corso di un’intervista rilasciata a Radio Bussola 24, i dipendenti hanno alzato la voce: “Non siamo lavoratori di serie B”, hanno dichiarato, denunciando condizioni lavorative insostenibili e una gestione che, a loro dire, non garantisce i diritti fondamentali.

L’agitazione dei lavoratori non è un fulmine a ciel sereno. Lo sciopero, proclamato per il prossimo 26 marzo dal sindacato FIAL Ambiente e Servizi, è il culmine di una serie di tensioni che si trascinano da tempo. Il sindacato ha inviato ben tre lettere tra il 19 febbraio e il 10 marzo per denunciare presunte irregolarità e mancanza di dialogo con la direzione aziendale. Tra i punti più critici della vertenza figurano il mancato riconoscimento della RSU (Rappresentanza Sindacale Unitaria) eletta a dicembre 2024 e le difficoltà organizzative che, secondo il FIAL, penalizzano i lavoratori sia dal punto di vista operativo che economico.

Scontro tra azienda e sindacato: i nodi da sciogliere

Uno dei principali motivi di scontro riguarda la classificazione contrattuale dei lavoratori. Secondo il sindacato, molti dipendenti non sarebbero inquadrati correttamente, subendo così una perdita salariale di diverse centinaia di euro ogni mese e ci sono  troppi precari. Inoltre, il ruolo della RSU sembra essere fortemente ostacolato: “Non abbiamo strumenti adeguati per svolgere il nostro mandato, nessun ufficio, nessuna email ufficiale”, denunciano i rappresentanti sindacali.

La gestione interna della Miramare Service è un altro tema caldo. Il FIAL accusa l’azienda di prendere decisioni unilaterali, senza coinvolgere le rappresentanze sindacali, soprattutto in merito alla riorganizzazione dei servizi. Inoltre, preoccupa il futuro dell’azienda: alcuni comuni della Costiera Amalfitana stanno infatti avviando nuove gare d’appalto per l’affidamento dei servizi ambientali, ma, stando a quanto riferisce il sindacato, “non è stato comunicato nulla su cosa accadrà ai lavoratori coinvolti nel servizio attuale”. In effetti sul Sad non c’è ancora chiarezza .

La risposta della Miramare Service

Di fronte alle accuse, la Miramare Service non è rimasta in silenzio. In una lettera ufficiale, l’Amministratore Unico Carmine La Mura ha respinto le contestazioni, difendendo l’operato dell’azienda e sottolineando gli sforzi fatti negli ultimi anni per migliorare le condizioni dei dipendenti. La Mura ha ricordato il passaggio da contratti part-time a full-time per numerosi lavoratori e il miglioramento delle infrastrutture di raccolta dei rifiuti nei comuni serviti.

Sul tema della RSU, l’azienda sostiene di aver chiesto già dal 29 gennaio 2025 i nominativi dei rappresentanti, senza però ricevere tutta la documentazione necessaria per formalizzarne il riconoscimento. Riguardo al premio di risultato per il 2025, un altro nodo della vertenza, l’azienda ha chiarito che l’importo sarà erogato entro giugno 2025, dopo l’approvazione del bilancio 2024, come stabilito negli accordi aziendali.

Quale futuro per i lavoratori?

Nonostante le risposte dell’azienda, il sindacato FIAL non arretra e conferma lo sciopero per il 26 marzo. Il timore dei lavoratori è che il loro ruolo venga marginalizzato, con il rischio di perdere stabilità e garanzie occupazionali nel passaggio alla nuova gestione dei servizi ambientali della Costiera.

Per evitare ulteriori conflitti, la Miramare Service ha chiesto l’intervento del Prefetto di Salerno, proponendo un tavolo istituzionale che coinvolga azienda, sindacati e Comuni Soci. Resta da vedere se questo confronto riuscirà a scongiurare lo sciopero o se la protesta dei lavoratori porterà a nuove azioni di mobilitazione nei prossimi mesi.

La battaglia per il riconoscimento dei diritti prosegue e una cosa è certa: i lavoratori della Miramare Service non intendono essere trattati come “dipendenti di serie B”.