Reddito di Libertà: il contributo alle donne vittime di violenza diventa una misura strutturale.

Quasi alla vigilia dell’8 marzo, la Giornata della donna, arriva finalmente la pubblicazione in gazzetta ufficiale del “Reddito di Libertà”, un contributo alle donne vittime di violenza.
La misura diventa strutturale, ed aumenta dai precedenti 400€ al mese, a 500€ per un massimo di 12 mesi, raggiungendo così l’importo annuo di 6.000€.
L’Inps nella Circolare n.54/2025 precisa quali sono i termini per la presentazione delle domande, aperte dal 5 marzo 2025, e che quelle respinte in precedenza per incapienza di fondi, possono essere ripresentate entro il 18 aprile, mantenendo la priorità acquisita.
Il canale preferenziale per chi era rimasto in stand by, seppur condivisibile, mette in evidenza una questione nata insieme allo strumento di sostegno: la scarsità dei fondi disponibili.
Il Reddito di Libertà è una misura varata durante l’emergenza Covid-19 per le donne vittime di violenza, in condizioni di vulnerabilità, per favorirne l’indipendenza economica e consiste in un contributo economico finalizzato a sostenere l’autonomia abitativa, la riacquisizione dell’autonomia personale e le spese scolastico-formative dei figli minori.
Il decreto interministeriale Lavoro-Famiglia-Economia del 2 dicembre 2024, ha definito i requisiti per la ripartizione dei fondi stanziati.
La platea è ampia, spetta infatti alle donne residenti in Italia in possesso della cittadinanza italiana, dell’Unione Europea, alle extracomunitarie con permesso di soggiorno UE di lungo periodo o per protezione speciale, in possesso di una delle carte di soggiorno per familiari extracomunitari di cittadini UE, nonché alle straniere con status di rifugiate politiche o di protezione sussidiaria.
Ne possono beneficiare le donne vittime di violenza, senza figli o con figli minori, seguite dai centri antiviolenza riconosciuti da Regioni, dai servizi sociali nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza ed in condizione di bisogno economico.
Il contributo è esentasse e cumulabile ad altri sostegni al reddito (Assegno di inclusione, Naspi, Dis-Coll, Cassa Integrazione, ecc.). Il rappresentante legale del centro antiviolenza, che ha preso in carico la donna, attesta il percorso di emancipazione ed autonomia intrapreso, ed il servizio sociale di riferimento attesta lo stato di bisogno con il modulo “Domanda Reddito di Libertà”, dal 5 marzo 2025. Quelle presentate prima di tale data e non accolte per incapienza di fondi, potranno essere ripresentate entro il 18 aprile 2025 mantenendo la priorità acquisita, ma oltre tale termine decadranno definitivamente, fatta salva la possibilità di presentare una nuova domanda.
Le risorse stanziate per l’anno 2025 ammontano a 10milioni di euro, e le domande non accolte per incapienza di fondi, decadranno il 31 dicembre 2025, e potranno essere ripresentate successivamente, dal 1gennaio al 31dicembre di ciascun anno, tramite i servizi sociali dei comuni compilando il modello “SR208” disponibile sul sito dell’Inps.
Secondo i dati ISTAT, nel 2023 si sono rivolte ai Centri Antiviolenza più di 61.500 donne.
Anche se l’aiuto è destinato soltanto a coloro che vengono seguite dai CAV e non a chiunque vi si rivolga, il rapporto resta sbilanciato.
In Campania le donne vittime di violenza che hanno potuto beneficiare del reddito di libertà sono state 285 nel 2021, successivamente solo tre regioni italiane al 2023 hanno stanziato fondi autonomamente, ma purtroppo non la nostra.