Sorrento celebra il XIV centenario del pio transito di Sant’Antonino Abate con un approfondimento su Anonino Sorrentino

2 marzo 2025 | 11:02
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Sorrento celebra il XIV centenario del pio transito di Sant’Antonino Abate con un approfondimento su Anonino Sorrentino

di lucio esposito   e sara ciocio 

Rossella Di Leva presenta una serata di cultura e fede in onore di Sant’Antonino

Proseguono le celebrazioni per i 1400 anni dal transito di Sant’Antonino, patrono di Sorrento. Anche questa sera, in nome del Santo, la comunità si riunisce per un evento di grande valore culturale e spirituale.

Ospite d’eccezione della serata è il professor Vincenzo Russo, storico e già docente di storia e filosofia presso il Liceo Publio Marone. Il professore, esperto di storia e arte del territorio, offrirà il suo contributo per approfondire il legame tra Sant’Antonino e la città di Sorrento. L’introduzione sarà affidata a don Pasquale Van Core, presidente della commissione diocesana per le celebrazioni antoniniane e membro della commissione comunale istituita per l’occasione.

Durante l’incontro, Rossella Di Leva ha ricordato anche i prossimi appuntamenti in programma. Domani sera, alle 19:30, presso il teatro Sant’Antonino nei pressi della Cattedrale di Sorrento, andrà in scena lo spettacolo teatrale “Antonino in sei quadri teatrali”. L’evento è organizzato dall’Associazione Campagna della Città di Campagna in collaborazione con la compagnia teatrale Le Pleadi di Battipaglia.

Un altro evento significativo è l’inaugurazione del Cammino di Sant’Antonino, inizialmente prevista per domani ma posticipata all’8 marzo a causa delle condizioni meteorologiche. Il percorso partirà alle ore 8:00 dalla Concattedrale di Castellammare di Stabia e si concluderà intorno alle 17:00 presso la Basilica di Sant’Antonino. Questo itinerario, che unisce fede, storia e cultura, sarà ripetuto ogni primo sabato del mese fino a settembre, con una variante alta dedicata ai camminatori più esperti.

Queste celebrazioni non solo rendono omaggio alla figura di Sant’Antonino, ma permettono anche di riscoprire la geografia del Santo attraverso i luoghi e le opere a lui dedicate. Il forte legame tra Sant’Antonino, Sorrento e tutta la penisola sorrentina viene ancora una volta testimoniato dall’affetto e dalla partecipazione della comunità. Un vincolo profondo che si manifesta nell’intercessione e nella protezione che il Santo ha sempre esercitato nei confronti dei suoi devoti.

Sorrento celebra il XIV centenario del pio transito di Sant’Antonino Abate

Sorrento, 28 febbraio 2025 – Una serata di cultura e tradizione ha animato la Sala Consiliare di Sorrento in occasione della conferenza “Agiografia e Anonimo Sorrentino”, organizzata nell’ambito delle celebrazioni per il XIV centenario del pio transito di Sant’Antonino Abate.

L’evento ha visto la partecipazione delle autorità locali, con i saluti istituzionali del Sindaco Massimo Coppola e dell’Assessore Rossella Di Leva, che hanno sottolineato l’importanza di Sant’Antonino come figura centrale della devozione cittadina.

A introdurre l’incontro è stato Don Pasquale Vanacore, presidente della Commissione Diocesana per le Celebrazioni Antoniniane, che ha evidenziato il valore storico e spirituale dell’agiografia e della tradizione legata al patrono di Sorrento.

Il relatore della serata, Prof. Vincenzo Russo, noto storico, ha approfondito il tema dell’agiografia e l’importanza dell’Anonimo Sorrentino, offrendo ai presenti una lettura storico-culturale del culto di Sant’Antonino attraverso i secoli.

L’evento ha visto una grande partecipazione di cittadini e appassionati di storia locale, testimoniando ancora una volta il forte legame tra la città di Sorrento e il suo Santo Patrono.

La conferenza si inserisce in un programma più ampio di celebrazioni che continueranno nei prossimi mesi, con iniziative religiose e culturali volte a mantenere viva la memoria di Sant’Antonino Abate.

Don Pasquale Vanacore presenta la conferenza del Prof. Vincenzo Russo sull’Anonimo Sorrentino

Una serata all’insegna della cultura e della devozione si è svolta recentemente con la conferenza del Prof. Vincenzo Russo dedicata all’Anonimo Sorrentino. L’incontro è stato introdotto da Don Pasquale Vanacore, il quale ha preparato il pubblico con un intervento che ha mescolato aneddoti personali e riflessioni sulla figura di Sant’Antonino.

Don Pasquale ha raccontato della sua esperienza nella parrocchia di Arola, unica nella diocesi a essere dedicata a Sant’Antonino, evidenziando come, paradossalmente, l’Anonimo Sorrentino fosse pressoché sconosciuto tra i fedeli locali. Questo ha stimolato in lui una riflessione più ampia sul rapporto tra la devozione popolare e la conoscenza storica delle figure venerate. Spesso, infatti, i santi vengono celebrati per tradizione, ma senza una reale consapevolezza della loro storia e dei loro insegnamenti.

Per colmare questa lacuna, Don Pasquale ha proposto alla comunità un percorso di approfondimento, leggendo e commentando l’Anonimo Sorrentino in una serie di incontri serali. L’iniziativa ha riscosso successo, portando i fedeli a una maggiore conoscenza della figura di Sant’Antonino e del contesto storico in cui operò. Inoltre, ha contribuito alla pubblicazione di una vita inedita del santo, scritta dall’avvocato e storico Baldassarre Ferraro, con il supporto della parrocchia di Arola.

Il professor Vincenzo Russo, noto per la sua serietà e il suo rigore accademico, è stato chiamato a offrire una lettura più approfondita e analitica dell’Anonimo Sorrentino. Don Pasquale ha espresso il suo rammarico per non aver potuto avere il professore come docente ai tempi del liceo, sottolineandone la capacità di investigare e di ricercare con onestà e profondità.

La serata ha rappresentato un’importante occasione di arricchimento culturale e spirituale, confermando come la conoscenza storica possa rafforzare la fede e il senso di appartenenza a una tradizione secolare. Il pubblico, attento e partecipe, ha seguito con interesse le parole del Professore, consapevole che la vera devozione passa anche attraverso la comprensione e la conoscenza.

La Conferenza di Vincenzo Russo sull’Anonimo Sorrentino: Un Viaggio tra Storia e Fonti Documentarie

Si è tenuta recentemente a Sorrento una conferenza di grande rilievo storico e culturale, tenuta dal professor Vincenzo Russo, dedicata all’Anonimo Sorrentino. L’evento, inserito nel quadro delle celebrazioni per il XIV centenario del passaggio nel cielo di Sant’Antonino e per il primo centenario dell’elevazione a Basilica della chiesa a lui dedicata, ha attirato l’attenzione di studiosi e appassionati di ricerche storico-archivistiche.

Il professor Russo ha introdotto il tema sottolineando l’importanza dello studio critico delle fonti storiche per distinguere tra ciò che è storicamente vero, probabile o frutto della tradizione popolare. La sua analisi si è concentrata sulle fonti scritte di carattere religioso e sulla loro attendibilità, con particolare riferimento all’opera agiografica “Vita Sancti Antonini Abbatis”.

Un aspetto centrale del dibattito ha riguardato la distanza temporale tra gli eventi narrati e la loro trascrizione. Prendendo come esempio i Vangeli sinottici, il professore ha evidenziato come il Vangelo più antico, quello di Marco, sia stato scritto circa 40 anni dopo la morte di Gesù Cristo e sia tuttora oggetto di dibattito storiografico. In confronto, la prima testimonianza scritta sulla vita di Sant’Antonino risale a circa tre secoli dopo la sua morte, il che rende l’analisi delle fonti ancora più complessa.

La conferenza ha ripercorso la storia delle testimonianze documentarie sulla figura di Sant’Antonino, a partire dall’Anonimo monaco benedettino che redasse il primo manoscritto tra il IX e il X secolo. Questo documento, conservato inizialmente nel monastero di San Renato, è stato consultato da Antonio della Porta per la sua opera “Acta Sancti Antonini Abbatis” del 1535. Tuttavia, il manoscritto originale è andato perduto, e le sue copie sono state utilizzate nei secoli successivi per nuove pubblicazioni, fino agli studi moderni condotti tra il 2006 e il 2008.

Un ulteriore punto di interesse trattato nella conferenza è stata la scoperta di un codice conservato presso la Biblioteca Vaticana, identificato come Codice Barberini 3215. Secondo il professor Russo, questo potrebbe essere il manoscritto che Bartolomeo Capasso dichiarava di aver visto nella Curia Arcivescovile di Sorrento all’inizio dell’Ottocento. Il codice contiene una frase in latino che fa riferimento alla coltivazione di una vigna da parte di Sant’Antonino, elemento assente in altre versioni della sua vita.

Infine, la conferenza ha messo in luce il valore delle edizioni successive della “Vita Sancti Antonini Abbatis”, come quella di Antonio Caracciolo del 1646 e la ristampa del 1789 a cura di Tommaso Anfora, che ha arricchito il dibattito con una dissertazione sull’epoca in cui visse Sant’Antonino. Recentemente, nel 2009, Giuseppe D’Angelo ha pubblicato una nuova edizione del testo, offrendo una traduzione in italiano per una più ampia fruibilità.

L’intervento di Vincenzo Russo ha fornito spunti di riflessione fondamentali sull’importanza della ricerca storica e sulla necessità di un approccio critico nello studio delle fonti. La conferenza ha rappresentato un’occasione preziosa per approfondire la conoscenza di Sant’Antonino e del patrimonio documentario che ne racconta la vita, contribuendo alla valorizzazione della memoria storica sorrentino.

entativo di furto nella Chiesa e i Miracoli di Sant’Antonino: la seconda parte della conferenza di Vincenzo Russo

La seconda parte della conferenza di Vincenzo Russo dedicata all’Anonimo Sorrentino ha ripercorso alcuni episodi miracolosi attribuiti a Sant’Antonino, tra i quali spiccano due tentativi di furto nella chiesa del Santo. Questi eventi, riportati dall’Anonimo, offrono uno spaccato della fede medievale e della concezione della giustizia divina.

Nel primo caso, un giovane tenta di rubare il catenaccio della porta della chiesa, ma viene punito con la momentanea perdita della ragione. Nel secondo episodio, una persona si introduce nella chiesa con l’intenzione di compiere un furto sacrilego, ma non riesce più a trovare la porta per uscire e la sua vista si ottenebra. Il giorno seguente, entrambi vengono scoperti e puniti, ma il Santo, con un gesto di misericordia, concede loro il perdono: il giovane riacquista la ragione e il secondo recupera la vista, essendosi entrambi pentiti delle loro azioni.

Un altro miracolo narrato riguarda due donne in disputa per un debito. La creditrice, convinta dal prete a rinunciare a parte della somma, si scontra con la debitrice che si ostina a negare di dover restituire il denaro. Quando la donna bugiarda giura il falso davanti all’altare, viene colpita da un malessere improvviso e cade a terra come posseduta. Solo l’intervento del sacerdote, che le fa cadere alcune gocce di acqua santa nella bocca, la rianima. Questo episodio, secondo Russo, rappresentava un ammonimento per la comunità medievale sull’importanza di non giurare il falso dinanzi alla sacralità del Santo.

La conferenza ha poi toccato episodi singolari come la vicenda dell’arciprete Pietro, punito per le sue scappatelle amorose con una malattia della pelle che lo rendeva ripugnante. Solo dopo l’apparizione in sogno di Sant’Antonino, che lo unge con olio santo, l’arciprete guarisce e riceve un monito a temperare i suoi desideri.

Russo ha sottolineato che alcuni miracoli riportati dall’Anonimo Sorrentino mancano in altre fonti, ma la tradizione locale li ha tramandati attraverso dipinti e testimonianze. Tra i più noti si annoverano il miracolo della balena, che ricalca il racconto biblico di Giona, quello della capretta salvata dalla calce viva e la guarigione di un giovane paralitico. Un altro episodio riguarda la campana della Punta Campanella, che i Turchi, dopo averla rubata, furono costretti a gettare in mare poiché divenne inspiegabilmente troppo pesante.

Infine, Russo ha parlato della famosa statua d’argento di Sant’Antonino, realizzata nel 1563 per sostituire quella del 1493, rubata dai Turchi. Secondo una tradizione popolare, il Santo stesso si sarebbe presentato all’artista incaricato della nuova effigie, offrendosi come modello. Tuttavia, alcune ricerche recenti suggeriscono che la testa della statua potrebbe provenire da un’altra opera.

Concludendo, Russo ha ribadito l’importanza di distinguere tra ciò che è storicamente verificabile e ciò che appartiene alla tradizione popolare. Sebbene molti documenti siano andati perduti, il valore dei racconti miracolosi risiede nella loro capacità di rafforzare la fede e la devozione della comunità sorrentino-stabiese nel corso dei secoli.

La Terza Parte della Conferenza di Vincenzo Russo su Anonimo Sorrentino: Un Viaggio nella Storia e nella Fede

Si è conclusa con grande interesse la terza parte della conferenza del professor Vincenzo Russo dedicata all’Anonimo Sorrentino, un testo agiografico che rappresenta una delle poche fonti storiche sulla Sorrento medievale. Il documento, scritto circa tre secoli dopo la morte di Sant’Antonino, raccoglie tradizioni popolari e racconti devozionali volti a rafforzare la fede dei sorrentini, pur offrendo importanti spunti per la ricostruzione storica.

Uno degli aspetti più rilevanti del documento è l’assenza di riferimenti precisi all’epoca in cui visse Sant’Antonino, generando dibattiti tra gli studiosi. Due principali correnti storiografiche collocano la sua vita in epoche diverse: una tra il VI e VII secolo con la morte nel 625, mentre l’altra tra l’VIII e IX secolo con la scomparsa intorno all’830-832. Durante la conferenza, il professor Russo ha ribadito le motivazioni che confermano con sufficiente sicurezza la data del 625 come anno della sua morte, considerato il “dies natalis” del santo patrono.

Il documento si compone di tre parti: un prologo, una narrazione biografica e una sezione dedicata ai miracoli. La prima parte racconta la vita del santo, il suo arrivo a Stabia, il legame con il vescovo Catello, la fondazione della Cappella di San Michele sul Monte Aureo e il trasferimento a Sorrento, dove divenne abate del convento di Sant’Agrippino e morì.

La seconda parte, di maggiore interesse storico, descrive due eventi cruciali per la città di Sorrento: un assedio longobardo e una battaglia navale contro i Saraceni. L’Anonimo narra dell’attacco condotto dal principe longobardo Sicardo nell’836 e dell’intervento miracoloso di Sant’Antonino, che impedì l’ingresso dei nemici in città e costrinse il principe a ritirarsi.

Il secondo episodio riguarda un’importante battaglia navale in cui la flotta cristiana, composta da navi napoletane, gaetane e sorrentine, sconfisse gli invasori saraceni. Secondo il racconto, i cinque santi protettori di Sorrento (Sant’Antonino, San Bacolo, San Renato, Sant’Atanasio e San Valerio) apparvero sulle navi nemiche, seminando il terrore tra i Saraceni, che vennero sconfitti.

Oltre a questi eventi storici, il documento riporta altri miracoli attribuiti a Sant’Antonino, tra cui esorcismi e guarigioni. Particolarmente suggestiva è la narrazione di un uomo posseduto dal demonio che venne liberato dopo essere stato lasciato per una notte presso l’altare del santo. Un altro episodio riguarda un unguento miracoloso, preparato con cera e conservato in una scatola d’avorio nel tabernacolo della chiesa, che si diceva acquisisse poteri taumaturgici dopo tre giorni di preghiera e digiuno.

La conferenza di Vincenzo Russo ha permesso di approfondire la conoscenza di un testo che, seppur non strettamente storico, offre uno spaccato affascinante della Sorrento medievale, della sua devozione e del suo legame con il mare. Gli episodi raccontati dimostrano il ruolo centrale che Sant’Antonino ha avuto nella tradizione religiosa e culturale della città, confermando ancora una volta la sua importanza nella memoria collettiva sorrentino.

L’Anonimo Sorrentino e la Storia del Santo Patrono: un’eredità letteraria e religiosa

Nel corso della quarta parte della conferenza tenuta dal professor Vincenzo Russo sull’Anonimo Sorrentino, è emersa con forza la figura di un autore colto e profondamente legato alla tradizione religiosa della città di Sorrento. L’anonimo scrittore, infatti, attraverso il suo testo in latino letterario, ci ha lasciato una preziosa testimonianza sulla storia e sui meriti di Sant’Antonino, patrono della città.

L’Identità dell’Autore: un Monaco Benedettino?

Dall’analisi del testo, appare evidente che l’Anonimo fosse un uomo di Chiesa, probabilmente un monaco benedettino. Questa ipotesi si fonda su diversi elementi: la sua profonda conoscenza dei pregi e dei difetti della vita monastica e il fatto che, nel Medioevo, solo gli ecclesiastici avevano accesso all’istruzione e alla scrittura. Inoltre, i monasteri più antichi di Sorrento erano benedettini, come quello di Sant’Antonino, Sant’Agrippino e, in epoca successiva, quello di San Renato, i cui ruderi sono ancora visibili nei pressi del cimitero cittadino.

Un Latino Raffinato e Ricco di Riferimenti Classici

Il testo dell’Anonimo Sorrentino si distingue per un latino letterario che denota una solida formazione classica. L’autore attinge frequentemente alla tradizione scolastica e utilizza un lessico ricercato, arricchito da espressioni brevi e incisive, similitudini e descrizioni vivide. Non mancano echi virgiliani, con citazioni tratte dall'”Eneide” e dalle “Georgiche”. Ad esempio, nel prologo l’autore parafrasa il verso 266 del sesto libro dell'”Eneide”, parlando dei meriti del santo con l’espressione “Santis patris suus meritis audita”.

L’Influenza delle Sacre Scritture

Un altro elemento chiave del testo è la profonda conoscenza delle Sacre Scritture. L’Anonimo cita sia l’Antico che il Nuovo Testamento, con una ventina di riferimenti diretti, oltre a reminiscenze e movenze stilistiche ispirate al latino biblico. Seguendo l’esempio di Sant’Agostino e di altri padri della Chiesa, inserisce massime sentenziose, spesso chiuse da rime, e impiega metafore e figure retoriche tipiche della formazione scolastica del tempo.

Un Testimone della Storia Sorrentina

Pur non essendo annoverato tra i grandi prosatori benedettini, l’Anonimo Sorrentino rappresenta un’importante voce nella tradizione letteraria medievale dell’Italia meridionale. Il suo scritto non solo fornisce informazioni sulla storia di Sorrento nell’Alto Medioevo, ma ha il grande merito di aver raccolto e trasmesso le più antiche notizie sulla vita e i meriti di Sant’Antonino, figura centrale della spiritualità cittadina.

L’opera dell’Anonimo Sorrentino, dunque, non è solo una fonte storica preziosa, ma anche un esempio di come la tradizione religiosa e la cultura classica si siano intrecciate nella formazione del patrimonio culturale sorrentino. Grazie a studi come quello del professor Vincenzo Russo, questo tesoro letterario continua a vivere e a illuminare il passato della città.