Sorrento, inchiesta sulla droga e il clan Orlando. Ecco le intercettazioni sulle vendite in Penisola sorrentina

Sorrento, inchiesta sulla droga e il clan Orlando. Ecco le intercettazioni sulle vendite in Penisola sorrentina C’è anche un sorrentino tra gli indagati per il traffico di droga tra la Spagna e Napoli, inchiesta del Gico della Finanza culminata ieri in nove arresti (uno ai domiciliari), chiesti e ottenuti dalla Dda partenopea guidata da Nicola Gratteri. Si chiama A. L., classe 1984, è indagato a piede libero per reati in concorso con uno degli arrestati, Castrese Sarracino, e un altro indagato, V. C.
Le intercettazioni fra il sorrentino A.L. e Sarracino sulle vendite della droga in Penisola sorrentina
A.L. è accusato di essersi procurato dei panetti di hashish da Sarracino per poi custodirli e venderli. I fatti risalgono al periodo tra maggio e luglio 2023. Del “sorrentino” parlano Sarracino e il complice in una intercettazione del 17 maggio 2023.
C.:Sei andato da A. poi?
Sarracino: Si sono stato, sono stato l’altro ieri.
C.: Ti ha dato?
Sarracino: Che mi ha dato … mi ha dato 2000 euro. Mi sta buttando indietro, vabbè … comunque a A. ormai lo conosciamo.
C.: A quanto glielo stai dando? A quanto lo sta pagando ora C.?
S.: L’ultima volta me li ha dati ….. a tre e cinquanta fratello mio.
C.: A tre e cinquanta è sceso?
I due poi proseguono la conversazione lamentandosi dei loro prezzi di acquisto e del ‘cliente’ sorrentino che riuscirebbe a lucrarci sopra. Cliente esigente, che se la merce non è buona “mi da’ anche la roba dietro”, la restituisce, protesta Sarracino con l’amico. “Vabbene dissi io, dammelo dietro non fa niente”.
L’ordinanza del Gip descrive poi nel dettaglio tutte i passaggi, le telefonate e i whatsapp della trattativa per la consegna della droga al “sorrentino”, memorizzato sul cellulare di Sarracino con il diminutivo del nome di battesimo e “Sorrento”. Consegna che avviene a Sorrento il 4 luglio 2023 ed in quell’occasione Sarracino viene anche controllato da una pattuglia dei carabinieri di Piano di Sorrento.
Le misure sono state eseguite dal Nucleo Pef della Finanza di Napoli, agli ordini del colonnello Paolo Consiglio. Anche per A. L. il pm anticamorra Giuseppe Visone aveva chiesto l’arresto. Ma secondo il Gip Ambra Cerabona “in considerazione del limitato arco temporale in cui si sono realizzate le condotte delittuose, e tenuto conto della non allarmante personalità dell’indagato, si ritiene che non sussistano esigenze cautelari”.