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Studio italiano identifica i pazienti più a rischio di Covid: il ruolo di una molecola e la minore diffusione al Sud

11 marzo 2025 | 16:40
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Studio italiano identifica i pazienti più a rischio di Covid: il ruolo di una molecola e la minore diffusione al Sud

Un team multidisciplinare di scienziati, guidato da Antonio Giordano, direttore dell’Istituto Sbarro di Philadelphia, ha sviluppato un metodo statistico innovativo per individuare i pazienti maggiormente vulnerabili o, al contrario, più protetti dal Covid-19. Lo studio, condotto con il contributo di epidemiologi, patologi, immunologi e oncologi, si è focalizzato sull’analisi delle molecole HLA, note per il loro ruolo nei meccanismi di rigetto dei trapianti.
“La qualità di queste molecole – spiega Pierpaolo Correale, responsabile dell’Unità di Oncologia Medica dell’ospedale ‘Bianchi Melacrino Morelli’ di Reggio Calabria – è determinante per l’efficacia della risposta immunitaria. Un sistema immunitario più reattivo può contrastare meglio l’infezione, mentre uno meno efficiente potrebbe soccombere alla malattia”.
In sostanza, lo studio evidenzia come il patrimonio genetico di ciascun individuo influenzi la capacità di difendersi dal virus. I risultati indicano che chi possiede varianti HLA di qualità superiore ha maggiori probabilità di resistere al Covid-19 e ad altri virus pandemici.
Pubblicata sul “Journal of Translational Medicine” e brevettata dagli autori, la ricerca ha anche messo in luce una distribuzione non omogenea di questi alleli sul territorio italiano. Ciò potrebbe spiegare le differenze nella diffusione della pandemia tra Nord e Sud Italia durante le prime ondate, con il Meridione che ha registrato un impatto minore rispetto alle regioni settentrionali.
Oltre al Covid-19, questo metodo potrebbe rivelarsi utile per altre patologie di origine infettiva, oncologica e autoimmune. Per condurre l’indagine, gli scienziati hanno analizzato i dati epidemiologici raccolti dall’Istituto Superiore di Sanità, prendendo in esame un campione di 75 pazienti ricoverati per Covid tra l’ospedale di Reggio Calabria e il Cotugno di Napoli, confrontandoli con 450 donatori sani.