Trump voleva il canale di Panama, ci ha pensato Gianluigi Aponte con gli americani della BlackRock a comprarsi i porti

Trump voleva il canale di Panama, ci ha pensato Gianluigi Aponte con gli americani della BlackRock a comprarsi i porti Detto fatto, Aponte da Sorrento sta conquistando il mondo. Dunque ancora un colpo da novanta per mister Aponte che , nato a Sant’Agnello, non ha perso il contatto con la Penisola sorrentina, dove ha centinaia di dipendenti negli uffici, l’ultimo sarà quello dell’ex Clinica San Michele in Via Carlo Amalfi a Piano di Sorrento, oltre a tantissimi marittimi che sono il fulcro delle sue navi.
Aponte è un grande imprenditore, e lo ha dimostrato con grande tempestività, anche questa volta non si è lasciato sfuggire l’occasione. Gianluigi Aponte, l’armatore sorrentino di nascita ma svizzero d’adozione, è entrato nella cordata con il più grande fondo d’investimento del mondo, BlackRock, come riporta Milano Finanza, che ha acquisito i porti e le vie d’accesso sul Canale di Panama.
Trump lo aveva chiesto. Voleva che il Canale, strategico per i commerci mondiali, tornasse in mano americana dopo la vendita nel 1999 allo Stato centramericano che l’aveva dato in concessione al gruppo di Hong Kong Hk Hutchison. E così è stato.
Con Blackrock, che agisce con il braccio operativo di Global Infrastructure Partners (Gip), nella cordata di compratori dal gruppo Hk Hutchison c’è appunto Aponte con la Terminal Investment Ltd (Til), branch con sede in Svizzera che fa capo alla compagnia capofila, la Msc appunto dell’armatore ginevrino.
Un’alleanza testata nell’acquisizione di Italo
Le parti all’opera si conoscono da tempo. Gip è entrata in passato nel capitale di Italo insieme proprio a Msc. E lo schema dell’operazione vede un grande fondo d’investimento, che vanta per 11mila miliardi di dollari di masse in gestione, affiancato da quell’ormai primattore mondiale delle infrastrutture portuali e marittime che è diventato nel tempo il gruppo fondato da Gianluigi Aponte. Finanza e gestione industriale a braccetto.
L’accordo che ha valutato a una cifra vicina ai 20 miliardi di dollarile attività sul Canale, con i due terminal di accesso uno sul lato Atlantico e l’altro del Pacifico, permetterà di riscuotere i pedaggi per il traffico marittimo tra i due Oceani. Ovviamente una posizione di assoluto monopolio che consentirà al consorzio ricche messe di incassi.
La crescita continua di Msc in tutto il mondo
Msc espande così ulteriormente le sue attività, che spaziano dai trasporti marittimi alla gestione di porti e terminal, alla crocieristica con diversificazioni nel trasporto terrestre (vedi Italo) e anche nell’hi tech sanitario, e perché no, nei media con Il Secolo XIX di Genova.
Solo per la parte marittima, Msc ormai domina il mercato. La sua quota vale il 20% dell’intero mercato dei noli marittimi mondiali, superando ormai da anni il colosso danese Maersk. Ma non solo. Suoi sono centinaia di porti e terminal, cresciuti con forza grazie all’acquisizione dal miliardario francese Bollorè dell’immensa rete dei porti africani costata 5,4 miliardi di dollari.
E così Gianluigi Aponte si può considerare il padrone globale della logistica: una filiera integrata che governa con la sua Mediterranean Shipping Company (Msc) e che gli consente di operare da posizioni di forza, quasi da monopolista.
Un patrimonio di 31 miliardi di dollari
Non stupisce che l’imprenditore con domicilio fiscale in Svizzera sia considerato uno degli uomini più ricchi al mondo con un patrimonio personale stimato da Forbes in oltre 31 miliardi di dollari.
Cash in King per Aponte, che forte della sua ricchezza può comprare tutto quel che gli serve per consolidare il suo business sempre di più. Con puntate anche sulla sanità, tanto per diversificare. Come l’acquisto per 2,2 miliardi di dollari del 50% della società Medclinic, terzo operatore privato della sanità in Sudafrica. Ma gli affondi non finiscono qui: come non ricordare l’acquisto del 50% di Italo con i suoi 4,4 miliardi di valore; o ancora nel 2023 l’acquisto di Rimorchiatori Mediterranei per oltre 1 miliardo.
E tanto per gradire anche l’informazione come l’acquisto da Gedi del Secolo XIX, strumento che può tornare utile nella campagna che lo vede protagonista nel grande business del porto di Genova. E sempre di recente l’ingresso nel capitale del porto di Amburgo, rotta ideale Sud-Nord tra Genova e i porti del Nord Europa.
La galassia di società da Lussemburgo a Cipro
Del resto i soldi non mancano: difficile ricostruire la ricchezza disseminata tra le società operative, la holding ginevrina, la Sas lussemburghese, l’analoga holding cipriota nell’immensa ragnatele della società dell’ultraottantenne capitano di mare nativo di Sorrento.
Non esiste un consolidato. Le stime indicano che la sola Msc Sa vanta un fatturato di oltre 80 miliardi. E che la sola flotta di navi varrebbe oltre 42 miliardi di dollari.
Di più facile lettura i conti della sub-holding finanziaria di stanza in Lussemburgo, la Sas, che raccoglie le attività dei terminal e degli ex porti africani comprati da Bollorè.
I conti pubblici risalgono al 2023 e indicano ricavi per 9,5 miliardi di dollari; una cassa liquida per 3 miliardi; un patrimonio netto cumulato nel tempo che a fine 2023 valeva ben 26,7 miliardi di dollari. Tra logistica e terminal il giro d’affari è stato di 7,9 miliardi.
Cash is King per l’italiano in casacca svizzera, forse il più ricco di tutti. Che non si ferma mai: sempre nel 2023 come risulta dal bilancio della lussemburghese ha staccato un corposo assegno per comprarsi il 42% dello spedizioniere francese Clasquin. E ora anche il Canale di Panama. Una perfetta rendita monopolista. (riproduzione riservata)