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Una vigna archeologica a Pompei, tradizione ed innovazione nel cuore del Parco

21 marzo 2025 | 17:57
Una vigna archeologica a Pompei, tradizione ed innovazione nel cuore del Parco

Pompei. All’interno dell’area archeologica del Parco sta prendendo vita un’azienda vitivinicola a ciclo completo, un progetto che intreccia tradizione e innovazione, segnando una nuova tappa nella storia della viticoltura e nella valorizzazione del patrimonio naturale del sito.
Grazie a una formula innovativa di Partenariato pubblico-privato, il Gruppo Tenute Capaldo – attraverso le cantine Feudi di San Gregorio e Basilisco – collabora attivamente con il Parco per preservare e valorizzare i vigneti storici presenti nell’area.
Basandosi sull’esperienza maturata nella gestione di alcuni vigneti già esistenti, il progetto mira alla creazione di una vera e propria “vigna archeologica”, destinata a superare i 6 ettari di estensione. All’interno del Parco saranno inoltre realizzate strutture dedicate alla vinificazione e all’affinamento, con l’obiettivo di produrre vini di alta qualità nel rispetto della storia e dell’ambiente circostante.
A differenza delle tradizionali forme di collaborazione tra pubblico e privato, come concessioni o appalti, questo progetto si fonda su un modello di partenariato basato sulla sinergia tra il Parco e il Gruppo Tenute Capaldo, che mettono a disposizione le proprie competenze per un obiettivo comune.
Fin dagli anni ’90 il Parco Archeologico ha condotto studi botanici sui vigneti di Pompei, indagandone le caratteristiche storiche e le tecniche di coltivazione per comprendere meglio le abitudini alimentari dell’epoca. Negli anni, questi studi hanno favorito iniziative mirate alla valorizzazione della viticoltura locale, contribuendo a raccontare la storia della città antica da una prospettiva inedita.
“Oggi il Parco sta ampliando il proprio impegno nella tutela e valorizzazione del patrimonio naturale, del paesaggio e dell’ambiente, elementi imprescindibili dell’area archeologica”, spiega il Direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel. “Questa azienda vitivinicola è parte di un progetto più ampio di agricoltura archeologica, che coinvolge anche la coltivazione e il recupero degli ulivi, nonché iniziative di agricoltura sociale legate alla ‘fattoria sociale e culturale’. Per raggiungere obiettivi ambiziosi, crediamo sia fondamentale la collaborazione con partner privati dotati di competenze specifiche, che possano contribuire in modo attivo ai nostri progetti”.
La nuova azienda, interamente biologica, si avvale della ricerca scientifica sulle tecniche tradizionali di coltivazione della vite e trasformazione delle uve, con il contributo del professor Attilio Scienza dell’Università di Milano. Inoltre, può contare sull’esperienza agronomica di Feudi di San Gregorio e sulla guida di Pierpaolo Sirch, esperto di fama internazionale.
L’iniziativa persegue un doppio obiettivo: da un lato, la produzione di vini autentici e di qualità; dall’altro, l’integrazione della viticoltura nel percorso di visita del Parco, offrendo ai visitatori un’esperienza unica che unisce storia, natura e tradizione enologica. L’azienda avrà anche un forte impatto sociale, coinvolgendo il Terzo Settore nelle varie fasi di lavorazione.
Per Feudi di San Gregorio, che da quasi quattro decenni promuove la valorizzazione dei vitigni autoctoni campani – tra cui le storiche viti di Taurasi – questo progetto si inserisce in un più ampio impegno verso il territorio e le comunità locali. Un impegno sancito anche dalla trasformazione della società in Società Benefit nel 2021.
“Il Parco Archeologico di Pompei è uno dei siti culturali più importanti al mondo e un simbolo dell’identità della nostra regione”, afferma Antonio Capaldo, Presidente di Feudi di San Gregorio. “Abbiamo accolto questa sfida con entusiasmo, mettendo le nostre competenze al servizio di un progetto che fonde agricoltura e cultura. Vogliamo restituire a Pompei il suo ruolo storico di centro di produzione e scambio, riportandola alle sue radici.
Siamo consapevoli che questo percorso richiederà tempo e investimenti, ma affrontiamo la sfida con determinazione. Il nostro approccio è fortemente culturale, con una visione che va oltre il ritorno immediato e guarda al futuro, assicurando uno sviluppo sostenibile per questo luogo straordinario. Inoltre, ci offre l’opportunità di diffondere nel mondo la millenaria cultura del vino”.