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Doppio suicidio nella notte: grande dolore a Piano di Sorrento. Ma cosa possiamo fare contro questo atto estremo?

4 aprile 2025 | 10:30

Doppio suicidio nella notte: grande dolore a Piano di Sorrento. Ma cosa possiamo fare contro questo atto estremo?

Una tragedia ha scosso Piano di Sorrento nella notte, lasciando un’intera comunità in lacrime e senza parole. Un doppio suicidio. Due vite spezzate nel silenzio di una notte che resterà impressa nella memoria collettiva di tutti noi.  Uno nel Vallone che divide a due la Penisola sorrentina,  a lato di Villa Fondi fino a Marina di Cassano, fra Piano di Sorrento e Sant’Agnello, un altro suicidio avvenuto a Ponticelli a Napoli. La notizia si è diffusa rapidamente, accompagnata da un senso di incredulità, dolore e impotenza.  Non conosciamo i particolari e i dettagli, ma non vogliamo pensare solo alla cronaca, ma a questa sofferenza che ci stringe il cuore e vorremmo si evitasse, si può evitare, si deve evitare. Oltre al dolore, viene spontanea una domanda: cosa possiamo fare, davvero, contro il suicidio?

Il suicidio è un grido che spesso resta inascoltato. Non sempre ci sono segnali evidenti, ma molte volte sì. Eppure, nella frenesia delle nostre vite, nella distrazione quotidiana, rischiamo di non accorgerci di quel dolore che si nasconde dietro un sorriso forzato, una battuta amara, un isolamento improvviso.

Dobbiamo imparare ad ascoltare di più, a guardare negli occhi le persone che amiamo, a chiederci davvero come stanno. Dobbiamo rompere il tabù del disagio mentale, smettere di considerarli problemi “degli altri” o una debolezza da nascondere. La depressione, l’ansia, la solitudine sono malattie dell’anima, ma non per questo meno reali o meno pericolose di una malattia fisica.

È fondamentale potenziare i servizi di ascolto e supporto psicologico sul territorio, renderli accessibili, gratuiti, presenti nelle scuole, nei centri di aggregazione, nelle parrocchie. Servono campagne di sensibilizzazione, formazione per insegnanti, medici, familiari. Serve una rete. Serve una comunità che si prende cura.

Il dolore per questa perdita è immenso. Ma da questo dolore possiamo far nascere consapevolezza, impegno, vicinanza. Non possiamo cambiare ciò che è successo, ma possiamo fare in modo che non accada di nuovo. Anche un piccolo gesto può fare la differenza. Anche solo esserci.

Per chi legge: se senti che il buio è troppo, se pensi di non farcela, parlane. A un amico, a un parente, a uno psicologo. Ci sono numeri attivi 24 ore su 24, persone disposte ad ascoltarti. Non sei solo. E non è mai troppo tardi per chiedere aiuto.

Foto e video: Diego Ambruoso