Cava de’ Tirreni: truffa delle mascherine, quattro indagati

Cava de’ Tirreni: truffa delle mascherine, quattro indagati. Ne parla Alfonso T. Guerritore in un articolo dell’edizione odierna del quotidiano La Città di Salerno.

Sono finiti al centro di un’inchiesta relativa a una fornitura di mascherine e false fatturazioni, evasione d’imposta e di Iva, i quattro indagati raggiunti dall’avviso di conclusione delle indagini preliminari, con il coinvolgimento di un avvocato civilista e altre tre persone.

In particolare, l’attività investigativa della guardia di finanza, coordinata dal sostituto procuratore Davide Palmieri , titolare del fascicolo aperto dall’ufficio inquirente di Nocera Inferiore guidato da Antonio Centore , contesta accuse di false fatturazioni per la legale cavese Maria Vitale , nella sua qualità di rappresentante legale della Servizi Associati, con fatture per operazioni inesistenti relative alla manutenzione straordinaria per un valore di 16mila e novecento euro, nei confronti della Fox Corporate, e un acquisto di ulteriore materiale per le mascherine per oltre 13.700 euro, nei confronti della L.P. Comunication, entrambi gli oggetti indicati quali elementi passivi fittizi nella dichiarazione Iva per il 2020. L’indagine coinvolge inoltre il paganese Ciro Contaldo , in qualità di rappresentante legale della Fox corporate, per aver emesso fatture sulla manutenzione in questione, Anisoara Dragota , rappresentante legale della L.P. Comunication, per la fornitura di rotoli per mascherine per un valore superiore ai 13mila euro, il 20 maggio 2020, e infine Salvatore Granato , rappresentante legale della Servizi Associati, il quale per evadere le imposte sui redditi e sull’Iva «occultava o distruggeva in tutto o in parte le scritture contabili o i documenti di cui è obbligatoria la conservazione, in modo da non consentire le ricostruzioni dei redditi o del volume di affari», di fatto cancellando la possibilità di una approfondita ricostruzione investigativa.

La stessa Vitale, invece, in qualità di rappresentante legale della società al centro dell’indagine relativa, la Servizi Associati, risponde da sola della contestazione di truffa, con un raggiro a fruttare un provento ragguardevole, per la procura messo insieme a danno di terzi: il suo comportamento come contestato dal capo d’accusa ricostruisce la revoca della qualifica di procuratrice, la cessione delle quote sociali della società ad un ente extraterritoriale, distraendo ingenti somme di denaro della Soresa, la centrale appaltante della Regione per la sanità, su un conto a lei intestato, mediante assegni circolari, con emissione delle relative fatture contestate, «inducendo in errore la società Giugliano, che si determinava a fornire mascherine filtranti, procurandosi oltre 53mila euro di importo non pagato sulla cifra totale di 207mila euro, con danno patrimoniale», con l’aggravante dell’abuso di prestazione d’opera. L’intera vicenda si riferisce al periodo della fine del primo lockdown, nel 2020, con successivi proseguimenti del filone illecito, con i fatti accertati tra Cava de’ Tirreni, sede principale delle azioni contestate in capo all’avvocato Vitale, Pagani, dove ha agito Ciro Contaldo, e Mercogliano.

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